tag:blogger.com,1999:blog-33599665383289722862024-02-07T15:23:00.409+01:00Il blog di Fulvio SantucciDi Inter, di magie e misteri del calcio, di onestà intellettuale..http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.comBlogger60125tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-30339123913179192542018-01-06T15:20:00.000+01:002018-01-06T15:20:25.398+01:00Questa non è un'esercitazione<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnbK37XQDojuKOJ_kxc2N8-HfgWgctESlwiqumX6I1Ul7bHaJhk4W00bBP7rEVULXzYSYb-WJnSIdUwvVEu7XEqZvvmKCGjL9wlC5lJcS-qbBpbqBjqkOgfAqzswdqjWcCBojsXL_iIZ0/s1600/fiorentina-m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="422" data-original-width="759" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnbK37XQDojuKOJ_kxc2N8-HfgWgctESlwiqumX6I1Ul7bHaJhk4W00bBP7rEVULXzYSYb-WJnSIdUwvVEu7XEqZvvmKCGjL9wlC5lJcS-qbBpbqBjqkOgfAqzswdqjWcCBojsXL_iIZ0/s400/fiorentina-m.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Questa non è un'esercitazione, Inter.<br />Adesso va capito che così non è più sufficiente, che la squadra titolare così ben inserita nelle logiche di un campionato che si è mangiata per qualche mese sta perdendo i pezzi e non solo non ci sono i pezzi di ricambio, ma molto spesso mancano anche le toppe.<br />Adesso va capito che l'artiglieria è scarica, le munizioni non arrivano e i fucili fanno cilecca mentre, come a Firenze, ci trinceriamo nella speranza di schivare i colpi senza troppe chance di ribattere.<br />Non c'è da scherzarci, Inter: in questa fase si prenotano i piazzamenti finali e non si può dire che non lo sapevamo, che dobbiamo sempre barcamenarci, che dobbiamo sempre arrangiarci, reinventarci, giocare d'azzardo ancora una volta.<br />Questa non è un'esercitazione.<br /><br />L'undici titolare vale il quarto posto? Sì e non ho dubbi. L'idea di calcio è buona, gli interpreti sono all'altezza, l'Inter al completo e in condizione suona una musica che non ha forse la delicatezza dei violini, ma ha certamente la potenza delle percussioni e di un assolo di <i>Stratocaster</i>: tanto basta per portarsi a casa il concerto.<br />Le cose però non stanno più così: l'Inter ha perso i pezzi, molti di quelli che ha mantenuto sono ai minimi termini, chi a livello fisico e chi a livello mentale.<br />Prendete Perisic: il fatto che non si percepisca nemmeno una sua idea di saltare l'uomo dice tutto su come mente e gambe non stiano assolutamente comunicando tra di loro. E' un problema su cui ha piena responsabilità Perisic? O è la mancanza di un'alternativa ad esporlo a chiacchiere e critiche?<br />Se penso a come giocava El Shaarawy nella Roma a fine ottobre e a come gioca adesso, trovo la risposta: la condizione non è uguale tutto l'anno e seguendo l'esempio del Faraone, ci deve essere a un certo punto un Perotti che toglie le castagne bollenti dal fuoco a chi è stato incisivo fino a quel momento e a un certo punto non riesce più ad esserlo.<br />E non si può abbozzare ancora a lungo, né fare finta che non possa accadere ancora sia a Perisic che ad altri titolari. Perchè poi si vede quando alterni Candreva, inventandoti Joao Mario al suo posto, che tra le riserve manca completamente la progettualità tecnica.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Questa non è un'esercitazione, è qualcosa di molto più importante.<br />Nel corso del match contro la Fiorentina ho visto un'Inter che a baricentro alto perdeva tutte le distanze dietro e soprattutto sulla trequarti in cui per 45 minuti hanno banchettato a turno i vari Chiesa, Benassi, Simeone, Veretout.<br />Poi ho visto altri 45 minuti in cui l'abbassamento del baricentro ha messo una pezza sulla trequarti, ma ha affidato l'attacco a ripartenze estemporanee e disorganizzate: non è stato mai possibile vedere una doppia fase fatta bene, ad eccezione di chi ci ha provato con generosità come Cancelo e Borja Valero, non a caso gli stessi che erano emersi contro la Lazio.<br />Trincerandosi negli ultimi 25 minuti di partita, ho intuito abbastanza in fretta la grossa anomalia che stava per prendere forma: non c'era alcuna possibilità di controbattere l'assedio, nessuna. Non c'era un contropiedista affidabile, un frangiflutti, un giocatore abile a portar su la squadra per prendere fallo e giocare col cronometro, non c'era un jolly da utilizzare per costruire un modulo più consono, un corazziere da inserire per prevenire le minacce dei duelli aerei.<br />Non c'era nulla: c'era la Fiorentina con cinque offensivi in campo tutti assieme, con Astori a fare il trequartista e c'era dall'altra parte l'Inter raccolta in venti metri, a volte quindici, con Santon ultimo baluardo fuori ruolo, una difesa dai meccanismi completamente improvvisati causa interpreti inediti e qualcuno che solo riuscendo a ripartire a testa bassa avrebbe trovato comunque il modo di mettere un compagno in condizione di segnare nella steppa sconfinata che la Viola aveva lasciato nella sua trequarti.<br />E se al posto di Candreva ci fosse stato un uomo più in confidenza con la porta, oggi probabilmente queste cose le staremmo dicendo col tono del pericolo scampato ma da non sottovalutare. <br />E invece no, non l'abbiamo sfangata e il problema filosofico sta tutto qua: l'Inter deve essere costruita per chiudere una partita, non per sfangarla di continuo.<br />Non possiamo sperare, pregare, improvvisare, reggere l'emergenza ancora a lungo e soprattutto non avremmo dovuto farlo ieri sera, quando i tre punti valevano anche la possibilità di ricevere la Roma con almeno due punti di vantaggio.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ora che siamo nel vivo e che i sistemi di allarme si sono già accesi, non possiamo far finta di niente e dire ai passeggeri con sicurezza che c'è una turbolenza temporanea. Siamo quasi al punto in cui abbiamo un principio di incendio in cabina e non sono stati installati gli estintori per poterlo fronteggiare prima che abbia conseguenze irreparabili.<br />Non siamo in un simulatore, questa non è un'esercitazione.<br />Non ci servono per forza strumenti e soluzioni di primissima scelta che, in quanto tali, costano cari, no: adesso la questione è diventata molto più basilare, si tratta di coprire le necessità, si tratta di capire che se c'è un traguardo da raggiungere di corsa servono anche le scarpe per correre, senza affidarci a calzature adattate perchè non ci si può fermare a dirci quanto ci fanno male i piedi.<br /><br />La squadra ha fatto quello che doveva, che poteva, che voleva finché c'è stato il modo per poterlo fare, ma adesso l'usura è evidente e non si può più coprire con soluzioni improvvisate.<br />Una proprietà può avere tanti problemi imprevisti, ma ha anche tante responsabilità acclarate ed una di queste è intervenire sulle reali necessità della squadra: non c'è negoziazione, non c'è via di mezzo, non c'è un'altra soluzione.<br /><br />Questa non è un'esercitazione, Inter.<br />E se abbiamo una sola occasione per dirlo forte e chiaro, questo è l'unico momento sensato in cui giocarcela.<br />Palla a voi.<br /><br /></span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-7953903189482093122017-12-24T16:04:00.001+01:002017-12-24T16:04:35.617+01:00Santa provvidenza<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk8tC_hytgPzAwC7QksMTOPuK73redMVBU9tin28YXhR8G84BKIpIn14drzJhGkRPm5i-kQNL-AO_LhyphenhyphenA6FeU2Y7sO3KWYyQoNmHNplkLUQhw3kEaLpuYbSPG8KCSh5O7bGX68ZKQwTjo/s1600/897634396-k5JD-U43410866636281hI-656x492%2540Corriere-Web-Sezioni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="492" data-original-width="656" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk8tC_hytgPzAwC7QksMTOPuK73redMVBU9tin28YXhR8G84BKIpIn14drzJhGkRPm5i-kQNL-AO_LhyphenhyphenA6FeU2Y7sO3KWYyQoNmHNplkLUQhw3kEaLpuYbSPG8KCSh5O7bGX68ZKQwTjo/s400/897634396-k5JD-U43410866636281hI-656x492%2540Corriere-Web-Sezioni.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Caro Santa,</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">intanto scusa se ti chiamo con il nome con cui ti conoscono nel mondo, ma questa letterina riguarda l'Internazionale e pertanto sento la necessità di eliminare i confini linguistici perché questo affare è importante per tutti gli appassionati del pianeta.<br /><br />Forse non siamo stati buoni quest'anno: abbiamo trattato in maniera troppo drastica e scettica la stagione che stava nascendo, anche se molti di noi lo hanno fatto certamente sulla base di qualcosa.<br />Alcuni di noi hanno gufato la squadra quando vinceva, solo per potersi guadagnare i 5 minuti di celebrità nei panni dei Grilli Parlanti che a un certo punto dell'anno sfruttano la giornata storta per dire "Io ve l'ho sempre detto, sono quello che ne capisce di più e voi stronzi siete i gonzi che andavano dietro alle chimere".<br />Altri hanno reso l'ultima estate un inferno tra pesantezza, isterìa, difficoltà cognitive, incapacità di separare le cose negative dalle cose positive.<br />Dall'altra parte però abbiamo ripopolato San Siro, abbiamo applaudito la squadra anche se sconfitta, abbiamo celebrato con orgoglio il derby vinto ed i risultati positivi negli scontri diretti; ci siamo innamorati di Spalletti, ci siamo infatuati di Skriniar, ci siamo resi conto del valore di Icardi, abbiamo perfino rivalutato D'Ambrosio e Candreva.<br /></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Insomma, la nostra parte l'abbiamo comunque fatta ma ora abbiamo bisogno di una mano.<br />L'albero addobbato è il termometro della nostra passione: quando lo abbiamo iniziato eravamo primi in classifica grazie ad un rendimento oltre le proprie possibilità ed una buona dose di eventi esterni girati nel modo giusto.<br />Oggi che l'albero è qua per farlo vedere soprattutto a te, abbiamo perso per strada un paio di rami finiti negli spogliatoi di squadre di provincia e c'è chi comincia a dire che non ci meritiamo gli addobbi, che l'albero si sta seccando, che era nato morto ed è cresciuto grazie ad un miracolo irripetibile che sta svanendo il suo effetto.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">C'è chi comincia a metterci le sciarpe biancazzurre perchè si è messo in testa che l'albero della Lazio è scintillante, perfetto, con una marea di regali ai suoi piedi e destinato a crescere verso l'infinito e oltre.<br /><br />Abbiamo bisogno di una mano per non ritrovarci tra un paio di mesi a doverci arrendere ai disfattisti ed ai becchini dandogli la soddisfazione di pensare che il loro modo di vivere la fede calcistica sia quello giusto.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Abbiamo bisogno di soluzioni, caro Santa: abbiamo la necessità di trovare sotto l'albero un'idea o un rinforzo che ci tolga dalle secche di un attacco monocorda che ha svelato l'impossibilità di essere affidato per nove mesi alla vena o alla condizione di Candreva e Perisic. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Abbiamo bisogno di smettere di considerare Brozovic o Joao Mario delle soluzioni, perchè le cose non stanno così: per motivi diversi, entrambi si sono guadagnati un punto di domanda sopra la testa, là dove deve esserci un punto esclamativo solido e pesante.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Abbiamo bisogno di guardare la panchina e non vedere il solco abissale di qualità che c'è rispetto a chi calpesta l'erba, né vedere i troppi posti vuoti che la caratterizzano.<br />Abbiamo bisogno di trovare nuove idee trascinanti per tenere a galla anche le vecchie certezze, perchè quando le cose non riescono il livello si abbassa e le cose semplici diventano complesse equazioni, il pallone da calcio diventa una palla da bowling, ogni metro percorso diventa una maratona, l'Udinese diventa il Barcellona e il Sassuolo diventa il fantasma del Natale passato.<br />Abbiamo bisogno di reputare anomalo che Skriniar sia il terzo cannoniere della squadra, saltando a pié pari un centrocampo che finora la porta l'ha vista da lontanissimo o l'ha incontrata per un fugace saluto senza alcuna confidenza.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ci servono soluzioni, caro Santa: forse dall'altra parte del Naviglio ti stanno chiedendo i miracoli che non ti spettano, ma da questa sponda noi abbiamo bisogno solo di poter cambiare strada quando la carreggiata comincia a farsi tortuosa.<br />Che il tuo vero nome sia Jindong, Steven, Piero, Walter o Luciano fai in modo che questo Natale diventi l'occasione per convincere tutti che al futuro si può ancora guardare con la stessa fiducia.<br />Natale è domani, ma per noi è più importante che lo sia a maggio.<br /><br />Con stima,<br /><br /><b>Fulvio Santucci</b></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-87072031448667623162017-12-04T18:12:00.000+01:002017-12-04T18:12:40.171+01:00Foto di gruppo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ7_XkDbGhoHP40HKZCPSN2MBOgs0Z98rA0XEV0DmYA-iCUbMDzNoGzD-kD4S8Ks1SIBYPSeCFFnrLq1lmiBlaT4hErv9OKcRV14kMcCtEzy-mHlDw-CU3CN8XyC69PRnaUTZAZDowxEE/s1600/inter-chievo-serie-a_5qkgq5b207aszjwsnn8qfdz8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ7_XkDbGhoHP40HKZCPSN2MBOgs0Z98rA0XEV0DmYA-iCUbMDzNoGzD-kD4S8Ks1SIBYPSeCFFnrLq1lmiBlaT4hErv9OKcRV14kMcCtEzy-mHlDw-CU3CN8XyC69PRnaUTZAZDowxEE/s400/inter-chievo-serie-a_5qkgq5b207aszjwsnn8qfdz8.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Mamma mia.<br />Adesso lo dico proprio con lo stupore di chi si ritrova le proprie convinzioni già abbastanza rosee addirittura soverchiate da ciò che ha visto: mamma mia.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Inter-Chievo doveva essere una partita già complicata di suo, resa ancor più ingarbugliata dalla vetta a portata di una squadra nota negli ultimi anni per riuscire a perdere tutti i treni possibili: è stato un massacro, una sorta di <i>pandoricidio</i> pre natalizio.<br />Era l'ennesimo esame, la rinnovata prova del nove dove alla fine 9 (ma forse anche di più) potevano essere i gol segnati da Icardi e compagnia, ma strada facendo è diventata soprattutto la prova dei nove: i 9 titolari su 11 che si sono abbattuti sul Chievo come Katrina su New Orleans (solo il Napoli contro il Benevento ha avuto, dati alla mano, una produzione offensiva paragonabile) e che sono tutti reduci dalla disgraziata stagione 2016/17.<br /><br />Riflettiamoci un attimo: riavvolgiamo il nastro, torniamo a fine luglio e facciamo finta vi sia stato anticipato che a dicembre avremmo ospitato il Chievo schierando in difesa Santon Davide, Skriniar Milan, Ranocchia Andrea e D'Ambrosio Danilo.<br />Le reazioni sarebbero state nell'ordine: risate, scherno, pernacchie, incredulità, ira, depressione, nichilismo: non si può barare qua, sappiamo tutti che sarebbe andata così.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Invece il Santon visto per un'ora ieri è la cosa più simile al Santon visto contro il Man United di CR7 e Ferguson nell'ormai lontanissimo febbraio 2009; su Ranocchia dovremmo aprire un capitolo a parte, probabilmente incentrato sulla psicologia, nel vedere un calciatore praticamente carbonizzato in questa piazza giocare benissimo e dichiarare poi "mi sembrava di stare al campetto con gli amici".<br />Siamo all'imponderabile, vanno chiamate in causa le congiunzioni astrali come del resto per tutta la domenica nerazzurra iniziata col Milan che diventa parte della storia del Benevento prendendo gol al 95' dal portiere e finita con l'Inter che polverizza il Chievo, squadra che oggi ha 20 punti e che si salverà probabilmente tra febbraio e marzo, tirando 39(!!!) volte verso la porta di Sorrentino.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La domanda è lì a sfrigolare in attesa di trasformarsi in una risposta inattaccabile: com'è stato possibile che questa squadra sia arrivata al 3 dicembre inanellando il terzo miglior rendimento nell'intera storia della Serie A? Quanto c'entra Luciano Spalletti in questa meravigliosa follia?<br />Luciano da Certaldo è certamente il maggior responsabile di questa scintillante Inter autunnale, di cui probabilmente non stiamo cogliendo la grandezza perché deviati da un campionato che è interpretato ad altissimo livello anche da altre quattro squadre.<br />Lui ha impresso un cambio di filosofia nel gioco, lui ha coinvolto giocatori che erano a pezzi e li ha resi parte di un mosaico, lui ha ribadito gli obblighi sindacali a cui si è sottoposti indossando la maglia dell'Inter: giocare sempre per fare risultato, mai pensare che basti il compitino.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ne fui sicuro già dopo una settimana di precampionato: l'idea di Spalletti era vincente sul lungo termine, nonostante la qualità della rosa non fosse la migliore del campionato. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non avrei però mai potuto credere a questo rendimento, contornato da partite giocate in maniera assurdamente superba come la prima ora di Inter-Sampdoria e come l'ultimo Inter-Chievo in alternanza con partite giocate in maniera tremendamente cazzuta come Napoli-Inter.<br />Già era promettente una squadra in cui tutti sapevano cosa fare, vera svolta stagionale, ma ora abbiamo avuto la prova che tutti possono anche sapere come fare le cose nel miglior modo possibile: l'azione del 4-0 di Skriniar, ad esempio, contiene almeno 5 cose fatte in modo perfetto da 4 diversi giocatori.<br />E anche se il Chievo non ha pescato certamente la sua giornata migliore, i meriti di questa squadra che di casuale non ha più nulla rimangono saldi.<br /><br />Quindi, cosa possiamo mettere sulla bilancia per riequilibrare tutta questa positività? Per molti c'è una frustrazione, lecita, che deriva dall'aver fatto 39 punti su 45 ed avere ancora un margine troppo risicato sulla quinta forza del campionato.<br />Abbiamo scelto forse l'anno peggiore per decidere di diventare una squadra che vince, è pacifico, ma dall'altra parte io non sono convinto al 100% che un vantaggio di 10-12 punti sulla zona Champions sarebbe un sinonimo di tranquillità.<br />Conosco l'Inter e conosco purtroppo come le mie tasche i suoi cali di tensione: voi stessi, sono sicuro, pensate alla stagione in modo guardingo e attento aspettandovi dietro l'angolo l'episodio che la svolta in negativo. Il motivo è lo stesso, avete timore dell'Inter che si rilassa e perde la trebisonda.<br />Ecco perché un campionato senza tregua, senza il minimo margine di errore, senza la possibilità di poter concepire un passo falso inaspettato può diventare combustibile per un gruppo che ha dimostrato per 15 volte la sua repulsione verso la sconfitta.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Nessuna Inter vincente ha mai potuto abbassare la guardia, anche quella più vincente di tutte avrebbe potuto perdere tutto a maggio, invece non è andata così.<br /><br />Proprio quell'Inter è stata l'ultima a mettere piede a Torino, sponda Juventus, da prima in classifica: la storia si ripeterà sabato, per la prima volta allo Juventus Stadium.<br />Nelle mie convinzioni il piano partita di Spalletti non sarà affatto quello di Napoli, credo invece convincerà i suoi ragazzi che fare bottino pieno anche contro di loro che di big match in Serie A ne sbagliano pochi è possibile se ci si crede.<br />Può evidentemente andare male perché stiamo parlando di una squadra con risorse superiori ed un vissuto da dominatrice: noi possiamo essere loro nel 2011-12, ma loro sono cambiati in meglio senza aver mai tolto le mani dal tricolore.<br />Però può anche andare bene, perchè se c'è un anno in cui la Juventus non sembra di anni luce avanti a tutte le altre è proprio questo.<br /><br />Stiamo leggeri, con la libertà di sognare e la consapevolezza che non stiamo ancora giocando per il bersaglio grosso.<br />Intanto però, scattiamoci una foto per autocelebrare una ritrovata voglia di Inter da parte nostra e da parte di chi va in campo.<br />Una foto di gruppo, per non dimenticarci mai che le cose migliori accadono quando tutti remano dalla stessa parte.<br /><br /><br /></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-80251164155528563032017-11-27T14:57:00.000+01:002017-11-27T14:57:40.769+01:00La forza dell'abitudine<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR2wV8gnZ_NXigcuLe1SjZZQgbyYLAy8lIiQ4K47eMLaTWXmgcYc4Hymlyw73T75x44NQtsD6NGcCjm8w0v1tWmVYntRO6vyfUUHlm0Qs6DRQubdRoGgLqYgpPjQBF6iqDER-rzg3QeGk/s1600/Cagliari-Inter+1-3+All+Goals+%2526+Highlights+Ampia+Sintesi+IT+25-11-2017.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="638" data-original-width="988" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR2wV8gnZ_NXigcuLe1SjZZQgbyYLAy8lIiQ4K47eMLaTWXmgcYc4Hymlyw73T75x44NQtsD6NGcCjm8w0v1tWmVYntRO6vyfUUHlm0Qs6DRQubdRoGgLqYgpPjQBF6iqDER-rzg3QeGk/s400/Cagliari-Inter+1-3+All+Goals+%2526+Highlights+Ampia+Sintesi+IT+25-11-2017.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Non ne potevo veramente più della retorica della <i>Pazza Inter</i>.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Come disse un giorno il bravo <a href="http://twitter.com/Gio_Prankster" target="_blank"><b>Giorgio Crico</b></a>, la Pazza Inter è (o spero sia stata) un chiaro espediente narrativo per giustificare una marea di vittorie arrivate senza logica, a schemi saltati e dopo una partita il più delle volte compromessa da errori marchiani e scarsa attenzione: niente di più vero.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non ne potevo più soprattutto perché una squadra pazza è una squadra inaffidabile e nel contesto di un campionato che ha degli obiettivi, questo è un problema che è stato troppe volte sdoganato da caratteristica nativa dell'Inter ed in accezione erroneamente positiva.<br /></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Bene: la Pazza Inter, se qualche entità divina vuole, ce la siamo levata dalle scatole. O almeno messa in naftalina per un terzo di questa stagione, che è già qualcosa.<br />L'Inter è cambiata, è diventata abitudinaria: nel male lo è stata spesso in questi ultimi anni, nel bene praticamente mai (no, gli 1-0 di Mancini versione 15/16 non erano la buona abitudine che pensavamo allora). <a href="http://fulviosantucci.blogspot.com/2017/11/non-e-piu-un-caso.html" target="_blank">Lo scrissi settimana scorsa</a>, l'Inter 2017/18 con una media di due punti e mezzo a partita non è un caso: è il prodotto della sua nuova identità, fatta di pregi e di difetti che ai miei occhi iniziano ad essere qualcosa di seriale, qualcosa che gira intorno agli stessi fondamenti.<br />"<i>Per la ripresa serve stabilità</i>" è una delle massime che maggiormente ho letto quando si è parlato di come l'Italia dovrebbe uscire dall'interminabile crisi economica: ecco, credo che per l'Inter valga, o sia valsa, la stessa identica cosa.<br /><br />La stabilità che parte dalla visione che i tifosi avevano alla vigilia di Cagliari-Inter: in un sondaggio che ho lanciato su Twitter, le centinaia di votanti hanno scelto l'opzione "Vittoria lacrime e sangue" anziché temere il crollo piuttosto che la trappola, senza peraltro credere alla vittoria facile.<br />Per me è stato un segno tangibile di come questa Inter stia iniziando ad essere inquadrata e contornata precisamente dal suo popolo: una squadra che non si può prevedere dominante in lungo e in largo, del resto non sembra affatto attrezzata per farlo, ma una squadra di cui ci si fida quando c'è da portare a casa il risultato.<br />Primo elemento ripetitivo, di cui credo faremmo volentieri a meno: le partenze contratte in casa delle squadre che giocano per la salvezza. E' accaduto a Crotone, a Verona, in parte a Benevento, soprattutto a Bologna.<br />Sarà il rossoblu della maglia, ma la prima mezz'ora dell'Inter alla Sardegna Arena mi è sembrato quasi un copia/incolla della prima frazione di gioco al Dall'Ara di due mesi fa: transizione horror, fasce vulnerabili, squadra schiacciata, centrocampo fagocitato dal corrispondente reparto avversario e la concessione all'avversario delle sue armi migliori (nel caso del Cagliari la profondità ed il lancio lungo a premiarla).<br />Oltre ad una super parata di Handanovic che ha riaperto per qualche minuto il fronte dell' "<i>Inter salvata da Handanovic</i>".</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Pensate che follia: un portiere che para. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Come se il vostro forno, sorpresa delle sorprese, cuocesse i cibi per la cena e voi, in un momento di chiaro blackout cognitivo, pensiate che il forno vi ha salvato la cena invece di avervela creata.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Questo del farci sorprendere dalle piccole nel loro campo è comunque un pessimo vizio che facciamo fatica ad abbandonare: è confortante il fatto che Spalletti sia sempre particolarmente reattivo nel capire ed agire, questa volta addirittura schierandosi a specchio con il Cagliari per contenere i sardi nel momento di massimo sforzo.<br /><br />Poi ecco il secondo elemento di stabilità: l'Inter che va in vantaggio. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Se una parte di voi si sentiva nelle viscere che il primo gol lo avrebbero siglato i nerazzurri, non c'è nulla di casuale: è successo sabato per la decima volta, solo tre invece le situazioni in cui è accaduto il contrario. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E poco importa se il Cagliari avrebbe forse meritato maggiormente la prima marcatura, perché uno dei vantaggi dell'avere Mauro Icardi è il fatto che c'è sempre un'ottima possibilità che converta in gol la prima palla che gli capita tra i piedi.<br />Pensare che c'è chi si è fatto un nome ed un pubblico attraverso le invettive contro un giocatore che è già nella storia dell'Inter e della Serie A prima di aver compiuto 25 anni, la dice lunga sulla vergognosa epoca in cui siamo comunicativamente inseriti.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ma tant'è, Icardi è un meraviglioso sovversivo. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Gli si contesta di segnare solo con le piccole? Tripletta nel derby. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Gli si contesta di non aiutare la squadra? Lui se la mette sulle spalle, la striglia dopo la più bella ora di calcio mai giocata negli ultimi 5 anni (Inter-Sampdoria), proprio sabato fa autocritica sulla prima mezz'ora dopo che la squadra ha conseguito il miglior rendimento parziale della storia nerazzurra.<br />Gli si contesta di non distribuire abbastanza i gol? Lui segna a tutte le squadre di A, eccezion fatta per il Benevento.<br />Gli si contesta di non segnare in trasferta su azione? Lui piazza la doppietta a Cagliari senza calci piazzati.<br />Spero che presto gli si contesti il fatto di non portare l'Inter in Champions, hai visto mai che diventi benaugurante.<br /><br />Dal gol in poi, l'Inter di Cagliari ha sostanzialmente gestito la partita secondo il proprio ritmo e la propria volontà: nulla di sorprendente, visto che l'Inter è la sola squadra in Serie A assieme al Napoli che non ha mai perso un solo punto quando si è trovata in situazione di vantaggio.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un'altra abitudine molto gradita: gestisce magari senza strafare, ma non si disunisce mai e mai stacca la spina troppo in anticipo a meno che le gambe non girino proprio più.<br />In base a quanto sopra, faccio molta fatica a star dietro a chi farnetica di fragilità psicologica alla luce di una squadra che non perde mai un punto quando conduce e ne recupera sempre almeno uno nelle poche volte che va sotto, oltre a constatare che sono già 14 le squadre del suo campionato rimbalzate all'ingresso quando hanno provato a fare bottino pieno sulla sua pelle.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ogni tanto questa noiosa ripetitività di tendenze viene rotta da qualche inatteso </span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><i>coup de théâtre: </i>ad esempio Brozovic, che normalmente ci mette un paio di mesi per entrare in partita, stavolta ci mette due minuti segnando un gol pure pregevolissimo.<br />Potenzialità da miglior giocatore del reparto e una discontinuità che oggi è delizia e domani e dopodomani è croce: questo sì, è un bel punto di congiunzione con la nostra storia che sembra debba necessariamente annoverare in ogni suo ciclo un giocatore di questo genere per darsi un senso.<br />Un altro colpo di scena, decisamente meno esaltante, è Skriniar che non fa miracoli tipo trasformare la banda di svagati lanzichenecchi versione 2016/17 in una difesa con i controfiocchi. Anzi, stavolta decide di farci vedere che ha una sua umanità quando Pavoletti (con un gran movimento, in verità) gli sfila alle spalle per movimentare un po' il finale.<br />Finale che ad ogni modo non sembra affatto destinare il canovaccio già scritto ad un destino diverso: i peggio cantastorie del pensiero italico romanzeranno il giorno dopo di VAR ad orologeria e di Cagliari castrato ingiustamente per levargli il vento del pareggio in poppa, ma la verità è che oltre ad essere il terzo gol di Icardi consentito da qualunque regolamento in auge (il perché può dettagliarvelo<a href="http://www.ilmalpensante.com/2017/11/26/cagliari-inter-1-3-unaltra-gara-senzatregua/" target="_blank"> <b>Il Malpensante.com</b></a>) arriva in un momento in cui i sardi non stavano più facendo niente di niente e l'Inter stava gestendo esattamente come fatto nel doppio vantaggio. </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Il lampo di Pavoletti resta lampo che non scatena temporali e l'Inter, pensate un po', incassa il jackpot anche a Cagliari specchiandosi nelle sue piacevoli conferme di fine partita (Candreva indispensabile, Borja Valero centrale, Miranda sulla via del ritrovamento, Perisic incisivo ed Icardi diamante sempre più lucido) e nei suoi ripetitivi difetti dell'inizio (transizione inguardabile, distanze approssimative, centrocampo mai su di tono prima di una certa fase di partita).</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Paradossalmente quella di domenica contro il Chievo diventa la sfida più difficile tra le ultime affrontate, non foss'altro perché manca l'elemento abitudinario più importante: la formazione, che per la prima volta in quasi due mesi non può essere confermata per almeno 10/11.<br />Toccherà sicuramente a Ranocchia, l'unico che ancora non ha avuto l'occasione di dare segnali di ripresa tra coloro che erano definiti, a ragion veduta, impresentabili in estate (parlo ovviamente di Nagatomo e Santon) e che invece hanno dato finora un contributo sicuramente sufficiente per prendere parte alla causa.<br />Toccherà molto probabilmente a Brozovic che definirei come avevo definito Stephane Dalmat tempo fa: un lancio di moneta incarnatosi in un calciatore. Può essere sole di luglio o eclissi lunare senza soluzione di continuità, se qualcuno sa prevederlo mi spieghi come fa.</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Quella che spero di poter commentare lunedì prossimo potrebbe diventare la vittoria di Spalletti contro i demoni di una rosa cortissima e l'inaffidabilità di un parco riserve che fino ad oggi ha destato più di un dubbio sul proprio valore.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ma anche loro, le riserve, con tutti i loro difetti sono parte di questa Inter.</span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><br />Questa Inter, che vince con la forza dell'abitudine.<br />Questa Inter, che adesso forse non è più pazza ma sicuramente fa impazzire: di gioia chi la ama, di rabbia chi la odia.<br /></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-47735980703799867542017-11-20T16:24:00.000+01:002017-11-20T16:27:54.156+01:00Non è più un caso<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDQS36tGk7j5F4fzQnigY1SQkysc71yNDtfyG0V4_-3KD414ke-ijlxeL2CQBF68hbiRWf-LDzDcLwN0XmbH1wVgWiyU8CqayQUb3s7bNoH6O6mcNae7TyufFBTbSKbr8W-zrUk09cfHU/s1600/received_10215048180856738.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="628" data-original-width="960" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDQS36tGk7j5F4fzQnigY1SQkysc71yNDtfyG0V4_-3KD414ke-ijlxeL2CQBF68hbiRWf-LDzDcLwN0XmbH1wVgWiyU8CqayQUb3s7bNoH6O6mcNae7TyufFBTbSKbr8W-zrUk09cfHU/s400/received_10215048180856738.jpeg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Oggi vi stupirò con un gioco di prestigio: leggerò il vostro pensiero, non quello attuale ma quello retrodatato.<br />Entrerò nella vostra mente per come è stata in due momenti ben precisi: l'immediato pre Inter-Atalanta e l'intervallo della partita.<br />Verso le 19.30 di domenica sera, stavate pensando pressappoco questo: la Lazio ha perso, la Juventus ha perso, il Milan ha perso e noi dobbiamo ancora giocare. Siamo reduci da un pareggio in cui abbiamo ripreso la partita per il ciuffo, c'è stata una sosta mai troppo benevola con noi in mezzo, abbiamo l'occasione di approfittare dei passi falsi delle altre.<br />La vostra impeccabile analisi devia sulla conclusione tipica dell'interista davanti a questo genere di coincidenze astrali: è il momento dello sveglione, quello che ci riporterà a terra, che mostrerà agli inguaribili ottimisti la fragilità mentale insita nel DNA di questa squadra. Spiace dirlo ma noi siamo così, ci siamo trascinati per inerzia e adesso il credito è esaurito.<br />Ci ho preso? Allora vado ancora più in là e decodifico il vostro pensiero nell'intervallo di Inter-Atalanta: lo sapevo, è la solita partita del cazzo(testuale) in cui ci accartocciamo alla distanza, ci incaponiamo, ci deprimiamo, ci disuniamo e alla fine vedrai che prenderemo anche il gol della domenica da un Gomez o da un Ilicic e sarà tutta una curva discendente fino al crollo completo.<br />Giusto? Diciamo che sono abbastanza convinto che 8 interisti su 10 l'hanno pensata così.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Invece ad accartocciarsi è stata l'Atalanta, perchè banalmente in questo pensiero condizionato emotivamente dagli eventi passati, ci siamo dimenticati una cosa fondamentale: l'Inter non perde da 13 partite, che diventano 19 se consideriamo un precampionato che aveva già fatto vedere tutte le idee di una squadra che stava iniziando ad essere una squadra. Ammesso che lo sia mai stato, non è più un un caso.<br />Che l'Inter abbia svoltato dal punto di vista della mentalità lo abbiamo capito in molti, chi prima e chi poi: siamo adesso noi ad essere quelli oggettivi,razionali e con in tasca il conforto dei fatti.<br />Se ne stanno accorgendo anche gli avversari, anche l'Atalanta che è una delle squadre più collaudate del campionato si è presentata qua senza una prima punta di ruolo e con un centrocampo piuttosto corazzato: meno propositiva del solito, a lasciar intendere che sono finiti i tempi in cui una buona organizzazione di gioco unita ad un paio di elementi di buona qualità bastavano per pensare di banchettare a San Siro.<br />Quello che avete pensato all'intervallo, secondo il mio pronostico, vi ha dato la convinzione che l'Inter stesse giocando male e questo a tratti è vero, ma non spiega tutto: perché, come avevo già scritto due settimane fa, in questo avvio di campionato da cifre record ci siamo dimenticati che gli avversari non sono scomparsi e l'Atalanta del primo tempo di San Siro ne è la prova. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci hanno incartato con la densità, gli uno contro uno, il ritmo molto alto. Questo è un altro elemento di rottura col passato: l'Atalanta ha corso tanto, tantissimo e per tenere il risultato al giro di boa della partita ha dovuto spingere a tavoletta il pedale dello sforzo collettivo ben oltre il livello medio con cui molte contendenti hanno fatto bottino pieno a San Siro in altri tempi.<br />Poteva perfino non bastare, perchè l'Inter era arrivata in porta con tre passaggi anche nel primo tempo, ma Icardi è stato benevolo con la Dea nel duello a tu per tu con Berisha.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Data la situazione all'intervallo, nel secondo tempo servivano due elementi all'Inter: la crescita dell'impianto di gioco soprattutto a centrocampo ed il calo fisiologico dell'Atalanta.<br />Ma all'ingresso del secondo tempo succede una cosa che è il Turning Point, il punto di svolta dell'Inter 17-18: i giocatori iniziano a rifiutare lo stallo della partita ed iniziano a prendere di petto la situazione mettendo in campo lo sforzo supplementare per portarsi a casa la partita facendo valere la maggiore qualità. A questo si uniscono anche degli aggiustamenti tattici riusciti, come l'arretramento di Borja Valero e l'intensità nell'andare a fermare sul nascere ogni transizione della squadra di Gasperini. Considerando che l'azione orobica parte sempre dalla fascia è così che D'Ambrosio si apparecchia un secondo tempo magistrale, è da qui che l'Inter fulmina l'Atalanta in dieci minuti.<br />A questo punto potremmo stare qua a dirci che, stringi stringi, la differenza la fa Icardi da solo, il che potrebbe risultare vero sulla superficie ma non in senso assoluto.<br />Riguardando meglio il primo gol, realizziamo che se Icardi può andare a colpire sostanzialmente indisturbato è soprattutto perché Skriniar (sì, sa fare anche questo) riesce a fare un doppio blocco: sul suo marcatore prima ma anche e soprattutto su Cristante che, accortosi saggiamente che Toloi avrebbe potuto mancare l'intervento, stava per tentare la chiusura in extremis prima di schiantarsi su un Tir con la targa slovacca.<br />Riguardando meglio il secondo gol, prendendo atto di un movimento stratosferico del Capitano goleador che nemmeno stupisce coloro che gli stanno riconoscendo la miglior stagione della carriera, realizziamo che l'azione la guadagna D'Ambrosio con un anticipo secco e potente, la sviluppa anche Candreva che porta via il raddoppio al compagno lasciandolo libero di andare al cross prendendo la mira per la finalizzazione magistrale di Icardi.<br />Questo è il turning point dell'Inter: gli eventi non si subiscono, gli eventi si dominano. Il mantra usato come un coltellino svizzero da Spalletti fin dal primo giorno all'Inter ed ora anche visibile nelle dinamiche di campo. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'Inter che non perde non è più un caso: se l'Inter non perde è soprattutto perché gli eventi li ha sempre dominati salvo un paio di casi in cui effettivamente la fortuna ha sorriso ed aiutato a trovare la strada giusta, tanto quanto ha tolto la possibilità di tagliare il traguardo in altre occasioni.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E pazienza se la proposta di gioco non è ancora perfettamente riconoscibile: tocca nuovamente ricordare che l'Inter è una squadra nuova, cosa che ci diciamo tutti gli anni, ma che risulta sempre vera. Tocca ricordare che è l'unica squadra nella Top 5 ad aver ricostruito la propria spina dorsale e non è una cosa da poco: l'unica altra big ad averlo fatto naviga ad un punteggio più vicino alla retrocessione che alla Champions League.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per stare all'Inter ora serve uno standard molto alto: emblematico è in questo caso Dalbert, che ha visto passargli davanti i rivitalizzati Nagatomo e Santon, non perchè sia per forza stato bocciato ma semplicemente perchè così non basta. Non quest'anno, non per Spalletti.<br /><br />Qua gli esami non finiscono mai ed è pacifico: fino a quando non ci sarà una posizione consolidata in primavera ogni settimana sarà la prova di maturità, la conferma da trovare, il tabù da sfatare, il passato da cancellare.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Però non è più la squadra che si adegua agli altri, non è più la squadra che annaspa in mezzo ad equivoci tattici, non è più la squadra che perde la trebisonda al primo ostacolo che trova, non è più la squadra che cavalca gli eventi facendosi poi puntualmente disarcionare.<br />No, signori: questa Inter non è più un caso.<br /></span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-81270138396888453942017-11-13T16:05:00.000+01:002017-11-13T16:05:40.561+01:00Siamo questi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDSWiKRrsL_ArL-kvVqRWauZyyAToxgB6qsPutuhI4D-OGJFNWIa7dIeRDa1PAbT56OlGwfNEWcLg5saQyxbN0TFDmjW1bZ-4e7B694wD_mnA0yBZ4yJiyglzjTwDkdTdAPan7NcUk81o/s1600/ventura.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="504" data-original-width="896" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDSWiKRrsL_ArL-kvVqRWauZyyAToxgB6qsPutuhI4D-OGJFNWIa7dIeRDa1PAbT56OlGwfNEWcLg5saQyxbN0TFDmjW1bZ-4e7B694wD_mnA0yBZ4yJiyglzjTwDkdTdAPan7NcUk81o/s400/ventura.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">24 giugno 2010.<br />24 giugno 2014.<br />13 novembre 2017.<br />Tre date che si stagliano nell'arco di sette lunghi anni, tre date che apparentemente non hanno nulla in comune ma a ben vedere posseggono un enorme comune denominatore: sono le tre date in cui la nazionale italiana di calcio si è trovata sull'orlo del precipizio e si è improvvisamente ricordata di tutto ciò che non funziona.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'Italia delle quattro stelle sul petto che non è più in grado di trovare il suo posto sulla mappa planetaria, l'Italia calcistica che ha scoperto di potersi deteriorare e di non avere alcun diritto divino da esercitare, l'Italia con addosso gli occhi del mondo che si interroga su cosa continui ad andare storto nel rapporto con la massima competizione globale dopo la gloria del 9 luglio 2006.<br />Quelle che seguono sono riflessioni di un osservatore che non ha alcuna velleità né pretesa, ma che si interroga su quella sensazione di loop che ha addosso da quasi un decennio e che anche ingenuamente si stupisce su come la ripetitività di certe situazioni pare faccia cadere dalle nuvole un'ingente quantità di persone che vivono, o dovrebbero vivere di pallone ogni giorno.<br /></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>MEZZE FIGURE E FIGURACCE</b></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Per rendere efficace qualunque analisi vogliamo fare, dobbiamo necessariamente partire dall'ultimo fotogramma: lo stato confusionale in cui versa Giampiero Ventura e il modo in cui è diventato il bersaglio mobile di un'intera nazione in poche settimane.<br />Non sono stati in pochi ad alludere o a dire apertamente che la priorità della nazionale è cambiare il Commissario Tecnico anche in caso di qualificazione al mondiale acciuffata: qui si apre un vaso di Pandora delle dimensioni del Colosseo, perché dobbiamo riflettere in primis sul motivo per il quale Ventura sia stato scelto, visto che all'epoca lo avevano capito in pochi e oggi ancora meno persone lo comprendono, forti del senno di poi.<br />Quando l'attuale CT ha preso in mano la nazionale si era ventilata l'ipotesi che la strada verso il mondiale fosse stata spianata dall'eredità che aveva lasciato Conte, ma la maggior parte si era accorta benissimo che era lo stesso Conte il vero valore aggiunto. La scelta di Ventura non era sembrata quindi molto diversa da quella di Prandelli, che per quanto sia riuscito in un grande exploit nel 2012, ha evidenziato nel 2014 la stessa confusione che c'è in Ventura oggi, con formazioni sbagliate e l'impressione di essere stato delegittimato dal gruppo e di poter finire in preda dell'opinione pubblica.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Prandelli e Ventura rappresentano le mezze figure che nell'occasione forse unica della vita fanno quello che possono fare senza alzare troppo la voce.<br />Tutt'altra musica rispetto a Conte che già nella prima conferenza da CT aveva iniziato ad evidenziare l'esigenza impellente di riforme strutturali nel movimento calcistico nazionale per poi andarsene in polemica due anni dopo dicendo con amarezza che su certe cose aveva fatto la guerra da solo.<br />La questione sembra piuttosto semplice e logica: se in panchina ci si mette un tecnico vincente è necessario creargli una struttura vincente altrimenti suddetto allenatore alza i tacchi e toglie il disturbo.<br />La scelta di allenatori che sembrano inadeguati per il ruolo fin dall'inizio potrebbe allora celare la precisa volontà da parte della Federazione di inserire mezze figure che non hanno il carisma ed il background professionale per imporre determinate migliorie che nessuno vuole davvero effettuare e che saranno ben contenti di lavorare con il discreto materiale che si ritroveranno; allo stesso tempo possono diventare facili capri espiatori su cui deviare l'ovvio e grave problema strutturale che esiste in tutti i livelli del nostro calcio.<br />Con la sola controindicazione che in una nazionale come quella italiana le mezze figure portano quasi sempre alle figuracce ed alla ripetitività dei dibattiti che poi restano sempre estemporanei e fini a loro stessi.<br /><br /><b>GERONTOCRAZIA</b></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La precedente riflessione potrebbe essere collegata ad un altro punto da evidenziare: l'Italia è una nazionale gerontocratica, senza girarci troppo attorno.<br />Analizzando l'11 sceso in campo a Solna venerdì sera ci accorgiamo che 6/11 erano in campo nell'esordio del disastroso mondiale 2014, 4/11 furono titolari nell'esordio di Euro2012, 3/11 furono scelti da Lippi per la prima partita del fallimentare mondiale sudafricano ed addirittura 2/11 partirono dall'inizio ad Hannover nella prima partita del trionfale mondiale 2006 (con il terzo, Barzagli, che faceva parte della spedizione).<br />Non si tratta solo di mancanza conclamata di ricambi, ma anche di aver eletto dei senatori a vita: una scelta che non permette di responsabilizzare giocatori al di fuori di questa cerchia, che vengono trattati come stagisti nel momento in cui sono in piena maturità calcistica.<br />Emblematico l'esempio di Verratti: ancora a fine 2015 ci si chiedeva se era il caso di responsabilizzare un giocatore di 23 anni, che era titolare in una delle squadre più attrezzate d'Europa da quasi un biennio.<br />L'Italia che ha giocato in Svezia con 6 giocatori nati negli anni '80 è la radice del problema: oltre alla freschezza atletica che inevitabilmente viene a mancare, resta l'impressione di un gruppo in apparente autogestione che non ha più la fame e le motivazioni dei propri anni migliori.<br />Delle due l'una: o Ventura si affida a loro per avere un paravento di esperienza in caso le cose andassero male o ha le mani legate in questo senso.<br />Comunque la vogliate mettere, guardiamo altrove e ci accorgiamo che le stelle già consacrate o in procinto di esserlo nelle altre nazionali creano un solco di età che inizia ad essere imbarazzante: Gabriel Jesus (Brasile 1997), Asensio (Spagna 1996), Alli (Inghilterra 1996), Mbappe (Francia 1998), Werner (Germania 1996) sono già annoverati tra i migliori giocatori del mondo e con un'età media di 20,4 anni oggi si potrebbero teoricamente trovare ad affrontare una difesa azzurra la cui media anni è di 34,5.<br />Non credo si possa provocare più alcuno scandalo se si afferma con convinzione che tale situazione non è più accettabile.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>BAN DEGLI STRANIERI: LA TOPPA PEGGIO DEL BUCO</b><br />In mezzo alle voci di protesta urbi et orbi, torna sempre il solito refrain dei troppi stranieri e dello stop che andrebbe imposto immediatamente sulla scia di quanto fatto nel 1966.<br />Senza dover stare a dire perchè il calcio del 2017 non ha nulla a che fare con quello del 1966, nel dare il proprio beneplacito a tale provvedimento non si fa altro che strizzare l'occhio ad una federazione che da anni naviga consapevolmente sulla superficie dei problemi senza mai azzardarsi nemmeno a quantificare tutta la spazzatura che ne popola il fondale.<br />Porre il divieto agli stranieri oggi sarebbe il colpo di grazia inferto ad una Serie A già agonizzante, che dovrebbe diventare autarchica proprio nel momento in cui si è trovata costretta ad attirare visibilità e capitali stranieri per tentare di non finire in coma vegetativo irreversibile causato dall'incapacità di tenere il passo con i tempi da parte della classe dirigente che del calcio italiano muove i fili.<br />Eppure questa litanìa che continua a ripetersi ogni qualvolta la Nazionale compie un lungo passo nel vuoto non trova un coerente riscontro nel momento in cui il maggior interesse nazionalpopolare è il campionato: dovremmo tutti ricordarci come fino a due-tre anni fa uno dei problemi sollevati fosse lo scarso appeal che non attirava i campioni dall'estero.<br />Perché banalmente la verità è questa: i giocatori forti in questo momento albergano oltre confine e lo hanno ben capito le prime cinque del nostro campionato che settimanalmente mandano in campo un 11 che non va mai sotto il 70% di giocatori stranieri, senza che nessuno si affanni a dire che in ottica Nazionale la situazione risulti inquietante tanto quanto lo risulti quando la Nazionale si sta per inabissare.<br />Dobbiamo metterci d'accordo: o celebriamo come orgoglio nazionale la formazione tipo della Juventus pre-Cardiff (4 italiani di cui 3 over 30) e in tempi più recenti del Napoli di Sarri (2 italiani di cui un oriundo) o puntiamo poi il dito contro le realtà troppo esterofile e nemiche della crescita del movimento nazionale: ambo le cose, come evidente, non si possono fare.<br />Anche a livello giovanile, la situazione è catastrofica praticamente da tutti i punti di vista: il fatto che i campionati Primavera, ma anche le categorie inferiori, siano invase da giocatori stranieri è visibilmente legata al fatto che gli stranieri costano molto meno e permettono di mettere a segno plusvalenze di gran lunga superiori che nella maggior parte dei casi fanno la differenza sulla boccheggiante situazione economica di moltissimi club italiani.<br />Inutile parlare di esterofilìa e fascino dell'esotico, questa non è una libera scelta: sarebbe come vietare alle imprese italiane di portare all'estero interi reparti o direttamente la sede amministrativa per favorire il made in Italy a scapito del loro guadagno. La tendenza è radicata, nelle imprese come nel calcio, semplicemente perché non esiste una struttura sostenibile alla base e la sopravvivenza passa anche da questo tipo di decisioni.<br />Sempre parlando di Campionati Primavera, evidenziamo una volta di più che tra il livello giovanile e il livello professionistico c'è di mezzo un mare profondo quanto l'Oceano Indiano: il salto nella maggior parte dei casi fallisce perché chi esce dal settore giovanile non è assolutamente pronto per uno sport completamente diverso come il calcio professionistico.<br />Non è più un mistero il ritardo che l'Italia ha accumulato nel settore giovanile rispetto ad altri paesi: si può anche qua superficialmente dire che è una generazione sfortunata, che i Maldini, i Totti, i Nesta non nascono più ma la verità è che non crescono come se fossero in altri paesi: spesso viene citato l'esempio della Germania, che nel 2000 decide di fare tabula rasa (peraltro avevano vinto l'Europeo solo 4 anni prima) ed istituire una rete di centri federali che viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda, con gli stessi standard qualitativi e con gli stessi fondamenti pena pesanti sanzioni ai club che non si adeguano, ma anche la Francia ha un programma federale molto simile per struttura e qualità che permette poi di disporre di almeno una quarantina di giocatori sotto i 25 anni che si possono esprimere ad alto livello.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Senza avventurarci nell'inferno delle categorie inferiori alla Serie A, dove tra le altre cose spicca la realtà in cui ci sono giocatori che pagano di tasca propria per poter giocare, se consideriamo solo il fatto che dopo il pesante fallimento mondiale del 2014 abbiamo preferito le multiproprietà (che si possono permettere forse in due o in tre) rispetto all'istituzione delle seconde squadre, la conclusione che ne traggo è banale quanto trita: l'Italia non mostra alcun interesse a crescere collettivamente, ma è sempre rivolta al guadagno individuale.<br /><br />Queste riflessioni possono essere condivisibili o no, ma non è questo il punto che voglio far emergere: il punto è che avrei potuto giungere ad identiche conclusioni quasi dieci anni fa.<br />Perché comunque la vogliate girare, comunque vada Italia-Svezia di questa sera, comunque vada poi a finire l'eventuale avventura mondiale, non ci diciamo e non ci diremo nulla di nuovo: noi eravamo, siamo e rimaniamo questi.<br />Avvitati su vizi di cui tutti sono consapevoli ma che nessuno è disposto a perdere, cristallizzati su disastri strutturali di cui amiamo dimenticarci preferendo vivere alla giornata quando la Nazionale non è in auge, basati su un sistema insostenibile che ripete gli stessi errori per poter pagare gli stessi dividendi agli stessi soggetti.<br />Siamo questi e questi rimaniamo.<br /></span><br />
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.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-66491698476492725182017-11-06T16:03:00.000+01:002017-11-06T16:03:28.268+01:00La classifica non è un'opinione<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9-vMVHYWXv7Q8SexRCiSXkkwgHpzlxkLJ6Ov0_m58u957T2lqMb7I2v63ag684eoUzEbWPlChkTQdmLGF5rcBrRlFQ9zSVQGz2JIOIfZ8_bkMl9SgCMZYgl-zA21uNAbzzZU2jgxVhGw/s1600/216fd4ae69d5d153f027bd4a46b0a56d-k6SG-U1101575692012aCF-1024x576%2540LaStampa.it1_-e1509898172693-610x400.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="610" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9-vMVHYWXv7Q8SexRCiSXkkwgHpzlxkLJ6Ov0_m58u957T2lqMb7I2v63ag684eoUzEbWPlChkTQdmLGF5rcBrRlFQ9zSVQGz2JIOIfZ8_bkMl9SgCMZYgl-zA21uNAbzzZU2jgxVhGw/s400/216fd4ae69d5d153f027bd4a46b0a56d-k6SG-U1101575692012aCF-1024x576%2540LaStampa.it1_-e1509898172693-610x400.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">30 punti su 36.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">12 turni di imbattibilità.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">11 punti su 15 conseguiti contro le prime otto in classifica.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2 punti di distacco dalla vetta.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">11 punti di distacco dati ai rivali cittadini.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Oggi mi è stato detto che negli ultimi anni siamo diventati commercialisti, che i numeri ci stanno influenzando troppo; io dico invece che abbiamo perso di vista l'inoppugnabile, cioè la matematica, a favore dell'inconsistenza insita nella post-verità. E in questo caso la sola verità che conta, cioè il numero di punti in classifica, passa in secondo piano a favore di opinioni, proiezioni, picchi emotivi, ansia da prestazione, ansia da pressione, paranoia, traumi del passato e terrore del futuro.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Scendiamo un attimo dalla giostra e organizziamo un'analisi razionale: ne ho bisogno io e forse ne avete bisogno anche voi.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>IL PASSO CHAMPIONS NON È IL PASSO SCUDETTO</b></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">C'è un grande equivoco in questa Serie A: proiettare la classifica finale secondo le medie attuali. Oltre ad essere un equivoco è un grave errore, come proiettare l'ordine di arrivo e relativi tempi dei 10mila metri piani quando la distanza coperta non è neanche a due chilometri. Credere che tutto proceda secondo un trend prestabilito senza alcuna variabile o variazione.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un errore che in ambito comportamentale è conosciuto come "<i>fallacia della mano calda</i>" e che è uno dei tranelli cognitivi più comuni, soprattutto dove l'ambito è la competizione.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non è ragionevole credere che quattro squadre vinceranno sempre, in primis perché i campionati vivono di fasi nelle quali nessuna squadra è mai stata continua dall'inizio alla fine: nemmeno l'Inter dei 97 punti 2006/07, che a questo punto del campionato aveva lo stesso punteggio dell'Inter attuale. Nemmeno la Juventus dei 102 punti, che a questo punto del campionato aveva già perso una volta.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ragionevole è dire che ogni stagione è a sè e può spostare nuove frontiere o abbattere limiti pre-esistenti, però deve valere per tutti: anche per l'Inter che quindi non ha la certezza di fallire l'obiettivo, come qualcuno sta insinuando, solo perchè esiste un precedente del 2015-16 in cui all'ottimo avvio (risultante comunque in tre punti meno dell'attuale) è seguito un crollo primaverile.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Non lotterà per lo Scudetto l'Inter, non lotterà per lo Scudetto la Lazio e molto probabilmente nemmeno la Roma: proprio perchè le soglie di punteggio sono le più alte di sempre, alla lunga saluteranno la compagnia le squadre più attrezzate per il bersaglio grosso e nel contempo abbastanza navigate da poter sublimare la loro crescita. Tra queste, io ne riconosco sempre e solo due con le altre a galleggiare su un livello di poco più basso.</span><br />
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>ESISTONO ANCHE GLI AVVERSARI</b></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un altro grosso equivoco nel giudizio di questo campionato è credere che ogni partita sotto la quinta in classifica sia da considerare alla stregua di un allenamento: i due punti persi con il Torino sembrano oggi una fatalità irrimediabile e non si capisce perchè i due punti persi dalla Lazio con la Spal siano da ascrivere agli innocui incidenti di percorso delle prime giornate, come se la classifica della Serie A non le annoverasse.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Fa parte della post verità dire, dopo il pareggio con il Torino, che Roma e Lazio hanno un passo diverso e superiore: dire che certe partite loro non le sbagliano, con certe squadre loro passeggiano.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La Lazio ad esempio ha portato a casa il risultato di misura e negli ultimi minuti sui campi del Chievo e del Genoa, si è fermata come detto contro la Spal e ha rischiato di farsi riprendere a Bologna; la Roma è andata certamente meglio, ma non ha dominato in lungo e in largo contro Crotone e Bologna, oltre ad aver già inanellato due sconfitte nei cosiddetti scontri diretti.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">C'è inoltre una differenza da rimarcare sul calendario ancora incompleto, allorché la Lazio ha sfidato in 8 occasioni su 11 squadre che navigano attualmente tra l'11° e il 20° posto a differenza dell'Inter che ha avuto tale privilegio due volte in meno fin qua.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Va chiarito, non è una discriminante vincere soffrendo: è semplicemente uno degli step fondamentali di un campionato nonché uno degli indicatori più consistenti di una squadra presente e determinata anche quando la superiorità sulla carta sembra più assottigliata in campo. Proprio questo è l'elemento che dovrebbe far dire ai tifosi dell'Inter che la loro squadra c'è.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un discorso che vale anche per Napoli (due vittorie in rimonta con Genoa e Sassuolo) e Juventus (in rimonta con Genoa e Benevento).</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Gli avversari esistono per tutte ed in particolare il Torino visto a San Siro ha portato via un punto più per meriti suoi che per demeriti nerazzurri: è evidente che la squadra superiore che è l'Inter abbia primeggiato nel computo delle occasioni avute, ma va considerato che la maggior parte di esse siano arrivate negli ultimi dieci minuti, in cui il Toro ha deciso che l'1-1 poteva andare bene ed ha arretrato il proprio baricentro di una ventina di metri per la prima volta in tutta la partita.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La squadra di Mihajlovic è stata ampiamente all'altezza dell'impegno e ha accarezzato anche l'idea di fare il colpo grosso dopo essersi trovata in vantaggio: non sarà l'unica volta che accadrà in questo campionato, nè all'Inter né alle sue competitors.</span><br />
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>L'INSERIMENTO DEI NUOVI</b></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">A proposito dell'Inter, l'appetito arrivato mangiando punti e battendo record storici pur parziali ha completamente lasciato cadere nel vuoto un tema fondamentale dell'inizio di stagione: la squadra di Spalletti è quella che ha meglio saputo inserire i suoi nuovi arrivi all'interno del proprio rinnovato sistema di gioco.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tendiamo a dimenticarlo per la buona abitudine dei tempi recenti, ma tra le prime cinque in classifica l'Inter è sicuramente la squadra più in rodaggio che c'è: nuovo allenatore e con lui nuova filosofia, con due terzi della spina dorsale composta da neo acquisti (Skriniar e Vecino) che hanno saputo giocare duro fin da subito, ma che hanno ancora consistenti margini di crescita nei loro servigi per la squadra che hanno attorno.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Guardandoci altrove, abbiamo Juventus e Napoli con progetti avviati da almeno tre anni; la Lazio aveva già trovato la sua alchimia nel girone di ritorno dello scorso anno e la sta mantenendo a seguito di qualche ritocco dovuto ad inevitabili cessioni (Biglia). </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Anche la Roma ha cambiato tecnico e variato sistema di gioco, ma ha mantenuto la stessa spina dorsale che le consegnò il secondo posto un anno fa: Fazio/Manolas, Nainggolan/Strootman e Dzeko. Il merito è quello di aver saputo ovviare alle perdite in rosa con elementi che sembrano un deciso upgrade, come Alisson e Kolarov, che si sono tuttavia inseriti in un sistema che era già funzionante senza che lo abbiano di fatto creato come successo all'Inter.</span><br />
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><b>LA ROSA CORTA</b></span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La sola cosa che all'Inter dà un giustificato motivo far storcere il naso è il numero di abili ed arruolati per la stagione in corso: Spalletti ha di fatto 14 titolari e nessuna riserva, guardando il momento attuale. Non ha le armi per poter stravolgere una partita bloccata, poco contributo da giocatori ancora troppo acerbi o semplicemente poco affidabili, ha potuto trovare la quadra non toccando quasi nulla rispetto a ciò che aveva in mente durante l'estate.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Giriamo lo sguardo e vediamo che il Napoli non ha un imprinting così tanto diverso: lì i titolari sono più o meno 15, ma la grossa differenza è che se Sarri si trova in emergenza può provvedere numericamente, se capitasse in questo momento a Spalletti toccherebbe citofonare a casa Vecchi per tirar su qualche sbarbatello e poter compilare la distinta.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Questa è l'unica ombra davvero concreta su una stagione positiva e l'unico vero motivo di preoccupazione per il futuro: già solo un cartellino giallo a carico di Miranda ad oggi vorrebbe dire Ranocchia titolare e nessun cambio di ruolo dietro, con la possibilità di arruolare D'Ambrosio per tale posizione spostando però il buco dal centro alle fasce, là dove al posto del 33 nerazzurro potrebbero giocare solo Cancelo (definito non pronto), Santon (poco affidabile per evidenza) o al limite Nagatomo che a sua volta crea la contingenza nel posto che lascia (Dalbert è un altro definito acerbo).</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Questo è un problema che non impatta ad oggi le competitors e che potrebbe potenzialmente tracciare un solco: tra l'Inter A e l'Inter B al momento passa almeno mezza categoria di differenza, senza considerare che l'Inter B copre forse la metà dei corrispettivi ruoli.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Un problema che attende una soluzione urgente nella prossima finestra di mercato, dove almeno un paio di innesti nei ruoli sensibili a livello numerico sono una necessità.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Ora che sono sceso dall'ottovolante mi gira meno la testa, il mio stomaco brucia meno e generalmente mi sento meglio.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Sapere che non esiste la classifica delle opinioni discordanti, la classifica del bel gioco, la classifica dei pali colpiti, la classifica dei pali degli altri, la classifica delle impressioni, la classifica delle vacuità mi rimette finalmente in contatto con la realtà.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">30 punti su 36.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">12 turni di imbattibilità.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">11 punti su 15 conseguiti contro le prime otto in classifica.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">2 punti di distacco dalla vetta.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">11 punti di distacco dati ai rivali cittadini.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E una classifica che non è un'opinione.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-56754408808548351762017-10-25T14:24:00.001+02:002017-10-25T16:46:53.517+02:00Destini forti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8CEcsqPMv_1XBaQxNZ6_0FpH4_ftTnrwjuA7miOOqXJ4_W58dtAPrYB5x1dBhb1NPQYl1cmCRlY6oCiZWlTAzufW0o50ADqKfh50EepsW7DrIWY-vsa5lkg98Txipog1XauW8leILOGg/s1600/spalletti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="462" data-original-width="738" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8CEcsqPMv_1XBaQxNZ6_0FpH4_ftTnrwjuA7miOOqXJ4_W58dtAPrYB5x1dBhb1NPQYl1cmCRlY6oCiZWlTAzufW0o50ADqKfh50EepsW7DrIWY-vsa5lkg98Txipog1XauW8leILOGg/s400/spalletti.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Aspettavamo tutti al varco di ottobre, tutti: curiosi, scettici, ottimisti, pessimisti, gufi e innamorati. Aspettavamo là appostati, chi pronto a fare il cordone d'onore, chi roteando la mazza chiodata che aveva armato in estate.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Bene, la parte più calda di ottobre l'abbiamo passata ed è tempo di primi responsi: l'Inter è cresciuta quando era più importante farlo. Se con Crotone, Genoa e Benevento è bastato il minimo sindacale della maggiore quota tecnica, negli ultimi dieci giorni si doveva iniziare ad entrare in gioco da duri. Non bastassero i sette punti su nove nel primo trappolone offerto dal calendario, l'Inter ha interpretato i tre esami ravvicinati in maniera variegata ed efficace: nel derby ha vinto di cuore, andando oltre i limiti palesati dall'aver concesso per due volte il pareggio al Milan; a Napoli ha pareggiato con il carattere e da squadra (anzi, diciamola bene: ha giocato con i coglioni ben esposti); contro la Sampdoria ieri sera l'Inter aveva deciso di esagerare, stravincendo e dando spettacolo, ma non si è fatta benissimo i conti sulla gestione delle energie ed è uscita dalla partita in anticipo. La prestazione dei primi 65 minuti rimane ed è la migliore, in termini di proposta di squadra, degli ultimi 4-5 anni (in coabitazione con il purtroppo inutile 3-0 rifilato alla Juventus in Coppa Italia nel marzo 2016).</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il crescendo rossiniano messo in scena in questo scorcio di autunno non è casuale, non è estemporaneo e non è umorale: è semplicemente quella rivoluzionaria idea che qualcuno di noi enunciava nel precampionato, mentre altri si dilaniavano con le marchette di un mercato che non portava i pacchetti di figurine da scartare ed incollare in una rosa che doveva diventare un album da collezione.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'idea del cambio di filosofia: piedi buoni, calcio propositivo ed atteggiamento sistemico. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La quantità di pomodori che sono stati tirati a chi parlava di un mercato logico, in cui l'allenatore tornava filo conduttore dopo aver speso a casaccio un anno prima, oggi potrebbe sfamare buona parte del terzo mondo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Eppure non era affatto impronosticabile, andando oltre la logica dell'individuo per molto tempo unica guida dell'estate interista: gli acquisti fatti avevano in comune la caratteristica di arrivare da sistemi di gioco dinamici e propositivi, soprattutto Vecino era riuscito ad emergere nel declamato Empoli di Sarri e nella prima Fiorentina di Sousa che spaventò il campionato prima di avvitarsi sui suoi limiti tecnici.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ovvio, prima di vedere concretizzata almeno l'idea che girava nella testa del tecnico lo scetticismo c'era in tutti: "<i>l'Inter non ha nel DNA il gioco propositivo, lo sacrifica per la solidità</i>". Regole scritte apposta per essere sovvertite.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Prendere a campione il terzo gol segnato alla Sampdoria: sviluppo in tutta la verticalità del campo, 7 giocatori coinvolti, 11 passaggi e mai un tocco avversario nel mezzo. Uno sviluppo provato anche nel precampionato snobbato dai più, la prova tangibile che almeno nelle intenzioni di allora il vento cambiato stava spirando come una brezza piacevole, senza minacciare tempesta.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Lui è l'artefice di questo avvio eccellente nei risultati e sempre più convincente nelle dinamiche di gioco: Luciano Spalletti è un altro arrivato defilato, all'ombra degli affascinanti e roboanti nomi spesi per la panchina. Uno che di credito ne ha avuto poco, talmente poco che ancora a fine agosto gran parte della tifoseria social riteneva immutato il gap dalla Roma collezionato nel 2016/17, nonostante lo spostamento del tecnico.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con grande intelligenza, Spalletti ha capito subito il primo grande problema del pianeta Inter: aver collezionato troppe mezze figure tra gli allenatori passati nell'ultimo lustro, con la lacuna di un leader che sapesse coniugare il carisma e la tattica, la comunicazione e l'atteggiamento, la responsabilità e l'appartenenza.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si è liberato dei giocatori di piede ineducato e si è preso la responsabilità di mettere la firma sull'acquisto di Borja Valero spendendosi personalmente in un "<i>vi farà divertire</i>". </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ha parlato di interismo e di derivate responsabilità fin dalla sua presentazione, ha messo sotto torchio il gruppo che fallì la scorsa stagione pretendendo risposte concrete e immediate. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ha approcciato bene un immediato avvio di campionato che al sorteggio dei calendari scatenò previsioni apocalittiche, non si è fatto problemi a mettere la solidità davanti alla fluidità di gioco quando le gambe giravano poco.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ha tenuto il profilo basso e concentrato nella lunga attesa del derby mentre dall'altra parte si proclamava, si declamava, si esclamava, si rumoreggiava: il jackpot se lo è portato a casa lui assieme a tutti coloro che ne hanno goduto.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ha considerato il derby, pur non giocato alla perfezione, come un punto di partenza ed è andato a Napoli a giocarsela palla a terra con personalità, collettivo e <i>cazzimma</i>: come a dire, il Napoli sarà la squadra più bella d'Europa, ma noi siamo l'Inter e andiamo a farci rispettare anche da loro. Giocando corto, con la squadra raccolta in non più di 20-25 metri quando il possesso ce l'avevano i partenopei (quindi, per anatomia, molto spesso) a circondare l'avversario muovendosi all'unisono come fosse una coreografia scenica. Coinvolgendo tutti. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Stesso atteggiamento replicato con la Sampdoria, con la differenza di dover unire anche una fase offensiva coinvolgente ed efficace. Con la fame, la stessa fame di 54mila e passa anime popolanti San Siro in infrasettimanale, di chi ha mangiato pane duro e cipolla per troppo tempo ed assalta un buffet imbandito di leccornie.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Coinvolgente la manovra, coinvolti i giocatori. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Coinvolto D'Ambrosio, che non ha mezzi tecnici scintillanti ma l'attitudine di un marine; stesso dicasi per Nagatomo dall'altra parte, con il plus di saper fare cose belle e utili quando si trova in fiducia. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Coinvolto Candreva, arresosi al serbatoio vuoto non prima di aver giocato due partite e mezza di altissimo livello.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Coinvolto Perisic, nell'assediare il Doria per un'ora e nel passare a difendere l'assedio improvviso degli ospiti negli ultimi 30 minuti. Lì a fare il terzino chiudendo dove e quando serviva davvero e stiamo parlando dello stesso uomo che poco più di tre mesi fa si allontanava dalle foto di gruppo e guardava dall'altra parte, da lupo solitario.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Coinvolto Icardi, che segna un gol bellissimo e chiude un'azione meravigliosa per poi andare ai microfoni del post partita a dire che così non va, che non si può rischiare la buccia dopo essersi vestiti da <i>jaggernauts</i> per un'ora abbondante, che ci sono cose che vanno evitate sia da parte sua che da parte della squadra. Lì a fare il cazziatone ai compagni dopo aver giocato per più di metà partita un calcio vincente e convincente, prima che arrivi Spalletti a rompere le righe ricordando a tutti che, va bene l'autocritica, ma i tre punti sono ancora in saccoccia. E stiamo parlando, nel caso del 9 nerazzurro, dello stesso uomo a cui tre mesi fa sarebbe stata tolta la fascia da capitano per plebiscito. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si fa presto a dire Scudetto ma no, è una trappola messa a nudo dagli ultimi venti minuti di Inter-Sampdoria: se da un lato Spalletti ha trovato la quadra dell'undici, per tre volte schierato uguale e per tre volte convincente, dall'altro lato c'è una panchina che ad oggi non ha nemmeno una forma ed un volume.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Riavvolgendo il nastro dei vari subentrati, pare che il solo Eder abbia capito quale tipologia di atteggiamento va tenuto in questo gruppo. Non l'ha capito sicuramente Joao Mario, ieri vaso di coccio in mezzo a piloni di cemento armato: c'è chi dopo oltre un anno non ha ancora capito che ruolo ha il portoghese e che peculiarità tecniche abbia ed è francamente difficile biasimare chi ha queste posizioni.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Discorso diverso per Brozovic, la cui indiscutibile tecnica al servizio del gruppo diventerebbe arma lussuosa e scintillante, ma che non sappiamo ancora se sarà in grado di mediare con una capoccia selvaggia e distorta come un segnale radio che salta all'improvviso.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il resto è una rassegna di tirocinanti (Dalbert e Cancelo), liceali sopra la media (Karamoh) e scarti di lavorazione degli ultimi tragici anni (Ranocchia e Santon).</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non solo la coperta corta, c'è anche la maturità della grande squadra ancora da completare.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Philippe Petit, l'equilibrista che nel 1974 camminò per quasi un'ora su un cavo d'acciaio sospeso tra le defunte Twin Towers a oltre 400 metri d'altezza, diceva che nel suo mestiere c'erano tre passi decisivi: gli ultimi. I tre passi tra il vuoto e la meta, i tre passi che ti tradiscono se pensi di avercela fatta prima di compierli. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Lo Scudetto è esattamente come la traversata delle Twin Towers: ci vuole concentrazione, gestione dell'equilibrio, forza, consapevolezza, dominio degli elementi e degli spazi. Non bastano nemmeno tutti i passi fatti bene, se mancano gli ultimi tre si cade e non c'è ritorno.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'Inter no, questi passi non li può ancora fare ma non ha l'ossessione di doverli fare: anche forzare un equilibrio così sottile prima del suo naturale compimento è una mossa potenzialmente fatale.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Spalletti sta costruendo, instillando e trasmettendo la mentalità della grande squadra che deve essere tanto consapevole della propria forza quanto conscia dei propri oggettivi limiti: è un viaggio lungo e travagliato.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ognuno col proprio viaggio, ognuno col proprio destino: gli uomini di questa squadra, per come si presenta oggi, hanno ritrovato i presupposti per unire i propri destini forti.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Prima della meta godiamoci il viaggio.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non c'è altra strada.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-84227069837663926332017-10-16T14:24:00.000+02:002017-10-16T16:36:10.095+02:00Black&Blue Monday<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuXKVRRe3RqEqjH1E8hPV-o_pO_SCJ5bQnTnYGbTdRbcFqc8Py82AeOD5ThXn5NPRmajn7m3eS052WokviOMUQ3BBLxWQzDHFCQCbseuEK8dITjC_oh2u2A1B5aFINIcXkMluSUpDvXhA/s1600/icardi1-630x415.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="415" data-original-width="630" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuXKVRRe3RqEqjH1E8hPV-o_pO_SCJ5bQnTnYGbTdRbcFqc8Py82AeOD5ThXn5NPRmajn7m3eS052WokviOMUQ3BBLxWQzDHFCQCbseuEK8dITjC_oh2u2A1B5aFINIcXkMluSUpDvXhA/s400/icardi1-630x415.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il <i>Blue Monday</i>, per i paesi anglosassoni, è comunemente noto come il peggior lunedì dell'anno, il più deprimente: cade a gennaio ed è stato calcolato sia così tremendo per il meteo nemico, la lontananza percepibile dal Natale, la situazione economica non florida e la pressione che consegue dall'inseguire gli obiettivi che tipicamente ci si pone all'inizio dell'anno nuovo. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il <i>Black&Blue Monday,</i> invece, è una cosa diversa: è il lunedì godereccio e vivace della Milano nerazzurra che occupa il suo spazio di routine con l'umore frizzantino e l'adrenalina ancora in circolo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il lunedì del tifoso nerazzurro che affronta il mondo esterno con una mano a cercare spesso la tasca dei pantaloni per sentire il derby messo in saccoccia e trarne da esso il beneficio di un talismano dall'energia magica.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non fai fatica a riconoscerci, se ci guardi bene.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Siamo quelli le cui occhiaie tradiscono le ore piccole della notte prima, abbracciate andando a nutrirsi di qualsiasi cosa rimandi alla vittoria: rassegne stampa, pagelle, articoli di siti specializzati interisti e di rimando quelli specializzati milanisti per cogliere il disappunto di chi invece è atteso da un lunedì molto nero e poco rosso.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E poi ancora: tutte le sintesi possibili, di qualsiasi partito e in qualsiasi lingua, abusando di Youtube, oppure tenere la TV accesa per vedere la replica e capire se vinciamo anche in seconda visione. Sì, vinciamo sempre e la sensazione è sempre bella.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Prendi la metropolitana e nel gioco di sguardi un po' assopiti e un po' curiosi del vagone stipato nel silenzio rotto dallo strepitare del treno sulle rotaie, ti accorgi di quei piccoli particolari che ti svoltano la giornata: chi ha goduto e gode ancora espone un vessillo anche poco invasivo, ma molto incisivo e magari ha in mano la Gazzetta a cui dà la sbirciata galeotta per ricordarsi che è un lunedì dolce e che tutto ciò che vorrebbe fare in quel vagone è esporre la maglia a tutti come l'Icardi immortalato sulla prima pagina.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Pensi a che giornata avrai e ti rendi conto che dovrai prenderti quei 3-4 minuti per rivederti gli highlights: la prima volta per concentrarsi sui gol, la seconda volta per cogliere il boato di San Siro che come vento solare sembra spostare i campi magnetici del pianeta, la terza volta per ubriacarti della gioia che hai provato in quei novanta minuti cristallizzati nella tua memoria. Magari una quarta, una quinta, una sesta volta per risentire le migliori reazioni di chi sta al commento, da uno schieramento e dall'altro.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Prendiamocela mezz'oretta per rivedere il derby, che non ci capita tutti i lunedì.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mentre cammini in mezzo alla quotidianità di chi sta intorno, cogli le conversazioni altrui e ti verrebbe voglia di inserirti nel mezzo di ogni argomento, che sia lavoro, scuola, famiglia o politica solo per il gusto di dire: "<i>Va bene tutto, ma parliamo un attimo di quanto è forte Skriniar?</i>" e se non vieni assecondato sogni di dare la spallata prepotente ed autoritaria che lo slovacco ha riservato ad André Silva, solo per il gusto di esaltarti emulandolo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nella giornata che si sviluppa nello spazio comune, hai l'irresistibile impulso ad inserirti all'interno di ogni gruppetto che accenna minimamente ad un interscambio basato su un pallone che rotola: con nonchalance, fai finta di trovarti lì per caso e al momento giusto intervieni piazzando la fulminea ed inarrestabile zampata alla Maurito che ti fa andar via trionfante.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tutto ti parla di Inter e vuoi partecipare, instancabile come Vecino, fino a fine giornata: ritrovi qualche istinto rabbioso quando ti capita un contrattempo, una rogna sul lavoro, un malinteso con la moglie e subito la tua mente vola a quel pallone perso da Gagliardini a tempo scaduto che ti ha scatenato i peggio istinti dei predatori che cacciano nella Savana senza alcuna pietà.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Con il rischio di farne una questione di principio che ci distoglierà dalle teoriche priorità del lunedì non festivo, non disdegniamo di marcare il territorio Social con il ghigno della conquista perchè, diciamocelo pure: la speranza di uscire da quel girone dantesco dell'estate 2017 col riscatto sul campo nel derby ce l'avevamo in canna da almeno tre mesi.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La voglia di dare un potente colpo di badile alle litanìe del precampionato, all'assedio medievale dei cuginastri, al loro profilo troppo sfacciato della vigilia faceva di questo derby una rivincita morale che andava perfino oltre le già sature motivazioni emotive di un match come questo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vincere così, con un rigore al 90'.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vincere così, con un Bonucci a tratti alleato.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vincere così, con quel Rodriguez soffiato sotto il naso che cade nella fesseria più colossale da compiere a tempo scaduto.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vincere così e sentire gli altri passare da "cose formali" a "Così fa male".</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vincere e avere tre partite di vantaggio a metà ottobre.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non avreste desiderato nulla di meglio, a un certo punto dell'anno.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le analisi tattiche, i difetti portati in luce dal calcio giocato (più di uno), la probabilità di schiantarsi a Napoli sabato, la rosa corta, il derby che a un certo punto si poteva anche perdere sono concetti che si potrebbero anche portare alla luce, ma non caricatemi di questa incombenza. Non oggi. Non nel mio, nel nostro <i>Black&Blue Monday.</i></span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Oggi voglio sentirmi come un turista in un museo paralizzato davanti all'incorniciata istantanea di Icardi che trapassa quel muro di schiamazzi e risa udite per molto più tempo di quanto si poteva sopportare.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Cala il silenzio insito nell'ammirazione, si staglia un sorriso carico di emozione e tutto il resto si alleggerisce, come etereo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Perchè domani forse è un altro giorno e si vedrà.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ma oggi è oggi.<br />Ed essere interista, oggi, è qualcosa di bellissimo.</span><br />
<div>
<br /></div>
</div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-24319155655461456662017-10-02T11:08:00.000+02:002017-10-02T11:08:11.938+02:00Vogliamo le scuse<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDw1PYBl2ExszFaZV7CYns2S51UOqJCXPw9_0En0cPsKS93PayP0L59oBc5NE53G-PxzfX9nvyNt35U2YmPoAxQS8s7pCRb9WwLuEik3demVGOHLxnivGYoTaW79i_MYf-HBYl5oOu-ok/s1600/fbl-ita-seriea-benevento-inter-856271756-1024x666.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="666" data-original-width="1024" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDw1PYBl2ExszFaZV7CYns2S51UOqJCXPw9_0En0cPsKS93PayP0L59oBc5NE53G-PxzfX9nvyNt35U2YmPoAxQS8s7pCRb9WwLuEik3demVGOHLxnivGYoTaW79i_MYf-HBYl5oOu-ok/s400/fbl-ita-seriea-benevento-inter-856271756-1024x666.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'Inter che gioca male.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'Inter che non merita di affermarsi.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'Inter che si deve vergognare perché beneficia del VAR, come se le regole fossero un privilegio a cui rinunciare.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'Inter che ha il calendario troppo facile, i glutei troppo gonfi, la rosa troppo corta, i giocatori troppo umorali, il centravanti che se fa i gol è reo di dimenticarsi della squadra e se fa qualcosa per la squadra è reo di dimenticarsi di segnare.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">L'Inter che ha 19 punti e deve scusarsene.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo le scuse, Inter: vogliamo le scuse di Spalletti perchè se non batti il Benevento 6-0 non vali un piffero, ma d'altronde se lo batti 6-0 sei capace di fare goleade solo con le squadre già condannate a retrocedere.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo le scuse di Brozovic, perché la doppietta da tre punti non conta nulla se la fai a Benevento, a Benevento segnano anche Pierre Wome e Sixto Peralta: non facciamoci impressionare.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo dire con convinzione che l'Inter vince a Roma per caso e per culo, ma anche essere impressionati dalla Roma che vince a San Siro creando la metà di quanto abbiano fatto gli avversari: conta il risultato, no?</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo essere esteti quando la squadra è risultatista, ma sentirci liberi di dire sticazzi all'estetica del Napoli perchè alla fine conta chi vince.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo stare nella nostra comfort zone in cui inveire sul fatto che Nagatomo e Candreva facciano espletare funzioni fisiologiche benché abbiano giocato bene a Benevento: a Benevento giocano bene anche Alvaro Pereira e Diego Forlàn, non scherziamo.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo poter convincere argomentando che l'Inter non può andare oltre il sesto posto, ma anche reputare una sconfitta morale non stravincere contro chiunque stia sotto le posizioni europee: in altre parole, vogliamo il passo Scudetto come minimo sindacale con una squadra che abbiamo dichiarato essere da Europa League col fiatone.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo poter tirare le pietre alla dirigenza perchè cambiando allenatore ogni sei mesi non avrai mai un progetto, ma anche dire a un allenatore in carica da quattro mesi che il gioco è uguale agli ultimi sei anni.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo la mentalità della prima Juve di Conte, che nelle prime sette giornate aveva fatto 13 punti facendo 9 gol e subendone tre: avere sei punti e cinque gol fatti in più sono dettagli trascurabilmente casuali, nella classifica della mentalità.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo poter asserire che i gol di Icardi vanno pesati a seconda del valore dell'avversario, ma anche aprire il caso Icardi se timbra con Fiorentina e Roma e resta a secco con Crotone e Benevento.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo una squadra che ci faccia esultare, ma anche stare alla finestra in attesa della prima sconfitta per premere il pulsante del "l'avevo detto io" prima di tutti gli altri.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo poterci affezionare all'aggettivo "mediocre" e provare quello strano senso di ebbrezza ed appagamento che ci dà abusarne, anche se fuori tempo e fuori luogo, anche se il suono diventa più importante del significato.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo fare la rivoluzione estiva sul mercato per poter gonfiare la sacca scrotale, per pretendere poi le garanzie e le sicurezze di una squadra collaudata e che si trova a memoria.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo una Società trasparente che ci dica come stanno le cose: il tifoso ha il diritto di sapere. Vogliamo poi puntare il dito su Ausilio se ci dice cose realisticamente deprimenti: il tifoso ha il diritto di sognare.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo i centrocampisti posizionali del Napoli, gli attaccanti di manovra della Roma, il mercato del Milan, il fatturato della Juve; vogliamo definire Skriniar una turca e paragonarlo una settimana dopo a Samuel, vogliamo lo spettacolo e il risultato, lo yin e lo yang, la botte piena e la moglie ubriaca, l'orgoglio e il pregiudizio, il delitto e il castigo, l'uno, il nessuno, il centomila; vogliamo consumare le partite come uno smartphone, abusarne per arrivare poi a dire che c'è di meglio in commercio, che il telefono fa schifo se telefona ma non fa le foto a 400 megapixel, che non vale niente se le sue prestazioni misteriosamente fanno calare la batteria.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo buttare via una squadra se ha problemi da risolvere e fare sfoggio di ricchezza e benessere prendendone una nuova in blocco, vogliamo vomitare rabbia contro i media faziosi per poi pendere dalle loro labbra ogni qualvolta mettono in circolazione una notizia denigrante.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo sensazionalizzare sui ragazzini con la mano sinistra e spendere per i campioni con la mano destra.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Quando stiamo meglio vogliamo stare peggio perchè stare meglio è chiaramente la fase antecedente allo stare peggio; quando stiamo peggio vogliamo stare meglio perchè stare peggio è chiaramente la fase antecedente allo stare meglio. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">V</span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">ogliamo avere un rapporto sessuale solo per svegliarci la mattina dopo e constatare che è stata una cosa di una notte e mai più. </span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo tante cose, ma non vogliamo 19 punti su 21: non sono divertenti, non sono avvolgenti, non sono confortevoli, sanno troppo di realtà e poco di sogni, sono troppo veri e poco verosimili.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Vogliamo le scuse, Inter: questi 19 punti parecchi di noi non li meritavano.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-87063416446967792942017-09-20T12:24:00.000+02:002017-09-20T12:51:38.619+02:00Tra palco e realtà<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzWphYnxAFMVhBrxkfLZg1TUkGJ8k8ECniQKnlr0kqUNCoCEWOTzrJi46DNQNN9_FH4cYhJf0SmNlZVvxz-Fjo6E_BqKqn1qOZ2vMehlLsTDVsDXLUPJHyNiovkgtViI0BvMottz9pWME/s1600/luciano-spalletti-tbw.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="610" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzWphYnxAFMVhBrxkfLZg1TUkGJ8k8ECniQKnlr0kqUNCoCEWOTzrJi46DNQNN9_FH4cYhJf0SmNlZVvxz-Fjo6E_BqKqn1qOZ2vMehlLsTDVsDXLUPJHyNiovkgtViI0BvMottz9pWME/s400/luciano-spalletti-tbw.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">I freddi, ma decisivi numeri portano un sorriso: l'Inter esce da due trasferte in tre giorni con un bottino di quattro punti, risultanti parte di una classifica che dopo un mese dice che la squadra di Spalletti ha perso per strada due punti sui 15 a disposizione.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Bene, bravi, bis: ma i sorrisi finiscono qua.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tutto il resto visto in queste due prestazioni era già stato accennato parzialmente contro la Spal e non lascia spazio a volti perfettamente distesi perchè evidenzia molto bene dove il mercato dell'Inter non è arrivato in estate. Già in molti avevano messo l'Inter sul palco delle grandi protagoniste, glissando sull'impressione generale destata dalla squadra e nascondendosi dietro il dito delle squadre chiuse che non permettevano a Icardi e compagni di proporre il loro calcio. Il castello di carte è caduto a Bologna, dove c'è stata una squadra propositiva che ha surclassato l'avversario per quasi un'ora e quella squadra no, non era l'Inter.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Bologna per più di un tempo ci ha dato un'idea generale di cosa accadrebbe se oggi andassimo ad esempio a giocare a Napoli (a proposito, succederà a un mese da oggi): ci ha messo sotto con poche semplici mosse, tra cui una condizione atletica molto più convincente, un gioco fluido a massimo due tocchi, qualità sugli esterni, una fase difensiva organizzata a cui è bastato mettere la museruola a Borja Valero con il raddoppio della punta su di lui per disinnescare le nostre velleità di gioco corale. Una mossa che Donadoni ha mutuato da Nicola: aveva funzionato con Budimir, ha funzionato con Petkovic. Una mossa elementare che ci porterà spontaneamente la domanda più temuta: "<span style="background-color: white; color: #6a6a6a; font-size: x-small; font-weight: bold; text-align: left;"> </span></span><span style="font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">È </span><span style="font-family: "trebuchet ms", sans-serif;">davvero tutto ciò che sappiamo e possiamo fare?".</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La risposta in questo momento è sì, perché la spina dorsale della manovra ha delle vertebre martoriate dall'osteoporosi: parlo ovviamente di Joao Mario, fragile ed inconsistente elemento che dovrebbe essere portante e sta finendo invece con il rendere paralizzato l'intero impianto di gioco. Lì sulla trequarti l'equivoco è ormai di una certa evidenza anche per chi non fa colazione con pane e tattica: il portoghese non sa interpretare il ruolo nelle sue fasi più cruciali, ovvero l'incisività in fase d'attacco e la capacità di prendere decisioni giuste al momento giusto. No, Joao Mario non ha tempi, passo e piede per ricoprire quella posizione fondamentale per Spalletti e ad essere sinceri la colpa non è nemmeno sua: di una quota gol, assist e pericolosità generale non soddisfacente per il ruolo occupato ce ne eravamo accorti benissimo già lo scorso anno, doveva intervenire il mercato, ma sappiamo com'è andata e Spalletti si ritrova a dover fare la zuppa senza avere il fuoco mai abbastanza caldo per portarla a cottura.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La pentola poi deflagra rumorosamente quando viene disinnescato Borja Valero e l'esplosione del problema influisce maledettamente anche sul rendimento di Icardi, che sappiamo bene non essere un top di gamma dal punto di vista delle soluzioni in manovra e che, a Bologna come a Crotone, non riesce proprio a rendere compatibile la sua letalità sotto porta con la capacità di giocare anche venti metri più indietro quando l'attacco diventa prevedibile ed affannoso.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il risultato, ahimè, diventa lo stesso di sempre: si attua un piano B che diventa convincente se Perisic è in stato individuale di grazia, ma diventa come ieri sera macchinoso e frustrante quando invece le sorti della manovra passano da Candreva che cercando Icardi solo in mezzo a 3-4 difensori finisce per fare il tiro al bersaglio su schiene, piedi e corpi avversari. Evidentemente, non potrà bastare a lungo per inanellare risultati positivi, quando fisiologicamente entreremo in una fase in cui gli episodi di gioco gireranno a sfavore.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La lettura più evidente è che il Borja Valero attuale non è Strootman, Joao Mario non è nemmeno cugino di sesto grado di Nainggolan e Vecino è un giocatore che diventa assolutamente anonimo se attorno a lui non c'è un sistema di gioco propositivo: tutte cose che sapevamo già, ma che ci hanno comunque permesso di mettere l'Inter su di un palco perchè l'idea alla base è golosa e vincente, ma gli ingredienti sono quelli che sono e anche aprendo il frigo per cercarne degli altri da inserire a ricetta in corso, il piatto piange.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Come uscirne? </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La soluzione più immediata sembrerebbe l'apertura ad un cambio modulo, quel 4-3-3 che tuttavia rischia solo di spostare la toppa da una parte all'altra del campo perchè, se è vero che il rendimento di Joao Mario da mezzala potrebbe avvantaggiarsene, resta da vedere cosa cambia in negativo negli equilibri d'attacco. Penso soprattutto al rischio di depotenziare Perisic, che dovendo coprire il campo più all'interno che all'esterno dovrebbe certamente rinunciare all'uno contro uno sull'out come vero e proprio stile di vita. </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un problema che potrebbe essere coperto da un terzino bravo almeno la metà di lui in questo fondamentale, si può scommettere su Dalbert ma sempre scommessa rimane: il certificato di garanzia in questo possibile cambio modulo non è di serie, ma passa da una moltitudine di variabili.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Rimane di positivo che i giocatori continuano a sembrare generalmente convinti di ciò che stanno facendo, la stragrande maggioranza di loro sa cosa fare in campo anche se poi non gli riesce, non sono al punto di perdere la brocca e lasciare che tutto vada a carte quarantotto.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La testa è ancora connessa e questa è la miglior base su cui fondare tutto il resto: è un castello di carte che per le 14 partite restanti da qui a gennaio potrebbe benissimo cadere (soprattutto a Napoli e a Torino sponda Juventus), ma su cui la differenza sarà fatta dalla capacità di rimettersi in piedi.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Da qui serve augurare il meglio a mister Spalletti, l'unico che può convincere la squadra di possibilità che al momento la squadra stessa non sa ancora di avere: "<i>o risorgiamo come collettivo o saremo annientati individualmente, centimetro dopo centimetro</i>."</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In questo saliscendi tra palco e realtà, non dobbiamo dimenticarci che siamo l'Inter.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E quando sei l'Inter, la tua unica realtà deve essere il palco.</span></div>
<br /></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-44233475623826546982017-09-11T13:47:00.002+02:002017-09-11T14:06:12.298+02:00Provviste per l'inverno<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHsC-AwB3aA8LAhdHEOOMVxnEYmodo-iGeiWqCnlXZxqFG4h60Y5u6fqLLDJQoKpRQwT9SJB_09ZdmQ3qZqqlam3K731wg9-e505f_TH5FSeIHIobu_H-ktdUo4AJv0VDfo_ySDXqyfWk/s1600/143511663-26386d37-65ab-44c3-ab2e-963ead262b3e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="560" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHsC-AwB3aA8LAhdHEOOMVxnEYmodo-iGeiWqCnlXZxqFG4h60Y5u6fqLLDJQoKpRQwT9SJB_09ZdmQ3qZqqlam3K731wg9-e505f_TH5FSeIHIobu_H-ktdUo4AJv0VDfo_ySDXqyfWk/s400/143511663-26386d37-65ab-44c3-ab2e-963ead262b3e.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Arriverà anche il tempo di cicaleggiare: la nuova Inter di Spalletti non strimpella ancora accordi in barré né canta melodie festaiole, ma nel fienile ha messo già il massimo delle provviste a disposizione nonostante uno degli avvii più ostici tra i suoi competitors.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Anche se, nel sudore lasciato a terra per avere ragione di una Spal organizzata e spessa, un assolo di rock'n roll lo ha regalato Perisic.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ma andiamo con ordine: Spalletti aveva già stilato un programma fedele della sua domenica in settimana, ammonendo sul fatto che chi si aspettava una gita di fine estate ci sarebbe poi rimasto male. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non era retorica, come non lo è mai quando parla lui: non può essergli sfuggito il percorso decennale del suo conterraneo Leonardo Semplici che ha fatto tappa anche nella sua Certaldo nel lontano 1992, in quell'anno in cui Lucianone finiva la sua carriera giocata nella vicina Empoli.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sapeva bene che Semplici non è più il commerciante che si dilettava da giocatore nel sottobosco toscano, ma è allenatore vero: è sempre quello che ha portato il Figline Valdarno dall'Eccellenza alla C1, sempre quello che ha fatto di Bernardeschi un giocatore pronto per il professionismo ai tempi della Primavera viola, sempre quello che ha riportato la Spal al massimo dopo 50 anni travagliati.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sapeva che la sua squadra era più forte, ma che non bastava: la sua doveva essere una squadra superiore a partire dal concetto di squadra.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nominando in conferenza stampa Gagliardini, che alcuni avevano già dato per disperso la mattina stessa, ha responsabilizzato il giocatore: "ho fiducia in te e te lo dimostro senza paura di farlo sapere al mondo". La chiave giusta per il numero 5 nerazzurro che alla fine risulterà il più sostanzioso tra i centrocampisti nerazzurri. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'innamoramento calcistico del tecnico per Perisic, che per lui si è esposto fin da subito a scapito di qualche probabile preordinata strategia di mercato, vive nel pezzo di bravura che ha sigillato i 3 punti con la ceralacca: magari Perisic non ti impatta sempre la partita con un piccone, ma te la chiude con il fiocco ed il bigliettino glitterato se decide che è ora.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E che dire di Skriniar, solo sabato profetizzato top mondiale entro un anno dall'allenatore e che oggi ci lascia il genuino dubbio su chi sia il leader difensivo tra lui e Miranda come non ci saremmo mai sognati di fare.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Spalletti parla tanto, ma non a caso: quando chiama in causa un'individualità relativa alla partita di cui sta parlando, c'è sempre un'ottima possibilità che abbia visto in quell'individualità la differenza tra una partita incompiuta ed una centrata. Anche Joao Mario, in una partita con un solo vero guizzo, ha spostato qualcosa procurandosi la massima punizione risultata poi capitale nell'economia della partita.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tutto benissimo, allora? No e sarebbe quantomai fazioso e fuorviante definire perfetta a metà settembre una squadra che sta rivoluzionando la sua filosofia.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La trequarti resta un cruccio: magari non passeranno tante piccole organizzate e tignose come la Spal di Semplici, ma quando arriva a San Siro una squadra chiusa e le porte da scardinare diventano più robuste l'Inter dà l'impressione di avere meno soluzioni offensive di quanto dovrebbe. In un deja vu, forse l'unico, di quanto visto lo scorso anno, la pedina sulla trequarti non riesce mai ad essere un offensivo che incide in maniera significativa negli ultimi 16 metri, con l'immediata conseguenza che col passare dei minuti si va sempre più sulle fasce e si diventa sempre più prevedibili. </span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La manovra rallenta, l'occupazione degli spazi in area diventa frammentaria e il risultato è che domenica su 30 cross totali solo 6 sono risultati utili per generare un'occasione da gol: il 20%, una percentuale davvero troppo deficitaria per risultare l'unica freccia nell'arco.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Può metterci una pezza Icardi muovendosi di più "a elastico", ma questo significherebbe sovraccaricare il finalizzatore per colmare la mancanza di un rifinitore incisivo e il problema rischierebbe solo di essere deviato anziché risolto.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una soluzione più percorribile potrebbe essere invece infoltire la mediana schierando contemporaneamente Vecino e Gagliardini e allargare il raggio d'azione dei due esterni per l'occupazione degli spazi centrali: come dire che se non hai un 10 convincente in squadra, puoi provare a giocartela con due 9 e mezzo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tutto questo Spalletti lo ha realizzato probabilmente nel secondo giorno di ritiro e per questa ragione ha chiesto il Nainggolan della situazione, o lo stesso Radja, senza però ottenerlo: una soluzione, interna o dal mercato, in qualche modo arriverà.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Al di là di limiti strutturali di cui abbiamo già parlato, molti tifosi interisti tengono la linea del "tanto abbiamo già visto come finisce con questi giocatori". Non li biasimo, ma quando ami e decidi di dare una seconda possibilità devi anche mettere in conto che il giudizio deve essere equo e coerente, altrimenti è meglio distaccarsi senza concedere l'opportunità di cambiare. Perché l'Inter vuole cambiare e questo è sotto gli occhi di tutti, farcela o meno è un discorso che non si può affrontare oggi.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Oggi bisogna guardare la dispensa e vedere i 9 punti che la squadra ha messo via per rendere rimediabili gli inevitabili periodi di magra e flessione: arriverà anche il tempo di cicaleggiare.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>NOTA A MARGINE 1</b>: 57.235 spettatori. Sotto la pioggia, alle 12.30, contro una squadra che non vedeva la A dal 1967. Un'interista non è mai mai mai domo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>NOTA A MARGINE 2</b>: Il chiacchiericcio sull'utilità del VAR mi ricorda chi chiede di adeguare in sicurezza un incrocio pericoloso e quando poi ci passa recrimina sul fatto che quell'incrocio così com'è gli svilisce il suo collaudato stile di guida.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La verità sul VAR è una sola e varrà anche quando la decisione sarà avversa: rendere più regolare una partita di calcio è cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza per la Serie A.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Amen.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-39468571917051718212017-02-25T18:58:00.000+01:002017-02-25T19:02:48.467+01:00E se la Roma vince l'Europa League? <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<h3 style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>Ovvero: come convivere con il fatto che non esistono scorciatoie per qualificarsi in Champions League.</i></span></h3>
<div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNNkyxG4i99BByvA5HHncEvE_WxrL6_xmbHmr6hd3sv6nH2VCJihj4esLUdk_7TVDa7MzG7lkCo-PpABxNhx6_6svjAuROigarPvlN50a8MPcllanD_AekgzcOhobmKIrhBserymWmoXc/s1600/Roma-Villareal-Europa-League-in-tv.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNNkyxG4i99BByvA5HHncEvE_WxrL6_xmbHmr6hd3sv6nH2VCJihj4esLUdk_7TVDa7MzG7lkCo-PpABxNhx6_6svjAuROigarPvlN50a8MPcllanD_AekgzcOhobmKIrhBserymWmoXc/s400/Roma-Villareal-Europa-League-in-tv.jpg" width="400" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Succede tutti gli anni, da tre stagioni a questa parte.<br />Da quando la vittoria dell'Europa League garantisce l'accesso alla Champions League, non appena una squadra italiana accede agli ottavi di finale iniziano i calcoli forsennati da parte di chi vede difficile la qualificazione alla Champions League via campionato (le milanesi, in particolare).<br />Eccoci alla fatidica domanda: che cosa succede, o meglio quali sono i vantaggi collaterali, se la Roma vince l'Europa League?<br />Intanto la questione è posta in modo facile e leggero, ma la prima cosa da notare sarebbe il primo trofeo continentale ufficiale portato a casa dalla squadra giallorossa: la Coppa delle Fiere del 1961 non è infatti annoverata dalla Uefa nel palmarés ufficiale, dal momento che ha assunto il controllo del torneo solo nel 1971.<br />Se gli uomini di Spalletti faranno la storia, cosa d'altra parte non impossibile visto che la compagine giallorossa è indubbiamente sulla carta una delle migliori della competizione, prima di arrovellarsi sui cavilli regolamentari per capire come andare in Champions con la scorciatoia è bene partire dai seguenti, immutabili presupposti:<br /><br /><b>1) I posti assegnati ad ogni campionato non possono mai cambiare nel corso della stagione salvo casi eccezionali (tipicamente mancata licenza Uefa o squalifiche per illecito sportivo o violazione del FPF): per l'Italia, ancora per un anno, sono tre e rimangono tre salvo i casi extra campo di cui sopra.</b><br /><b>2) Chi vince l'Europa League NON ha attualmente la garanzia di accedere ai gironi di Champions League, ma può anche disputare i preliminari (regola che viene applicata per l'ultima volta, dalla prossima edizione la fase a gironi sarà garantita).</b><br /><b>3) Il piazzamento in campionato ha sempre la precedenza sul piazzamento nelle coppe, quindi per un club che si qualifica in Champions dal campionato e vince anche l'Europa League, la qualificazione in Champions sarà dipesa dal piazzamento in campionato.</b><br /><br />Abbiamo ora la possibilità di fare calcoli e ragionamenti partendo da elementi che avremo sempre e comunque sul tavolo: sappiamo pertanto prima di fare qualunque calcolo che, in accordo al punto 1 di cui sopra, la quarta classificata della Serie A 2016-17 non andrà mai in Champions League salvo fattori extra campo.<br />Sappiamo anche, in virtù dei punti 2 e 3, che non esiste nella composizione dei gironi di Champions un posto riservato alla vincitrice dell'Europa League.</span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxL1IIUM77S7YgGK0UyZ6qq0j-W_zkCDvQeIZYQjv73LgYgUL7ob_LUxiBPPJYXozU8ezPIuYfg2eyv-PAkUcnBUh3rejgeiwTvEsF4dhvWN4_ciUkRzxpNHscrrUwDkbTGGqTmhoeb-Y/s1600/CL+ACCESS+LIST.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxL1IIUM77S7YgGK0UyZ6qq0j-W_zkCDvQeIZYQjv73LgYgUL7ob_LUxiBPPJYXozU8ezPIuYfg2eyv-PAkUcnBUh3rejgeiwTvEsF4dhvWN4_ciUkRzxpNHscrrUwDkbTGGqTmhoeb-Y/s400/CL+ACCESS+LIST.PNG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ecco i posti riservati per l'accesso diretto alla fase a gironi della Champions League 2017-18: come visibile, c'è un posto riservato per la detentrice della Champions League ma non c'è un posto riservato alla vincitrice dell'Europa League (<i>Fonte: Wikipedia</i>)</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ora, torniamo alla nostra realtà parallela in cui siamo a giugno e abbiamo appena visto la Roma alzare l'Europa League al cielo di Stoccolma e vediamo cosa succede di conseguenza nelle coppe europee.<br /><br /><b>ROMA QUALIFICATA DIRETTAMENTE ALLA FASE A GIRONI UCL (primo o secondo posto in Serie A)</b>:<br />In questo caso non ci sono cambiamenti di nessun genere: la Roma accede dal campionato e il posto per la vincitrice dell'EL non viene semplicemente sfruttato.<br />Se la detentrice della Champions si qualifica per la fase a gironi dal campionato, creando un posto vacante, quel posto sarà occupato dai campioni della federazione tredicesima in Ranking (Repubblica Ceca).<br /><b><br />ROMA QUALIFICATA PER I PLAYOFF DELLA UCL (terzo posto in Serie A):</b>In questo caso la situazione della Roma dipende dalla situazione di chi vince la Champions League 2016-17:</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">● <i>Se la vincitrice della UCL si qualifica per la fase a gironi dal campionato</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il posto riservato alla detentrice della Champions rimane vacante e la Roma può così avanzare alla fase a gironi grazie alla vittoria dell'Europa League. Nessuna italiana sarà dunque coinvolta nelle fasi preliminari del torneo, che verranno ribilanciate di conseguenza.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">● </span><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Se la vincitrice della UCL non si qualifica per la fase a gironi dal campionato</i><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />Il posto riservato alla detentrice della Champions può essere occupato e non si crea alcun posto vacante nella fase a gironi della UCL.<br />La Roma pertanto non ha titolo per accedere alla fase a gironi ed inizia comunque dai playoff.<br /><br /><b>ROMA NON QUALIFICATA ALLA UCL (dal quarto posto in giù in Serie A)</b><br />Questo è il solo caso in cui l'Italia può avere quattro posti in Champions e gli scenari si sviluppano così:</span><br />
<div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">● <i>Se la vincitrice della UCL si qualifica per la fase a gironi dal campionato</i></span></div>
<div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il posto riservato alla detentrice della Champions rimane vacante e la Roma può così avanzare alla fase a gironi grazie alla vittoria dell'Europa League. La terza classificata in Italia gioca normalmente il playoff.</span></div>
<div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">● </span><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Se la vincitrice della UCL si qualifica per i playoff dal campionato</i><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />Il posto riservato alla detentrice della Champions può essere occupato e non si crea alcun posto vacante nella fase a gironi della UCL.<br />Si crea invece un posto vacante nei playoff, che verrà occupato dalla Roma come vincitrice dell'Europa League. Al playoff ci sarà anche la terza classificata italiana.</span></div>
<div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">● </span><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Se la vincitrice della UCL non si qualifica in UCL dal campionato</i><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />Il posto riservato alla detentrice della Champions può essere occupato e non si crea alcun posto vacante nella fase a gironi della UCL, la Roma inizia quindi dai playoff come vincitrice dell'Europa League.</span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dal momento che non ci sarebbero posti vacanti nemmeno nei playoff e la Roma rende irregolare il numero di squadre che vi partecipano, per ribilanciare il turno la terza classificata italiana (quarta nazione del ranking) viene retrocessa al terzo turno preliminare, essendo così costretta a giocare due preliminari prima di poter accedere alla fase a gironi.<br /><br /><br />Dopo aver ispezionato tutti i casi possibili, ecco le conclusioni che possiamo tirare:</span><br />
<b style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">1) In nessun modo legato ai risultati la quarta classificata della Serie A 2016/17 può accedere alla Champions League 2017/18 </b><br />
<b style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">2) Il posto in Champions per la vincitrice dell'Europa League rappresenta un posto aggiuntivo se necessario e non un posto garantito. Non c'è quindi necessità di riassegnare il posto se la vincitrice dell'EL è già qualificata dal campionato.</b><br />
<b style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">3) Queste regole cessano di essere valide da Agosto 2017, in cui inizierà il primo campionato soggetto alla nuove regole che assegnano all'Italia quattro posti alla fase a gironi UCL</b><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />Se siete arrivati fino a qua vi consiglio innanzitutto di prendere un'aspirina per riprendervi dal contorto regolamento UEFA attuale e poi, se ci avevate creduto, di convivere serenamente con la realtà dei fatti: non ci sono scorciatoie per l'accesso alla Champions League che possano dipendere dai risultati sul campo.</span></div>
<div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci risentiremo più avanti per delineare nei dettagli la formazione delle coppe europee 2017-18.</span></div>
</div>
</div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-69446857385083483072017-02-21T11:39:00.000+01:002017-02-21T11:39:17.417+01:00Perché stasera dovreste guardare il Monaco<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin4ogA7A4gaQve7vVJgJw3PF8_DFDHU8_8MAOB6jgoYYSQi3HKpWEnPYuKw9f9leb1CIXXytdB3s9S9sdy0ZUn1zYdIUK4h4IcLbN0M9ene1_lBFVelH5QDZ3glsJl68Ly2a9z181LwbQ/s1600/AS-Monaco-Squad-Roster-Players-Numbers-201617-1617-Season.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin4ogA7A4gaQve7vVJgJw3PF8_DFDHU8_8MAOB6jgoYYSQi3HKpWEnPYuKw9f9leb1CIXXytdB3s9S9sdy0ZUn1zYdIUK4h4IcLbN0M9ene1_lBFVelH5QDZ3glsJl68Ly2a9z181LwbQ/s400/AS-Monaco-Squad-Roster-Players-Numbers-201617-1617-Season.png" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
Questa sera Mediaset dà a tutti una grande possibilità, vedere in chiaro (Canale 5) quello che sulla carta potrebbe arrivare ad essere il miglior ottavo di finale della Champions League: Manchester City-Monaco.<br />
<br />
Sul City di Guardiola sappiamo tutto, meno sappiamo sul Monaco: la squadra con Jardim non ha mai giocato così bene, con un classicissimo 4-4-2 che ha reso i monegaschi fino a questo momento il miglior attacco d'Europa (76 gol segnati) con cui comandano la Ligue 1 all'assalto di un titolo che manca da ben 17 anni.<br />
<br />
La squadra è la massima espressione dello scouting: tolto un Falcao tornato sui livelli di 3-4 anni fa e la vecchia conoscenza Kamil Glik, sono quasi tutti giovani, sono quasi tutti fortissimi ed insieme diventano quella che io personalmente ritengo una delle più belle squadre d'Europa.<br />
L'età media degli 11 che dovrebbero scendere in campo stasera è di circa 25 anni e solo perchè il nostro connazionale Raggi (32 anni) sostituirà l'infortunato Jemerson (24, è lui il titolare).<br />
<br />
Ecco i cinque nomi che dovreste seguire molto attentamente stasera, per i più attenti appassionati nessuno di loro risulterà nuovo.<br />
Sono tutti under 25 su cui si può scommettere l'entrata nell'orbita della nazionale francese in brevissimo tempo:<br />
<br />
<b>SIDIBE</b>: Uno dei primi colpi di Antonio Cordon (l'artefice del "miracolo" Villarreal ove è stato DS dal 1999 al 2016) si è rivelato una grande intuizione: terzino di 24 anni che non avrebbe nessun problema a fare il fluidificante. Atleticamente bestiale, ambidestro, piede discretamente educato, visione di gioco. Stasera lo vedremo sulla destra.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQBHlDTxrtlFWksbAyJPIOqSjHSZa1CYps_Hph7LtYWjj5oaqKg0oX3Gt3sFrdzcbdozY2MwAPWMM-s0anrSnRHYPYsYfh_qaH_qy2V7RLyqWqc35LXy5Nl_FLd8tO8DaP27Clje83lOE/s1600/djibril-sidibe.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQBHlDTxrtlFWksbAyJPIOqSjHSZa1CYps_Hph7LtYWjj5oaqKg0oX3Gt3sFrdzcbdozY2MwAPWMM-s0anrSnRHYPYsYfh_qaH_qy2V7RLyqWqc35LXy5Nl_FLd8tO8DaP27Clje83lOE/s320/djibril-sidibe.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><br />
<b>MENDY</b>: è il terzino sinistro ed è stato prelevato dall'OM in estate. Due anni in meno di Sidibe e pare destinato a diventare anche più forte, ha un po' meno prestanza atletica ma più disciplina tattica e un sinistro fantastico con cui ha messo la firma su 5 assist in 17 partite.<br />
Indiziato a cambiare maglia per tanti soldi a fine stagione, su di lui è piombato proprio il City, ma il Napoli ci sta lavorando da parecchio tempo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx6rZAHsWGd1h1yw79Aoz885Mcu3IEa8AH8Tn-VNHLAsTz4BIKApHbn9rm4TmIoIZyXoKkjrpwZ4GzOBYDswms000pyBUTX-34NAYqvTudYx3_SUJ-TR-OTGk3lHE9d1r2a01KpFrBvTs/s1600/Benjamin-Mendy-791647.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx6rZAHsWGd1h1yw79Aoz885Mcu3IEa8AH8Tn-VNHLAsTz4BIKApHbn9rm4TmIoIZyXoKkjrpwZ4GzOBYDswms000pyBUTX-34NAYqvTudYx3_SUJ-TR-OTGk3lHE9d1r2a01KpFrBvTs/s320/Benjamin-Mendy-791647.jpg" width="320" /></a></div>
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<b>BAKAYOKO</b>: La Francia ha recentemente trovato uno come Kanté, ma potrebbe anche aver già individuato il suo erede. Tiemoué Bakayoko, classe '94, è un mediano perfetto per equilibrare una squadra tecnica e dinamica, come il Monaco 2016-17. Personalmente lo vedrei benissimo in un 4-2-3-1.<br />
La struttura fisica e le doti di interdizione sono da Top Player, le geometrie e la partecipazione offensiva ancora no. Tuttavia è uno dei migliori recupera palloni d'Europa in questa stagione e lo fa in modo molto pulito, in proporzione al suo ruolo prende pochissimi cartellini.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkmR_9IS2UynLhsYCfOT2SceaY1AKvspj8bGFBTNg0UFCmNYPKN-rukWaBHg7V_d_IwV0hKIUb7YfQoYgc9ApDURW2i3FmiS6Cw3-vGnCp9J0s6eTe8zkjQsYdNVCLgUQgfkVl_rqEUhM/s1600/bakayoko.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkmR_9IS2UynLhsYCfOT2SceaY1AKvspj8bGFBTNg0UFCmNYPKN-rukWaBHg7V_d_IwV0hKIUb7YfQoYgc9ApDURW2i3FmiS6Cw3-vGnCp9J0s6eTe8zkjQsYdNVCLgUQgfkVl_rqEUhM/s320/bakayoko.jpg" width="320" /></a></div>
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<b>LEMAR</b>: centrocampista offensivo e mancino puro, lo ritengo il giocatore più migliorato in questa stagione del Monaco, dove non solo ha trovato continuità nel giocare ma anche nella presenza in zona gol: ne ha segnati 7 e ha servito 6 assist. Brevilineo e piccolo di statura (1.70 mt), sguscia con rapidità ed ha una tecnica già invidiabile. Se è in giornata, col sinistro fa ciò che vuole.<br />
Jardim lo impiega e lo impiegherà anche stasera da centrocampista laterale nel 4-4-2, ma personalmente non credo avrebbe problemi ad interpretare qualunque ruolo dietro la punta in un 4-2-3-1.<br />
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<b>MBAPPE</b>: Diventato ormai il mio pupillo prediletto, per quanto mi riguarda è senza ombra di dubbio il classe '98 più forte del mondo.<br />
Formato nel vivaio monegasco, ha giocato per diverso tempo da esterno offensivo ma Jardim sta facendo di lui una punta completa considerandolo, nonostante i 18 anni compiuti da soli due mesi, il primo cambio del Monaco in attacco.<br />
Potente, tecnico, lunghe leve, moderno, letale nell'uno contro uno e tremendamente prolifico (un gol ogni 102' nella prima stagione da professionista). In Francia sono certi sia qualcosa di molto molto vicino a Thierry Henry, io mi limito a scommettere ad occhi chiusi sul fatto che finirà in un top club europeo per tanti, tanti soldi entro la fine del 2019.<br />
Questa sera quasi certamente non partirà titolare, ma se Jardim vorrà tentare di segnare un prezioso gol fuori casa e non ci fosse riuscito dopo un'oretta di gioco, certamente chiamerà il ragazzino all'ingresso in campo.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3Amkf52VluA7CIZQky4QtOKp5_uh7eSiQ2_CPWwIADPR8HG3kWJS0dAco3u05ksX05L-ZoYlNXwnDysj0uOBvTNlikEW9UMg8_U8bFXo9gWE-6WP2oiv51UaWzfyqaNkGfM_4ksoyMKM/s1600/mbappe.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3Amkf52VluA7CIZQky4QtOKp5_uh7eSiQ2_CPWwIADPR8HG3kWJS0dAco3u05ksX05L-ZoYlNXwnDysj0uOBvTNlikEW9UMg8_U8bFXo9gWE-6WP2oiv51UaWzfyqaNkGfM_4ksoyMKM/s320/mbappe.jpeg" width="320" /></a></div>
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Ho approfondito questi nomi, ma la cosa fantastica è che dietro questi "4 titolari e mezzo" sono già pronte delle riserve già pienamente all'altezza: penso a Gabriel Boschilia (centrocampista offensivo) purtroppo messo KO per tutta la stagione dal maledetto legamento crociato, Almamy Toure (terzino), Abdou Diallo (difensore centrale).<br />
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E allora, dite la verità: vi è venuta voglia di guardare il Monaco, da qui a fine stagione?<br />
Iniziate da questa sera, su Canale 5, alle ore 20.45.</div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-32166011335755382392017-02-01T11:55:00.000+01:002017-02-01T12:54:40.543+01:00Le lezioni da imparare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibC7RsmX_QHkXu8PMdODvxItYU5fDNKRlijv2aUrIZYLX2dpE8RiwMYA-3Uqm-GiETYzNr2vO57Y4QN3uh8IaO4KQrbGMqkFju2nt2XI0KNc1WcTezBAoUmcSDRfCh7GlMBGSG2f7_V30/s1600/inter-lazio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibC7RsmX_QHkXu8PMdODvxItYU5fDNKRlijv2aUrIZYLX2dpE8RiwMYA-3Uqm-GiETYzNr2vO57Y4QN3uh8IaO4KQrbGMqkFju2nt2XI0KNc1WcTezBAoUmcSDRfCh7GlMBGSG2f7_V30/s400/inter-lazio.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non ho trovato il tempo per commentare la sporca affermazione a Palermo e l'agevole, nonostante le sterili polemiche, vittoria sul Pescara.<br />A conti fatti è stato meglio, perché i veri contenuti su cui sciorinare qualcosa di utile per il futuro sono venuti fuori soprattutto nella partita di Coppa Italia con la Lazio, persa in casa dando l'addio all'ultimo possibile trofeo stagionale.<br />Premessa: la Coppa Italia era sicuramente un interessante approdo e l'ottima occasione per mettere di nuovo le mani su un trofeo, sei anni a veder alzare coppe agli altri sono comunque troppi per l'Inter.<br />Non deve però trasformarsi ora nell'ossessione che sto leggendo in molti casi in giro per il web, come se la stagione fosse finita sul calcio d'angolo che ha sancito la resa nerazzurra nel trofeo da cui partì l'ultimo ciclo vincente.<br />La partita era importante, ma non posso considerarla un crocevia stagionale; lo farei se l'Inter galleggiasse tra sesto e settimo posto alla ricerca di un posticino in Europa League anche dalla porta di servizio, ma la situazione che Pioli ha apparecchiato in campionato dice cose ben diverse, almeno per il momento.<br />L'obiettivo stagionale non erano Coppa Italia né Europa League, stiamo parlando di plus da aggiungere al vero bersaglio nerazzurro che è lo stesso di sempre: il ritorno in Champions League. Lo è sempre stato ed i numeri di inizio febbraio dicono che esiste la possibilità di prenderlo, anche senza il risultato pieno a Torino giacché le due principali contendenti dovranno passare più avanti dall'esame Juventus.<br />Data l'attuale situazione, a parere dello scrivente, non è possibile dare giudizi <i>en tranchant</i> sulla stagione prima di metà marzo soprattutto perché era fisiologico che, dopo un mese e mezzo di scelte azzeccate e letture brillanti, Pioli avrebbe prima o poi commesso qualche errore.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E visto come il tecnico ha sistemato in modo convincente i cocci di un'Inter che a metà novembre non c'era più, è più che lecito attendersi con fiducia che gli sbagli di ieri siano lezioni da imparare per trovare i rimedi.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Prima lezione imparata: questa squadra con questo sistema di gioco non può assolutamente fare a meno di Roberto Gagliardini.<br />Senza di lui manca l'equilibratore che fa da elastico tra difesa e centrocampo, quel giocatore che vede lo svolgimento del gioco con qualche secondo di anticipo e sa quali linee di campo percorrere per non sfilacciare e sbilanciare mai la squadra.<br />Kondogbia, pur da me apprezzato nella partita di ieri, non ha il passo per riuscirci mentre Brozovic in relazione alla disciplina tattica è un cane sciolto. Quello dell'equilibratore è un ruolo da cui non si può prescindere nell'Inter di Pioli e Gagliardini è davvero l'unico della rosa ad avere queste caratteristiche. Le aveva anche Melo, pur molto meno potenziate, che infatti non aveva destato cattiva impressione nelle sue ultime uscite in nerazzurro.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2_R4JWjfVfQf_ArnsaeJB90-6PYPOFZd7qrrzRJIbOi-C96Lf9KNVBr5tlQF83d_5u5VoekUACxdr96dsNN068KtVyQQ35EcbbIhTjU0R5WP934U1UbG_kvXtd_cajlWVIwu9MeBCE4Y/s1600/CONTROPIEDE+2.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2_R4JWjfVfQf_ArnsaeJB90-6PYPOFZd7qrrzRJIbOi-C96Lf9KNVBr5tlQF83d_5u5VoekUACxdr96dsNN068KtVyQQ35EcbbIhTjU0R5WP934U1UbG_kvXtd_cajlWVIwu9MeBCE4Y/s400/CONTROPIEDE+2.PNG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alla mezz'ora e già sotto di un gol, l'Inter subisce un contropiede inconcepibile: manca un uomo che capisca la linea di passaggio laziale prima che avvenga. Non è Miranda che indietreggia, non è Kondogbia che si accorge in ritardo del buco e non è Ansaldi che in partenza è già bruciato dall'avversario.<br />
Quell'uomo poteva essere Gagliardini?</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vedo perciò un Gagliardini impossibile da tirar fuori con Brozovic e Kondogbia a giocarsi il ruolo dello sparring partner, a seconda delle caratteristiche che la partita richiede. Che il francese sia un giocatore ritrovato nel momento in cui ha avuto compiti precisi in un assetto tattico definito è un fatto inopinabile ed ormai nascosto solo ai suoi detrattori che non vogliono più tirar indietro la mano, che Brozovic abbia i colpi per svoltare un match lo è altrettanto. Un tecnico a cui l'acume e la minuziosità nella tattica non sono mai mancati in questa esperienza dovrebbe essersi accorto di come cambia in negativo l'Inter senza una figura di equilibrio, esponendosi a praterie in cui l'avversario banchetta, soprattutto se può contare sulla velocità di Felipe Anderson.</span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /><br />Secondariamente, l'Inter ha un problema che si chiama Ansaldi: se è vero che l'ex Genoa può potenzialmente creare un valore aggiunto alla fase offensiva, è altrettanto evidente che in difesa non sa da che parte iniziare.<br />Uno dei difetti atavici di Ansaldi è la chiusura delle diagonali, fondamentale imprescindibile a questo livello. Solo negli ultimi venti giorni ho visto lo stesso errore ripetuto tre volte: su De Paul a Udine (palo), col Bologna in Coppa Italia(gol di Donsah) e sul gol di ieri di Felipe Anderson. E l'errore da matita rossa è quello di guardare solo la palla disinteressandosi del diretto avversario che anche ieri, con un movimento ben riuscito ma basilare, ha colpito in beata solitudine. Senza considerare le autostrade lasciate al brasiliano per tutto il primo tempo, con Perisic costretto ad accorciare anche per 60-70 metri per rimediare ai buchi.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlZm5k3xpCGkTHPXCz9ufziNZF52dEp4qa30Z4l2X2ssV_2zearVq0NPuP9sxtnArhScjkg1F2EjLfzwA5MIs6Fs0NTXbGUJCk_cKxsD-NVLereYNHwSBaxYn2VoEcpOP3NK2KlLUj26A/s1600/ANSALDI+SGUARDO.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlZm5k3xpCGkTHPXCz9ufziNZF52dEp4qa30Z4l2X2ssV_2zearVq0NPuP9sxtnArhScjkg1F2EjLfzwA5MIs6Fs0NTXbGUJCk_cKxsD-NVLereYNHwSBaxYn2VoEcpOP3NK2KlLUj26A/s400/ANSALDI+SGUARDO.PNG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 12.8px;">Errore marchiano di Ansaldi: sarebbe in netto vantaggio su Anderson, ma non lo sa perché non si sta curando di cosa gli succede attorno, ma solo della palla...</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwa2-DG0qf9I9t5AJJEWu1WIzhHYwBqBWZv-sI6yVtj2S5BMA2L0re_iHHx68GfIeuLfl9inevDlzCqBNEARoQU-H2A_hHSHQVd3okpbo1ruRw9Mp3228yjQmLu_9HXFKmtiampPMUkQo/s1600/ANSALDI+SI+ABBASSA.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwa2-DG0qf9I9t5AJJEWu1WIzhHYwBqBWZv-sI6yVtj2S5BMA2L0re_iHHx68GfIeuLfl9inevDlzCqBNEARoQU-H2A_hHSHQVd3okpbo1ruRw9Mp3228yjQmLu_9HXFKmtiampPMUkQo/s400/ANSALDI+SI+ABBASSA.PNG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">...e due secondi dopo sembra fare altrettanto, abbassandosi come a voler colpire un pallone che era già palesemente nella disponibilità avversaria invece di contrastare alto Anderson che in questo modo può impattare senza disturbo.</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br />Purtroppo non parliamo più di una serata storta o di un caso isolato compensato da prestazioni confortanti nel mezzo: io mi arrendo all'evidenza che Ansaldi non sia un terzino e non abbia i fondamentali per farlo in Serie A. Suppongo che da quinto di centrocampo, senza specifici compiti di copertura che diventano talvolta decisivi, possa dare una mano alla squadra, ma nel suo attuale ruolo è molto più decisivo in negativo dietro di quanto non lo sia in positivo davanti.<br />Il mercato non ha purtroppo portato alcuna alternativa credibile nel ruolo, ma se fossi in Pioli inizierei a provare altre soluzioni: domenica sera, al cospetto di Cuadrado, farei più affidamento su Nagatomo che magari è anche limitato e poco presente in fase di spinta ma un errore difensivo come quello che Ansaldi ripete da settimane non gliel'ho mai visto fare.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Terza considerazione: c'è una oggettiva difficoltà, e non da ieri sera, a sviluppare gioco sulla trequarti centrale.<br />Banega ieri sera ha confermato la tendenza a non trovare mai una posizione convincente quando gioca lì e le trame verticali dei primi 20' sono state un'illusione: quando la Lazio ha capito i movimenti mai troppo sicuri dell'ex Siviglia, lo ha imbrigliato in un vicolo cieco da cui <i>el Tanguito</i> non è mai più venuto fuori.<br />Il risultato per l'Inter è stato ciò che abbiamo visto mille volte: gioco solo sulle fasce, orizzontale, alla mano per una montagna di cross che già non arrivavano a destinazione con Icardi in area, figuriamoci con Palacio. <br />Con Joao Mario questa tendenza cambia in meglio, ma solo a tratti e solo perchè il portoghese ha di per sé una duttilità che gli permette di trovare posizioni ibride, soprattutto sulle fasce, che permette di accentrare a turno uno tra Candreva e Perisic e mandare in tilt la macchina difensiva dell'avversario. Dopo lo 0-2 ed il rosso, infatti, l'Inter è passata di più per vie centrali sull'asse Brozovic-Joao Mario, cosa mai riuscita con Banega in campo.<br />Urge quindi considerare che fare per il futuro: se si vuole tenere questo modulo abbinato a questo stile di gioco, Banega è a mio modo di vedere un fardello più che un valore aggiunto, mentre Joao Mario può crescere ma sarà sempre un trequartista ibrido ed atipico. Ancora una volta si intravede qualche difetto strutturale nella costruzione della squadra titolare e nella profondità della rosa, uno dei principali problemi che ci hanno fatto girare al largo dalla lotta al vertice prima ancora di iniziare il campionato.<br /><br />Ultimo, ma non meno importante, dobbiamo capire se c'è un problema mentale nell'affrontare le partite da dentro o fuori: si era visto molto bene in Israele a novembre, poi l'Inter è risorta in campionato ma ha riaperto in coppa con il Bologna una partita che aveva già parzialmente messo in ghiaccio rischiando di perderla ed infine ha concesso ieri alla Lazio ben oltre quanto non dica il risultato finale.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Pur senza il background dell'eliminazione diretta, questa situazione di una partita dove non c'è ritorno prima o poi si presenterà anche in campionato: penso soprattutto ai due scontri diretti con Roma e Napoli, soprattutto il primo dei due perché non è lontano.<br />Vincere vorrebbe dire credere perfino nel secondo posto, perdere significherebbe fare un consistente passo al di fuori dell'obiettivo prefissato: avremo lì una significativa controprova sulla maturità della squadra nelle situazioni decisive, perché in fondo potrebbe essere anche solo un problema legato alle coppe in questa stagione sulle montagne russe.<br /><br />Domenica c'è la Juventus e non posso fare finta di ignorarlo, ma perdere sul campo di una squadra che in casa ha fatto bottino pieno senza mai toccare nemmeno il rischio di perdere una delle undici partite finora giocate, per me non sarebbe scandaloso.<br />Purché le lezioni della Coppa Italia siano imparate ed assimilate, trasformandosi in energia positiva per i prossimi, decisivi, due mesi di campionato.<br />Altrimenti sì, la campanella di fine stagione suonerà davvero molto prima del tempo.</span><br />
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<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-19700255528860666412017-01-16T11:39:00.001+01:002017-01-16T12:05:04.204+01:00Pioli N°5<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRxLf5DyycDNUdcmmTwGFHnzxaICSJlVyUqAjh-VryGJDkLZZKyLHOSe0re3C5pWHy3ICHMQLBTGRxRBcbe8II6DD6pAMTFXXpnH5TOfncUDsOWT-dVoaxC2-xYGXhc7INI-cQDMWHheU/s1600/GettyImages-630961232.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><img border="0" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRxLf5DyycDNUdcmmTwGFHnzxaICSJlVyUqAjh-VryGJDkLZZKyLHOSe0re3C5pWHy3ICHMQLBTGRxRBcbe8II6DD6pAMTFXXpnH5TOfncUDsOWT-dVoaxC2-xYGXhc7INI-cQDMWHheU/s400/GettyImages-630961232.jpg" width="400" /></span></a></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Le fragranze uniche ed inconfondibili le si riconoscono al</span><span style="font-family: 'trebuchet ms', sans-serif;"> primo colpo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quando l’olfatto si attiva e quelle fragranze entrano in circolo, affiorano alla mente immagini e sensazioni, forme e colori, stati d’animo ed alchimie.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La scia di profumo che riempie i sensi da sabato sera, pur essendo stata presente anche prima, riporta a piccoli momenti di trionfo, sensazioni di sicurezza ed autostima, un che di eccitante ed elettrizzante nel volgere lo sguardo verso il futuro.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Se le prime due versioni di questa fragranza erano embrionali, la terza ha iniziato a sprigionare un’essenza molto definita e la quarta ha perso un po’ della sua forza mischiandosi al sudore, sulla quinta di dubbi non ce ne sono: è la fragranza tipica dell’Inter di Pioli.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">A cominciare dall’atteggiamento dell’avversario: sembrano davvero lontani i tempi in cui la medio-piccola di turno accarezzava la folle idea di farsi un picnic a San Siro con tanto di banchetto allestito per un suo risultato storico.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il Chievo di Maran deve aver visto il rendimento dell’Inter negli ultimi due mesi a San Siro (cinque vittorie di fila, mediamente tre gol a partita realizzati) e facendosi due conti aver deciso che il buffet da tre punti poteva serenamente diventare un pranzo al sacco da un punto.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non inganni, in caso di mancata visione del match, la mezz’ora di gioco in cui i mussi si sono ritrovati con la testa avanti perché il gol di un Pellissier eterno e ancora di un’altra categoria rispetto ai compagni non è frutto di una ricerca studiata del bersaglio, ma di un tentativo di sortita offensiva, più per ossigeno alla difesa che per convinzione, andato oltre le più rosee aspettative.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il confronto nella zona nevralgica, quella di mezzo, è senza storia sin dalle prime battute: nonostante un uomo in meno, Gagliardini e Kondogbia bastano e avanzano per desinare sul capo dei tre clivensi, con il solo Castro a permettersi di tanto in tanto qualche soddisfazione sui contrasti.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mentre mi rendevo testimone di questo atto di forza, pensavo che in altre epoche avremmo probabilmente visto nella stessa zona Medel a uomo su Birsa</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il ragazzo arrivato dalla provincia, con un numero di maglia che sembra un preambolo logico alla fragranza che si diffonderà a fine partita, gioca con la sicurezza di chi ha capito perfettamente cosa deve fare in campo: accorcia, difende, palleggia, svaria, trova addirittura l’inserimento andando a svolgere il lavoro che ad un Joao Mario con le pile scariche non riesce.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Capire cosa fare in campo non è un concetto facile né garantito nell’Inter degli ultimi anni: se il Gaglia gioca con ordine e convince è anche perché l’impianto tattico è consolidato e, fino a questo momento, vincente.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Può anche non essere un caso allora se, in una situazione chiara e fluida, anche il buon Kondogbia può sbocciare nonostante lo avesse già fatto ad Udine nel pregiudizio di chi non aveva occhi per vedere.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ecco un altro ingrediente dell’alchimista Pioli nel pentolone: la chiarezza identitaria.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Far capire a tutte le sue risorse che c’è un linguaggio comune, che non si cambiano i propri principi, che l’avversario non è una variabile per cui nascondersi, ma l’occasione per tirar fuori il proprio potenziale.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quanto tutti riconoscono ed applicano questo fondamento, succede anche che il cambio modulo non è un tentativo di cambiare, ma la certezza di svoltare con una rosa che in maniera finalmente compatta volge verso l’obiettivo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Se Pioli mostra abilità vincenti nel leggere la partita, è anche perché i sostituti ora rispondono all’appello con convinzione: come Eder, per la seconda volta entrato in partita in maniera concreta ed efficace, ora un po’ più somigliante al bel giocatore da cui Conte aveva avuto il massimo all’Europeo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nonostante l’appannamento di forma del binario destro, con Candreva ancora lontano dai livelli su cui ci eravamo lasciati nel 2016, si scopre anche un Perisic formato deluxe: sono 11 i punti che hanno portato i suoi gol, di cui 8 incamerati nell’ultimo quarto d’ora.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si sente ancora dire troppo poco che l’esterno croato, numeri alla mano, è uno dei giocatori più decisivi del campionato.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Il suo gol della provvidenza nasce da un recupero di Icardi che si incaponisce su un pallone tra piedi clivensi e torna nella posizione di Ansaldi per andarlo a riprendere e innescare una nuova azione: intensità e sacrificio da Capitano, non la prima volta che si vede, che non viene meno neanche dopo aver segnato un gol che a San Siro non si vedeva dai tempi di Hernan Crespo.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">“Senti, nell’aria c’è profumo di vittoria”.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E’ il profumo della Pioli N° 5.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E se l’Inter è in grado di replicarla, la sentiremo ancora molte volte.</span><br />
<br /></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-40329660183906920152017-01-09T13:11:00.000+01:002017-01-09T13:11:28.532+01:00Orgoglio e pregiudizio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQHRcVaMDeGOJa3-4Y80FhOGlSiDNRJ-VVhk-W_0gzVzuapIVB5n5hvPvHbJXy-NErOwxS5K0WC172p58n1680QhZEnWvbbTrG-2gM_r0E_hxKFc6GZuhXLX-_bcn-eW80UdXsmWhC3JU/s1600/UDINE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQHRcVaMDeGOJa3-4Y80FhOGlSiDNRJ-VVhk-W_0gzVzuapIVB5n5hvPvHbJXy-NErOwxS5K0WC172p58n1680QhZEnWvbbTrG-2gM_r0E_hxKFc6GZuhXLX-_bcn-eW80UdXsmWhC3JU/s400/UDINE.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Si fa presto a dire filotto.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La vittoria di Udine può risultare immeritata, per usare l'aggettivo con cui qualche sedicente giornalista ha etichettato un risultato che altrove sarebbe stata senza ombra di dubbio una "vittoria di carattere", ma innesta la quarta ad un'Inter che ha iniziato a correre in classifica nonostante i disastri di inizio stagione.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Numeri alla mano, si gira il campionato a 5 punti da un obiettivo che sembrava lontanissimo solo un mese fa e con "soli" 6 punti meno del celebrato girone di andata 2015-16; due mesi corredati da passaggi a vuoto, ma anche da vittorie su campi diventati scorbutici negli ultimi anni (Sassuolo) e su campi che antipatici lo sono sempre stati (Udine).</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Due mesi che hanno portato 19 punti in 8 partite tra intermezzo di Vecchi e gestione di Pioli; 2.37 punti a partita, un dato che avreste già assimilato se le famose tabelle media punti degli allenatori dell'Inter fossero ancora di moda.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ma si sa: quando i risultati girano nessuno sente la necessità di sottolinearlo, quando l'inerzia dei numeri si fa incontrovertibile si inizia ad entrare nell'area dell'opinabile puntando il dito sul gioco che latita o sulla fortuna che prima o poi presenterà il conto.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E così le statistiche del prepartita sulla sosta indigesta per la storia dell'Inter e per la carriera di Pioli diventano materiale da archivio in un armadio che spalancherà di nuovo le ante quando l'Inter si fermerà (prima o poi succederà di certo).</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Inter nos, possiamo però dirci due cose su che squadra ci ha riconsegnato un 2017 iniziato con gli scoppi di un mercato che ha reso improvvisamente Gagliardini più screditato di un'azienda insolvente e che attendeva il varco del campo.<br /><br /><b>ORGOGLIO -</b> Sì, l'Inter ci ha messo orgoglio, impegno e voglia. In una partita così difficile, complicata da errori soprattutto collettivi e che a un certo punto sembrava facilmente potersi mettere su stabili binari friulani, reagire, rimontare e vincere non è una cosa che deve passare sotto traccia.<br />Non in questa stagione, non con queste premesse, non con questa Inter che in termini di composizione è la stessa dall'effetto "burro sul termosifone" di qualche mese fa.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quella attuale di Pioli è un'Inter che non molla, non sta comoda nella sconfitta, cerca quantomeno di dominare la corrente invece che farsi spazzare via dagli eventi.<br />Lo fa anche con tutti i suoi limiti messi a nudo: una fase difensiva poco autorevole e tremendamente insicura, la difficoltà a trovare soluzioni convincenti di gioco se Brozovic non è in giornata da Archimede Pitagorico, la difficoltà di Icardi a farsi coinvolgere ed essere coinvolto.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Se però Murillo incappa in trenta minuti terribili per poi giocare su livelli notevoli l'ora successiva, se tutti i sostituti entrano in partita con la fame di chi il brodino non lo vuol ingerire, se lo stesso Pioli è in grado di farsi accompagnare dai suoi uomini nel cambiare il corso della partita, significa che in qualche modo la fortuna di portarsi a casa la partita te la vai a costruire.<br />Ieri è andata bene, magari domani andrà male; non può essere messo in dubbio che però nel calcio si vince solo se ci si prova in maniera coesa e compatta, si vince solo se la testa è orientata alla vittoria. E poco importa se al Friuli una visione obiettiva ci dice che alla fine era più giusto il pareggio, i nostri competitors nelle posizioni immediatamente dopo il vertice di partite così ne vincono a miriadi ed è perfettamente corretto che lo facciano giacché non è mai esistita, almeno in Serie A, la squadra che fa tutti i suoi punti con il braccio fuori dal finestrino, il bicchiere di Dom Perignon ed il sigaro cubano tra le le labbra.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quando l'Inter vince soffrendo, sta interpretando benissimo il ruolo dell'Inter e chi tifa questa squadra e la conosce come le sue tasche può capire ogni sfumatura di questa affermazione.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Orgoglio, sudore, cuore e carattere sono le prime cose a cui penso se focalizzo un'Inter vincente e sono le cose che ho visto, anche se in parte, nella trasferta di Udine.<br /><br /><b>PREGIUDIZIO -</b> Nonostante tutto, espugnare un campo così complicato in un modo così tipicamente interista non è andata giù a qualcuno.<br />"Latita il gioco" è una delle obiezioni più gettonate nell'enorme tribunale del post-partita. Io posso anche essere d'accordo, ma rilancio: quale squadra preparata per dare il meglio dai primi albori della primavera è in grado di volare sul terreno di gioco appena dopo la sosta? Non il Napoli, che sul suo campo ha dato vita ad una partita di rincorsa e agguantato il bottino all'ultimo giro di lancette. Non la Roma, che su un campo altrettanto complicato si è imposta soprattutto con la garra e una fase difensiva convincente. Non il Milan, che ha capitalizzato tardi le soluzioni cercate a lungo nella partita. Non la Lazio, che ha perfino rischiato di cedere il passo al modesto Crotone prima di trovare il colpo partita.<br />Il campionato è fatto di fasi, di strappi, di strategie, di soluzioni e nell'immediato giro post natalizio non è reato per nessuno vincere di sciabola anziché di fioretto.<br />Parlando di chi ha sciabolato spropositi fuori tempo e fuori luogo, mi viene subito in mente il trattamento riservato a Perisic nei suoi primi sei mesi italiani: tra chi lo candidava al bidone d'oro, chi organizzava messe di suffragio per il desaparecido Shaqiri, chi faceva i conti in tasca a Thohir, c'era solo da scegliere la stroncatura peggiore.<br />Risultato? Perisic è stato il migliore dello scorso girone di ritorno, ha scintillato all'Europeo finché la sua Croazia è stata in gioco, ha portato otto punti all'Inter anche senza brillare nella prima metà del campionato in corso.<br />Non sembra affatto il ritratto di qualcosa che secondo alcuni tratti di penna avrebbe trovato la sua collocazione in un centro di compostaggio.<br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhcB9FCn5fdxavr7IdSBfZjOMsf5z9TN9lYH-wYO1-bFQhcptdWlyQ-HSUzMNYZpZHe8bL-AYh3vVk8fARL_JW3wzUuctb6GjqNgyZ5A8x7a6r1-NkPbt6HypRHe8U5MbqOozebGR_roI/s1600/PERISIC.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhcB9FCn5fdxavr7IdSBfZjOMsf5z9TN9lYH-wYO1-bFQhcptdWlyQ-HSUzMNYZpZHe8bL-AYh3vVk8fARL_JW3wzUuctb6GjqNgyZ5A8x7a6r1-NkPbt6HypRHe8U5MbqOozebGR_roI/s400/PERISIC.PNG" width="252" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Visionarie soluzioni di smaltimento rifiuti su un noto quotidiano nazionale</td></tr>
</tbody></table>
Per quanto riguarda invece Kondogbia, la sua sistematica distruzione è sempre più un' "inside job": è la tifoseria stessa a massacrare il francese dicendo le stesse cose pregiudizievoli del prepartita anche dopo i 90 minuti del campo.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In giro ne ho lette di ogni tra ieri e oggi: lento (<a href="http://www.legaseriea.it/it/match-report-pdf/A/2016-17/UNICO/UNI/19/UDIINT" target="_blank">è stato il terzo più veloce in corsa tra tutti i giocatori in campo</a>), un insulto a chi non è arrivato tra i professionisti, una sciagura, un pianto, un disastro, un malus continuo.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Frasi preconfezionate che sentiremo ancora ed ancora perché se da una parte è vero che il background non idilliaco ha il suo peso, dall'altra è più semplice mettere l'etichetta su un proprio giocatore per evitare di sforzarsi ad analizzare la singola partita o chissà, nemmeno guardarla.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ad un occhio scevro da facili massificazioni del pallone, Kondogbia è apparso nettamente il migliore (o il meno peggio) del primo tempo per poi andare lentamente a calare nel momento in cui l'Udinese aveva già abbassato il ritmo da un pezzo e fare infine spazio ad Eder per tentare di colpire i friulani con la vivacità (cosa riuscita, visto che è l'oriundo ex Samp a guadagnarsi la punizione che porterà al gol partita).<br />In mezzo a tutto questo, più palloni recuperati di tutti (undici) e molte meno palle perse dei suoi compagni di reparto. Nel centrocampo dell'Udinese aspettavano tutti Fofana, l'uomo rivelazione della squadra di Del Neri, ed è invece venuto fuori di prepotenza Jankto: in pochi hanno evidenziato che la zona del quasi invisibile francesino friulano era presidiata dal 7 nerazzurro, mentre Jankto ha fatto ciò che ha voluto in un binario destro nerazzurro che, orfano della forma di Candreva, ha fatto acqua da tutte le parti.<br />Basta incolpare Kondogbia, in fondo.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhisEn1WJs-umMADYO0glESZ1GivIk7n6PllCtbnZbCtXY4goJssKPQMeFnTGiu06Br_W6m1PCJnZsk7le7ZtgPL_deIXgIOmMr2w3Q8_Uji3C0HlWo6krM5TPDOrcRHld20Ecnc0044gw/s1600/fofana+vs+kondogbia.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhisEn1WJs-umMADYO0glESZ1GivIk7n6PllCtbnZbCtXY4goJssKPQMeFnTGiu06Br_W6m1PCJnZsk7le7ZtgPL_deIXgIOmMr2w3Q8_Uji3C0HlWo6krM5TPDOrcRHld20Ecnc0044gw/s640/fofana+vs+kondogbia.PNG" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il campioncino Fofana contro la sciagura Kondogbia: indovinate chi ha vinto?</td></tr>
</tbody></table>
<br />L'ultima parte di questa fiera del pregiudizio è dedicata a Stevan Jovetic, uno a cui è stato permesso di indossare il numero di maglia transitato sulle spalle di gente come Matthaeus, Baggio, Ronaldo, Sneijder.<br />Uno che ha giochicchiato i primi due mesi della stagione 2015-16, ha pensato che bastasse ed ha tirato i remi in barca, per poi dire di non aver mai avuto occasioni nonostante il suo irreprensibile comportamento da professionista.<br />Uno che potrebbe aver cambiato in negativo la storia della scorsa Coppa Italia permettendosi di perdersi in un colpo di tacco davanti alla porta sulla situazione di 0-3 allo Juventus Stadium. Uno che si è intestardito sullo stesso dribbling per mesi e non ha mai capito o voluto capire che se non hai tra le tue soluzioni il passare la palla al compagno, non sei tagliato per stare all'interno di una squadra.<br />Uno che si è permesso di dire per interposta persona che all'Inter la squadra la fanno i giocatori e che lui è il povero escluso della vicenda, uno che non è riuscito a giocare con tre allenatori diversi.<br />Uno così, che si permette di mettersi davanti all'Inter.<br />Ecco, caro Jovetic: vada serenamente dove crede e, se accetta un consiglio, ci vada con uno spessore ed un atteggiamento molto diverso perchè se oggi l'Inter gira e gira benissimo anche senza di lei, probabilmente è il caso di farsi un paio di domande su ciò che lei ha dato all'Inter prima di analizzare il verso contrario della cosa.<br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E questo a pensarci bene non è un pregiudizio, ma un monito ben preciso: se dell'Inter non te ne frega niente, non puoi stare in questa squadra.<br />Questa squadra tormentata, limitata, incompiuta, ma che se vuole sa essere orgogliosa, determinata, consistente e responsabile.<br />Una squadra che sta imparando finalmente a mettere l'orgoglio davanti al pregiudizio.<br /><br /><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
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.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-25855755649360899982016-12-22T17:19:00.000+01:002016-12-22T17:19:54.603+01:00L'antipasto ci è piaciuto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKcf20AjlgzK_tU_3lN3fXDtaBhIk_bBbbt-JY4BSUqLTSYnaWmqpaFca16qNToViFZps7EN9W9bQxueVXwYdI9X3pvyGKDTvVOJt72uGy4VqJQsO6plYZJFWr7vtCAlZFJGQogx2qZXM/s1600/hqdefault.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKcf20AjlgzK_tU_3lN3fXDtaBhIk_bBbbt-JY4BSUqLTSYnaWmqpaFca16qNToViFZps7EN9W9bQxueVXwYdI9X3pvyGKDTvVOJt72uGy4VqJQsO6plYZJFWr7vtCAlZFJGQogx2qZXM/s400/hqdefault.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />Complimenti, Chef Pioli: l'antipasto ci è davvero piaciuto.<br />Noi che abbiamo desinato per tutto l'anno alla mensa comunale, dove inservienti in camice riciclato da chissà quanti anni ci hanno allungato con insolenza una scatoletta di Simmenthal e un piatto di fagioli in barattolo, ci siamo trovati all'improvviso per 45 minuti in un ristorante stellato a gustare piatti gourmet.<br /><br />L'attesa è stata lunga, se posso essere sincero: per i primi 45 minuti si sentivano buoni profumi arrivare dalla cucina, ma niente di sostanzioso ci è stato servito. E più l'attesa si protraeva più stavamo là a capire se la solita deludente Simmenthal sarebbe arrivata subito o a fine pasto, tanto per farci arrabbiare ancora di più come già accaduto.<br />Invece gli antipasti sono arrivati ed erano tutti veramente gustosi.<br /><br />Abbiamo iniziato con un <i>Trionfo di Banega in salsa serba</i>, un piatto consumato velocemente ma che lascia in bocca il buon sapore di qualcosa riuscito veramente bene. La salsa serba, di guarnizione, è un omaggio al buon Dejan Stankovic senza la cui aura non è possibile far uscire il piatto alla stessa maniera.<br />Il secondo appetizer arriva subito dopo: <i>filetto alla Icardi in riduzione di Hernan Crespo</i>, servito con un calice di "<i>D'Ambrosio DOP etichetta oro</i>" senza cui il piatto stesso non sarebbe potuto esistere.<br />Questa è stata di gran lunga la portata più godereccia perchè ha mischiato alla perfezione più sapori che in piatti passati, se messi assieme, si sono rivelati ai confini del disastroso.<br />A quel punto del pasto, la sensazione di appagamento era già presente e lo chef ne ha allora approfittato per offrirci il meglio della degustazione che avrebbe potuto portarci al tavolo: ad esempio ha reso quello che è stato finora il "<i>bollito Miranda-Murillo</i>" un arrosto dal sapore solido, robusto e sicuro. Un'aroma che già conoscevamo, ma che non sentivamo da tanto tempo.<br />Ha utilizzato una spezia segreta, chiamata Brozovic, che ha fatto la differenza in tutte le portate che ci sono state servite; dovunque mettevi un pizzico di Brozovic, il piatto decollava. <br />Sapori delicati, decisi o neutri: stava benissimo ovunque.<br />Il tutto è stato innaffiato con una bottiglia di "<i>Kondogbia Gran Riserva</i>", qualità e quantità, che non so da dove sia stata tirata fuori visto che fino ad oggi ordinando questa etichetta ci arrivava un irritante vino da due lire che il più delle volte sapeva di tappo o di aceto.<br />C'è stato anche il tempo per una <i>millefoglie di Gabigol</i>, più scenografia che sostanza, ma una base per costruirci sopra un piatto completo a tratti si è sentita.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Altri ingredienti non protagonisti dei piatti, come la <i>colatura di Candreva</i> e <i>l'essenza di Handanovic</i>, si sono rivelati comunque molto importanti per questa positiva esperienza che arriva in un momento in cui la materia prima sembrava proprio non trovare il modo di esser lavorata in maniera convincente.<br /><br />Ora che facciamo, ci fermiamo?<br />Affatto. L'appetito vien mangiando e noi vogliamo assolutamente assaggiare le portate principali che lo Chef ci vorrà servire.<br />Nelle prossime due settimane in cui faremo pasti frugali in famiglia, lo staff del ristorante potrà lavorare sulla sinergia, la velocità, la costanza e l'attitudine; caratteristiche che se proposte una volta ogni tanto perdono il loro senso, qualità che se tirate fuori non solo per fare bella figura col boss in visita dall'Estremo Oriente risulteranno fondamentali nell'economia e nei risultati di questo locale in cui tutti noi riconosciamo indiscusse potenzialità.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Gli ultimi tre pasti che ci hanno fornito (menu genovese, menu emiliano e la degustazione di ieri sera) non sono stati tutti indimenticabili, ma sono stati sostanziosi. Significa qualcosa, significa avere un'idea di come fare le cose per bene con continuità.<br />Significa che anche se i problemi enunciati spesso restano, c'è la volontà di affrontarli e a tratti la capacità di farli sparire per quei 45 minuti.<br /><br />Ci è piaciuto, ma era un antipasto.<br />Per riportare il locale ad antichi splendori ora è necessario riuscire a servire il menu completo, anche al cospetto di critici culinari ben più severi e anche se Mister Zhang non sarà in sala perchè affaccendato a Nanchino.<br />Palla (pardon: piatto) di nuovo a Chef Pioli, che si dice soddisfatto dello staff anche se sappiamo bene che ci sono dei Commis da tagliare e almeno un Sous-Chef da assumere a gennaio per completare la squadra che dovrà provvedere alla nostra fame nei prossimi mesi.<br /><br />Resto seduto a questo tavolo almeno fino a giugno e se necessario anche di più in attesa di nuovi sapori da scoprire e vecchie certezze da ritrovare.<br />Se dopo le feste, che vi auguro di passare in gioia e serenità, vi vorrete sedere con me, scopriremo assieme se alla fine di questa esperienza culinaria rimarrà sulle papille gustative il dolce sapore di un buon dessert a coronare un pasto finalmente all'altezza della nostra fame.</span><br /></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-35030588988417945302016-12-19T17:32:00.002+01:002016-12-19T17:33:43.099+01:00Non è ancora domani<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB07tVtE2qPxuQIQMKBzqe6xyQ0zaJ4M6Ug0wtKd55bdgecRAcaFmMQkBwoy7pgl4vw7pqJwOfJOIUck2ctc0ic4DBxSybpA4FzkLQc1B1NB7drI7iO6D_WF2O2f0oIGqyGjQjEQ6UPms/s1600/GettyImages-630187652-594x415.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB07tVtE2qPxuQIQMKBzqe6xyQ0zaJ4M6Ug0wtKd55bdgecRAcaFmMQkBwoy7pgl4vw7pqJwOfJOIUck2ctc0ic4DBxSybpA4FzkLQc1B1NB7drI7iO6D_WF2O2f0oIGqyGjQjEQ6UPms/s320/GettyImages-630187652-594x415.jpg" width="320" /></a></div>
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<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'Inter ha vinto: buona notizia.<br />L'Inter ha vinto in trasferta: notizia ancora migliore.<br />L'Inter ha vinto in trasferta grazie a Candreva: ottima notizia.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E poi, che altro? Poco, molto poco.<br />Non mi si fraintenda: il risultato mi sta benissimo come mi sta benissimo il fatto che, parentesi horror di Napoli a parte, dall'insediamento di Pioli l'Inter perde sicuramente con meno continuità di prima.<br />Il risultato è però l'oggi, l'effimero esito di una domenica che già tra poco più di 48 ore uscirà dalla memoria perché ci sarà un altro risultato su cui ragionare.<br />E allora, fatte le dovute rimostranze per la mia forzata assenza nel commento delle ultime prestazioni, vorrei prendermi cinque minuti con voi tutti per parlare anche un po' del domani.<br /><br />Partirei dagli avversari: il Sassuolo al momento è lontanissimo parente della squadra che poco meno di un anno fa espugnò San Siro con un bel po' di fortuna, ma senza demeritare e che alla fine del campionato centrò egual obiettivo dei nerazzurri.<br />Vuoi per l'infermeria sold out, vuoi per la troppa inesperienza dei rincalzi in campo ieri, il Sassuolo si è dimostrato per tutta la partita un avversario assolutamente abbordabile per il tasso tecnico dell'Inter.<br />Nonostante questo, i nerazzurri continuano a produrre lo stesso canovaccio: non convertono abbastanza palle gol, tengono aperto un match che avrebbero potuto chiudere prima dell'ora di gioco, disperdono energie, soffrono e perdono pezzi (Joao Mario e Felipe Melo) in maniera evitabile se sapessero gestire correttamente una partita francamente gestibile.<br />Vecchi peccati che impediscono a Pioli di potenziare ulteriormente una squadra che mette a repentaglio la sua stessa crescita quando si accorge che sta crescendo.<br /><br />La condizione fisica continua ad essere un problema che i buoni risultati stanno nascondendo: la realtà è che tra strattoni e folate, l'Inter persiste nell'esprimere a un discreto livello il potenziale per soli 60, massimo 65 minuti. <br />Negli altri 30 si potrebbero fare tante cose: congelare il pallone, addormentare il ritmo, far correre a vuoto l'avversario, pressare a turno sui portatori per centellinare le già esigue energie. Invece continuo a vedere fasi di partita in cui l'Inter non tiene un possesso, si schiaccia, si scompatta e non restituisce un'idea di solidità abbastanza convincente.<br />Come detto più volte, il problema della condizione fisica è destinato a rimanere tale fino al richiamo di preparazione di fine anno, ma vanno messe le cose ben in chiaro con i giocatori: così non va bene, nonostante la media di due punti a partita ottenuta con Pioli e la musica da questo punto di vista deve cambiare radicalmente entro la fine del mese di marzo.<br />Mercoledì è già tempo di Lazio che, anche se non ha la attuale velocità supersonica del Napoli, va sicuramente più forte in campo dei nerazzurri ed è in grado di far arretrare di uno se non due passi i piccoli progressi fatti fino a qua.<br />Considerando che la stagione è inevitabilmente compromessa, va costruita la mentalità dell'Inter che verrà e deve essere molto diversa da questa: in una squadra ambiziosa non si vivacchia sugli 1-0 sofferti a Sassuolo con una prestazione poco più che sufficiente, pensando sia il massimo da ottenere oggi come oggi.<br />Forse è vero che non si può ragionevolmente chiedere di più in una stagione così travagliata, ma guai a far passare l'idea che vivere alla giornata sia la chiave di volta per raddrizzare la stagione e per raggiungere gli obiettivi: è già accaduto lo scorso anno, quando il primato nascose tanti episodi girati bene e nessuno volle ammettere che il futuro prima o poi avrebbe presentato un conto molto salato.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Persistere nell'accettare obiettivi al ribasso rispetto a quelli di inizio stagione significa solo una cosa: assuefazione al ridimensionamento, primo spauracchio da combattere in una piazza che vuole tornare grande.<br /><br />Guardando i meri numeri delle ultimissime sfide, sembrerebbe che la difesa si sia sistemata rispetto a qualche settimana fa: io dico invece che questo è un grande inganno.<br />La difesa e la fase difensiva sono grosso modo uguali a prima, con la sola differenza che i vari Simeone, Ocampos, Sensi, Ricci, Ragusa hanno perdonato troppi svarioni che domani un Mertens, un Higuain, un Salah non perdonerebbero mai.<br />I rischi presi nei primi trenta minuti contro il Genoa (tre palle gol nitidissime) e nei primi venti di Sassuolo sono inaccettabili nel momento in cui si realizza che gli errori da cui vengono generati sono sempre gli stessi (qualcuno ha detto Murillo?).<br />Per quanto mi riguarda è evidente che gli sforzi da effettuare nel mercato di giugno, mercato che inizia molto tempo prima (leggi più o meno ora), debbano avere un occhio di riguardo per un centrale di livello continentale. <br />Eviterei per stavolta il giovane di talento alla prima esperienza in una grande, come eviterei l'ex campione al tramonto della carriera che sverna in Italia per la pensione dorata: dal momento che la grana non sembra il primo dei problemi dell'attuale proprietà, indirizzerei correttamente le risorse economiche anche verso questa direzione, senza mettere a Gennaio toppe che alla fine rischiano di rivelarsi peggiori del buco.<br /><br />In conclusione:<br />siamo più tranquilli rispetto a un paio di mesi fa? Indubbiamente, il potenziamento operato da Pioli è lento ma visibile e c'è un Candreva meritevole di essere riconosciuto come sontuoso solista di questa orchestra ancora un po' sgangherata.<br />Siamo però soddisfatti? Personalmente no, non sono soddisfatto di una squadra che all'avvicinarsi del giro di boa fa ancora fatica a capire chi é e fa ancora fatica a gestirsi in maniera convincente.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">So che a Sassuolo le cose sono andate bene, ma so anche che non tutte le partite si possono approcciare e portare a casa in questa maniera.<br />Lavorare sulla mentalità significa soprattutto abbandonare la convinzione che questo tipo di vittorie in questo tipo di partite siano la base per grandi obiettivi, perché sono in realtà salvagenti che permettono di rimanere in linea di galleggiamento e non possono mai essere considerate fondamenta di un futuro radioso.<br /><br />Perché dobbiamo ricordarci da che anni veniamo e quanti progressi abbiamo realmente fatto nel vivere sull'oggi, piuttosto di orientare il pensiero un po' più in là e dare vita a quella che si chiama programmazione.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La fotografia davanti ai miei occhi mi dice che non è ancora domani.<br />E purtroppo non lo è da molto, troppo tempo.</span><br />
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.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-36544617188966051752016-11-29T11:21:00.001+01:002016-11-29T11:21:25.998+01:00Tutti insieme raffazzonatamente<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhMa1GBgP2whbzVK1G-x43P9L6fMu6pZboQykbl3-X6ZgdGI_zfUyBULMIij25jb3LFeDP4crgkJkkhmY4HCrCwqylmhXS4xuUW1sDSJgj53rcOgOyHUsccVTALYlY_6f4J5bkvj9x1dg/s1600/INTERFIOR-4-2-594x320+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhMa1GBgP2whbzVK1G-x43P9L6fMu6pZboQykbl3-X6ZgdGI_zfUyBULMIij25jb3LFeDP4crgkJkkhmY4HCrCwqylmhXS4xuUW1sDSJgj53rcOgOyHUsccVTALYlY_6f4J5bkvj9x1dg/s400/INTERFIOR-4-2-594x320+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Tre punti sono tre punti e non c'è notizia migliore di una vittoria per una squadra che se non è ancora malata, è quantomeno convalescente.<br />Tre punti sono tre punti e quando te li prendi non ti viene più da pensare che per un attimo hai rischiato di perderli, o quantomeno ne hai avuto la sensazione.<br />Tre punti sono tre punti e li archivi senza farti troppe domande, anche se analizzando la partita scopri una squadra che parte in assetto a testuggine e finisce, ancora una volta, troppo raffazzonata.<br /><br />E' uno dei lati interessanti del tifare Inter: hai davanti a te una squadra che credi di conoscere e ti aspetti magari che persino la Fiorentina, squadra con problemi non così distanti dai tuoi, riesca a darti il colpo di grazia e invece succede che esulti tre volte nei primi venti minuti, come non ti capitava da quasi 27 anni (Inter-Bologna 3-0, 14 gennaio 1990) o come non ti era mai capitato, perché sei troppo giovane, nemmeno negli anni del primo Mancini e nemmeno nei gloriosi anni di Mourinho.<br />La nostra squadra questa volta ha un merito bello grosso, al netto della sua situazione: quello di aver indirizzato in modo decisivo la partita quando ancora c'erano gambe e testa per farcela per poi riuscire a gestire, pur senza più benzina e pur in vantaggio di un uomo, il solco creato giocando mezz'ora di manifesta ed abissale superiorità.<br />I problemi però rimangono e sono sempre, sinistramente, gli stessi.<br /><br />A partire dalla condizione atletica: come stiamo vedendo da inizio stagione, l'Inter non gioca più di massimo 60 minuti nella stessa partita, che siano essi consecutivi o distribuiti a tratti nell'intera durata della partita. Non può più essere un caso se l'Inter arriva a un punto della sua partita in cui non è fisicamente in grado di tenere un pallone tra i piedi, come già visto in Israele e come già visto in alcune partite della vecchia gestione.<br />Se è sempre valido il detto "<i>Chi non ha testa abbia gambe</i>", l'Inter arriva puntualmente al momento in cui non ha nessuna delle due cose, trovandosi in uno stato paradossale in cui vengono meno i due ingredienti principali che servono per giocare a pallone, soprattutto a certi livelli. Un po' come un ristoratore che deve fare le patatine fritte e si accorge ad un certo punto, tutte le sere per settimane, che sono finite sia le patate che l'olio.<br />Sarei propenso a sposare la tesi secondo cui migliorando la tenuta atletica, può andare a migliorare anche la tenuta mentale: le due cose non sono sempre consequenziali, ma quando il carburante finisce e il motore si ferma chi sta alla guida non ha più nulla per cui usare la testa.<br />Quello della condizione deficitaria, se non inaccettabile a questo punto della stagione, è un tema che abbiamo toccato spesso e che si può cercare quantomeno di mitigare solo con il richiamo di preparazione di fine anno solare: con il calcio tambureggiante ed aggressivo che stiamo intravedendo nelle idee di Pioli il miglioramento atletico è una delle possibili svolte stagionali, giacché l'Inter finché corre è una squadra ancora lontana dalla perfezione ma certamente bella e ieri sera anche efficace.<br />Parli di efficacia e ti viene in mente che, fino al match con la Fiorentina, all'Inter servivano in media 12 occasioni prima di fare centro: ieri sera i nerazzurri sono andati a bersaglio 3 volte nei primi 4 tentativi verso la porta. Un dato confortante, che non ha però permesso di chiudere la partita come ci si poteva attendere e nel secondo tempo la conversione delle chances è tornata ad essere insufficiente (inaccettabile ad esempio l'errore di Joao Mario sul 3-2).<br />Considerazioni che ci portano all'ultimo problema atavico: perchè l'Inter non chiude le partite anche quando tutto lascia pensare che le abbia chiuse? La risposta, ancora una volta, sta nei gol regalati. Che sia Kondogbia (Bologna), Santon (Atalanta), Miranda (su Suso); che sia Murillo (in Israele) o che sia Handanovic (ieri spiazzato da trenta metri), l'Inter conserva l'irritante tendenza a prendere gol su errori individuali assortiti e troppo gravi per essere ignorati, principali responsabili degli 1,29 gol che l'Inter ha preso in media fin qua in campionato; un ritmo decisamente troppo permissivo per gli obiettivi preposti.<br /><br />Se però l'Inter vince 4-2 ci sono sicuramente anche dei miglioramenti da registrare e in questo senso comincio a notare qualche buon risultato dall'avvento di Pioli.<br />Ad esempio, l'approccio alle partite che i nerazzurri non sembrano più sbagliare: nelle tre partite di Pioli, compresa quella in Israele, la squadra è partita convinta, aggressiva ed affamata trovando anche complessivamente cinque gol nella prima mezz'ora.<br />Una tendenza confortante che, se confermata, diventerà fondamentale soprattutto quando a San Siro si presenteranno le squadre medio-piccole che ti complicano maledettamente la vita se non sei in grado di mettergli subito in chiaro i valori tecnici superiori.<br />Seconda buona notizia: Antonio Candreva. Sembra un paradosso, visto il romanzo costruito sopra il laterale ex Lazio con l'avvento di Pioli, ma in questo avvio del tecnico parmigiano il numero 87 ha trovato gol e continuità di rendimento nella partita, in entrambe le fasi. Non è ancora al suo meglio, ma oggi penso si possa tranquillamente affermare che il miglior colpo estivo, a dispetto di come la pensavo io stesso, è proprio lui.<br />Con buona pace di Joao Mario che, dopo un inizio da sogno, per ora è in fase calante ed in attesa di tempi migliori che certamente arriveranno anche per lui e di Banega, che dà segnali di centralità e miglioramento, ma deve trovare quella maledetta continuità che la sua carriera non vuole proprio concedergli.<br />Parlando di fascia destra, registro la seconda partita molto positiva di Danilo D'Ambrosio: uno dei pochissimi che sembra non perdere mai fiato e voglia di arrivare sul pallone prima degli altri. D'Ambrosio, anche al suo culmine, rimarrà sempre D'Ambrosio ma è altrettanto vero che un rendimento di questo genere, se continuo, una pezza al problema dei terzini può tentare di metterla.<br />Ultimo, ma non ultimo c'è Mauro Icardi: due gol (11 e 12 in questa Serie A, 68 e 69 complessivi in massima serie), un'espulsione propiziata che non bastano, come non basterebbe nulla, per cambiare il pregiudizio di una parte della tifoseria su di lui.<br />Non più tardi di domenica mattina, dopo la vittoria del Milan a Empoli, sono stato richiamato</span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"> su Twitter </span><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(</span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">con lo scopo di rafforzare a mesi di distanza il concetto originale)</span><span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"> ad una conversazione di giugno in cui mi si diceva che un 9 come Lapadula serviva all'Inter ("<i>Polli a non prenderlo</i>"): senza nulla togliere alle abilità certamente interessanti dell'ex Pescara, non trovo una spiegazione logica al diffuso pensiero che all'Inter manchi un 9.<br />Possiamo certamente dire che Icardi potrebbe essere più completo, ma estremizzare il concetto chiudendo gli occhi di fronte al contributo in termini di gol di questo attaccante in nome del fatto che "l'attaccante moderno" oltre a segnare è obbligato a pelar patate per 90 minuti, mi sembra sempre più tendenzioso e pretestuoso come discorso.<br />Icardi può starvi sulle balle finché volete, ma ancora una volta la differenza tra il pareggio e la vittoria sono due gol suoi: i fatti sono incontestabili.<br /><br />La chiosa la dedico alla polemica che si è creata sull'arbitro: pare che nella tifoseria interista sia assolutamente vietato constatare che questa volta l'arbitraggio ha girato dalla parte giusta. Sull'espulsione a Gonzalo (non uno scandalo, ma personalmente mi permangono dubbi sulla chiara occasione da gol), sul calcio di rigore non concesso a Gonzalo stesso (a parti invertite) personalmente lo avrei reclamato), sul fallo solare di Ranocchia non ravvisato che dà il via al gol del 4-2.<br />Mi chiedo davvero che male ci sia a fare questo tipo di constatazioni, quando si è dalla parte della vittoria e quando tali episodi non pesano sulla vittoria stessa in maniera oggettivamente incontrovertibile.<br />La Fiorentina deve cercare in casa sua le responsabilità della sconfitta, come l'Inter lo deve fare quando tocca a lei finire nel vortice dell'errore umano di chi tiene il fischietto: cercare all'esterno la responsabilità delle proprie cadute (salvo casi eccezionali e ormai lontani nel tempo, ovviamente) è la primissima chiave per instillare una mentalità perdente fatta di alibi e di colpe altrui.<br />Siamo l'Inter e dobbiamo ricordarci che le vittime designate sono quelle che nella vita non raggiungono il successo.<br /><br />Tre punti sono tre punti e ce li prendiamo come si prende una boccata di ossigeno uscendo dall'apnea, tre punti nonostante i problemi, nonostante le perplessità.<br />Tre punti da goderci, almeno oggi, tutti insieme.<br />Anche se un po' raffazzonatamente.<br /></span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-3541906763125748732016-11-25T10:16:00.000+01:002016-11-25T10:16:11.089+01:00Paranormal Activity<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr87YfZp68FzNMlq8w6Rn2ySHDRp-uiK9T_81Er1d0DO7Vb7xgDCdoisOVA_Xm315Ib4fYjzq82lgLwjB8FNO1oQ5SvcllIIzcmsKUHln6iXGPBcAFJKd8jOHFOKiJzEIKx6gf5P-4Ui4/s1600/3689789.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr87YfZp68FzNMlq8w6Rn2ySHDRp-uiK9T_81Er1d0DO7Vb7xgDCdoisOVA_Xm315Ib4fYjzq82lgLwjB8FNO1oQ5SvcllIIzcmsKUHln6iXGPBcAFJKd8jOHFOKiJzEIKx6gf5P-4Ui4/s400/3689789.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">(Sospiro)</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Più di una figuraccia.<br />Più di un'agonia.<br />Più di un disastro.<br />Più di una pandemia.<br />Più di un'apocalisse.<br />Sono trascorse cinque partite di Europa League e in tutto avremmo visto 30-40 minuti fatti bene in mezzo a cose che non si dovrebbero vedere nemmeno in un campionato CSI.<br />A partire dal primo gol preso a San Siro da Miguel Vitor, proseguendo con il <i>Mannequin challenge</i> di Praga, passando per il tragicomico intervento di Nagatomo a Southampton per poi finire con il secondo tempo israeliano della coppia Miranda-Murillo provocante il sinistro pensiero che perfino la coppia centrale Bia-Festa di ritorno dalla rabbuiata Inter di metà anni '90 se la sarebbe cavata meglio.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Riuscendo a regalare 6 punti su 6 (impresa mai riuscita prima nelle competizioni europee a girone) al pur volenteroso, ma pittoresco Hapoel Beer Sheva.<br />Riuscendo a far segnare un gol anche al macchiettistico Lucio Maranhao, 8 club cambiati in 4 anni tra cui sei di Serie B brasiliana e uno nella sperduta Thailandia del cui campionato ignoravamo persino l'esistenza. Lucio Maranhao, che se lo ripetete tre volte di seguito vi sembrerà il nome di una maschera di carnevale e che invece ha ridicolizzato gente come Miranda e Murillo facendo una sola cosa: impegnandosi.<br />Miranda e Murillo, i titolari della difesa dell'Inter che è la sesta peggiore dell'intera Europa League, una competizione popolata da squadre come Zorya Luhansk, Qarabag, Astra Giurgiu: mi fermo per decenza, perché chiunque di voi abbia visto almeno un matchday di questa competizione può rendersi conto del livello medio di questo torneo in questa fase.<br /><br />Qua c'è del paranormale.<br />Qua ci vogliono i fratelli Winchester direttamente dalla serie Tv <i>Supernatural</i> per aiutarci a capire quali dannati demoni o spiriti stanno attanagliando questa squadra, pur non sapendo se è il caso di chiamarla così o no.<br />Non c'è alcuna logica nel giocare 55 minuti col braccio fuori dal finestrino, ridicolizzando a tratti il modesto avversario con giocate a tratti sopraffine, per poi giocarne 35 senza più vedere un pallone nemmeno per sbaglio.<br />Non provate a dirmi che dipende solo da un crollo fisico: non esiste regalare tre gol in mezz'ora a quella squadra perchè sei crollato fisicamente.<br />Non esiste solo il crollo fisico se Murillo a difendere fa la stessa figura che io farei in un saggio di danza classica, con la sola differenza che Murillo il calciatore lo fa di professione.<br />Gli israeliani non segnavano in Europa dal 15 settembre, guarda caso proprio contro l'Inter, e non sono stati capaci di segnare nelle altre tre partite del girone: a noi ne hanno fatti cinque. Cinque!<br />Non veniamo a raccontarcela: l'Inter è sicuramente calata fisicamente, un copione a cui siamo abituati, ma non ha fatto nulla di nulla di nulla di nulla per togliersi le infradito dai piedi e il mojito dalle mani, in un sorta di gita premio in Israele interpretata dal 45' in poi come si interpreta una gita in seconda superiore.<br />C'è del paranormale in chi non solo ha permesso che tutto ciò succedesse una volta, ma ha anche permesso che questo indisponente ed irritante atteggiamento si reiterasse nel tempo regalandoci una saga europea che Malmo, Lugano ed Helsingborg sembrano a confronto dei semplici e sfortunati incidenti di percorso.<br /><br />(Sospiro)<br />Non riesco bene a capire se non avessero fiato, non avessero voglia o non avessero interesse, potrei anche capire un discorso di priorità in cui l'Europa League diventa un possibile futuro fastidio quando c'è da recuperare in campionato. Davvero, lo trovo indegno ed irrispettoso, ma lo potrei comprendere.<br />Però non capisco per quale motivo andare in Israele a giocare mezza partita sul velluto, tra orpelli, tricks e la totale libertà di fare cose belle ed efficaci se poi ti devi ripresentare in campo così.<br />Mettiamo per assurdo, o nemmeno tanto assurdo: vuoi proprio farti eliminare? Il 2-2 sarebbe bastato per raggiungere lo scopo. Quindi mi si deve spiegare perchè al 93' qualcuno dei nostri si è fatto la passeggiatina stile ultimi minuti del calcetto tra amici mostrando la strada della vittoria agli avversari.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">La grande paura che mi attanaglia da tifoso è il rapporto con la sconfitta di questi giocatori: ci flirtano, ci fanno pensieri perversi, ci si eccitano forse? <br />Non posso pensarla diversamente, nel momento in cui l'Inter sceglie deliberatamente di perdere la partita in coincidenza con il gol dell'1-2 dal già citato Maranhao. Rivedete il secondo tempo, se avete lo stomaco forte, e vi accorgerete che l'Inter la partita la perde proprio in quel momento.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">E' forse questa coppa, questa competizione a stare prepotentemente sui coglioni a questi giocatori? Spiegazioni che non so darvi io e su cui chiedo il vostro conforto e confronto.<br /><br />In questo quadro degno di una pellicola di Wes Craven, una certezza ce l'abbiamo: l'allenatore, chiunque sia, non è un attore protagonista di questo perverso horror.<br />Fa solo da Sparring Partner andando dopo la partita a cercare di spiegare perché lui era l'unico ad avere trance agonistica nel secondo tempo, a cercare di spiegare il paranormale che spariglia totalmente un piano partita che era valido ed efficace, come dimostra la prima parte di match, a cercare di spiegare perché giocatori abissalmente superiori agli avversari sul piano tecnico diventano improvvisamente figuranti a cui il pallone nemmeno sembra piacere.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />La sola speranza è che senza il peso della competizione europea si ritrovi almeno il piacere di giocare e giocarsela in campionato e la si smetta di trattare la vergogna come un'amica di lunga data da ospitare in casa spesso e in maniera prolungata.<br />Vediamo se adesso può iniziare un'altra stagione, con una sola competizione di cui occuparsi e una rincorsa a coprire il gap di una stagione già compromessa.<br />Poi magari succede che arrivi di nuovo in Europa League e il loop ricomincia esattamente come prima e allora sarà il caso che qualcuno ci dica chiaramente dove vogliamo andare domani, invece di dirci che tra tot anni vogliamo essere tra i top del top del top del top senza ben spiegare come faremo ad arrivarci se non reggiamo l'impatto delle corazzate Sparta Praga e Hapoel Beer Sheva.<br />Intanto c'è un ranking Uefa che abbiamo già finito di aggiornare e che ci vedrà certamente sotto il 50°posto se non peggio a fine anno. Significa che se anche vuoi inseguire il miraggio terzo posto, poi è sicuro che te la dovrai vedere con inglesi o spagnole o tedesche: se perdi si va di nuovo in Europa League e il loop ricomincia.<br /><br />(Sospiro)<br />Aiutateci ad aiutarvi, giocatori dell'Inter.<br />Aiutateci a darvi delle attenuanti, aiutateci a non dover credere che boicottate la maglia o che la indossate come si indossa una t-shirt da 5 euro.<br />Aiutateci a spiegarvi, visto che non ci arrivate, perché non si devono perdere partite come quella di ieri sera.<br />Aiutateci a farvi recepire che si può perdere, ma non si deve perdere così.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Aiutateci a rimanere innamorati di questi colori, perché è diventata una cosa sempre più difficile da reggere.<br /><br />Aiutateci.<br />Altrimenti non aspettatevi che a un certo punto noi aiuteremo voi.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-42633642801215892842016-11-24T10:19:00.000+01:002016-11-24T10:19:47.784+01:00Le chances di passaggio turno dell'Inter in Europa: ai confini del miraggio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN0qX5McY5nY_fk6KwDsuUaxrcvpX0mCoTbE9zfhWysLzFskWOoj493riQeSmTclkf3ay2uYiSGK27_o4EhP1TOrNEUsDfdV_XWprP_zwsKUkroZ1jPUtifuGfZALe0cp1kbY2rqH9k_U/s1600/og-default.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN0qX5McY5nY_fk6KwDsuUaxrcvpX0mCoTbE9zfhWysLzFskWOoj493riQeSmTclkf3ay2uYiSGK27_o4EhP1TOrNEUsDfdV_XWprP_zwsKUkroZ1jPUtifuGfZALe0cp1kbY2rqH9k_U/s400/og-default.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">In molti si stanno chiedendo e mi stanno chiedendo le reali possibilità di qualificazione dell'Inter in Europa League, tremendamente complicate dalla sconfitta di Southampton ma matematicamente ancora possibili.<br />Ho percepito nella tifoseria la voglia di cercare ogni appiglio pur di rimanere nella competizione, ma devo ammettere che ad oggi la qualificazione sembra qualcosa di molto simile ad un miraggio, che ha sempre meno forza per delinearsi come qualcosa di concreto.</span><br />
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Andiamo con ordine e vediamo cosa può venir fuori dagli ultimi due matchday del nostro gruppo:<br /><br /><b><u>INTER SCONFITTA IN ISRAELE</u></b><br />In questo caso, i nerazzurri saluteranno la competizione già stasera e scenderanno in campo con lo Sparta Praga da già eliminati: sarebbe infatti impossibile colmare il gap di 4 punti che si creerebbe con l'Hapoel Beer Sheva.<br /><br /><b><u>INTER PAREGGIA IN ISRAELE</u></b><br />Anche in questo caso l'Inter sarebbe eliminata già da stasera in tutti i casi.<br />Pur volendo considerare il migliore dei casi (Saints sconfitti a Praga), la classifica sarebbe: <br />Sparta 12, Southampton 7, Hapoel 5, Inter 4.<br />Dovendosi scontrare inglesi e israeliani all'ultimo matchday, la soglia minima per il secondo posto diventerebbe di 8 punti, irraggiungibile per i nerazzurri<br /><br /><b><u>INTER VINCE IN ISRAELE</u></b><br />Con la vittoria l'Inter tiene aperta la porta agli ultimi spiragli di qualificazione salendo a 6 punti e rimandando ogni verdetto all'ultimo matchday, in casa contro lo Sparta Praga.<br />Logica suggerisce che lo scenario migliore sarebbe la vittoria dei cechi contro i Saints, in modo che poi l'8 dicembre vengano a San Siro già qualificati e certi del primato nel girone; anche in questo caso comunque è il Southampton ad avere in mano i giochi qualificazione, perchè con la vittoria in casa contro l'Hapoel gli uomini di Puel sono qualificati in ogni caso.<br />Se invece i Saints espugnassero Praga questa sera, l'Inter tornerebbe a poter ragionare sul suo destino che si compierebbe positivamente battendo poi i cechi con almeno 3 gol di scarto o col risultato di 2-0.<br />C'è teoricamente una possibilità anche con il 3-1, ma a quel punto entrerebbe in gioco la differenza reti generale e le variabili diventano difficili da prevedere.<br /><br />Ricapitolando tutte le varie eventualità, ecco di seguito come i nerazzurri possono rimanere aggrappati all'obiettivo sedicesimi di finale:<br /><br /><b><u>INTER QUALIFICATA SE:</u></b><br />- Batte l'Hapoel e il Southampton batte lo Sparta + batte lo Sparta 2-0 o con 3 gol di scarto indipendentemente dall'altro risultato<br />- Batte l'Hapoel e lo Sparta batte il Southampton + batte lo Sparta e il Southampton non vince contro l'Hapoel<br />- Batte l'Hapoel e Sparta-Southampton finisce pari + batte lo Sparta e il Southampton non vince contro l'Hapoel<br /><br /><b><u>INTER ELIMINATA SE:</u></b><br />- Perde o pareggia con l'Hapoel<br />- Batte l'Hapoel + perde con lo Sparta<br />- Batte l'Hapoel + pareggia con lo Sparta (in caso di arrivo a 7 punti di Inter, Southampton e Hapoel passano gli israeliani per classifica avulsa)<br />- Batte l'Hapoel e lo Sparta vince o pareggia col Southampton + batte lo Sparta e il Southampton vince contro l'Hapoel<br />- Batte l'Hapoel e il Southampton batte lo Sparta + batte lo Sparta con un solo gol di scarto o con due gol di scarto ma subendone almeno due (4-2, 5-3)<br /><br /><br />Anche qualora arrivasse la qualificazione, ad ogni modo, in nessun caso l'Inter potrà vincere il girone e passando da seconda troverebbe nell'urna dei sedicesimi le prime dei gironi + le 4 migliori terze (in termini di punti nel girone) che retrocedono dalla Champions League.<br /><br />Ai confini del miraggio, ma ancora in gioco: che cosa dite, possiamo crederci?<br />A voi l'ultima parola.</span><br /></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-90213685949002320872016-11-23T18:24:00.000+01:002016-11-23T18:56:08.132+01:00Il bicchiere non esiste<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhua7sLszkwnH8LGq08ZMO9Y6wZVaYgOdZ1LIgqHLbdSpriK5itocy5FbKSBwE9jJxQ5odo5FLdR_VZKndiztG2N0BX44yOPlxGLFWZMXZh9-1aKmFdgONi_SxgZdQmzBcyOEKEMDHJ-Uc/s1600/PIOLI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhua7sLszkwnH8LGq08ZMO9Y6wZVaYgOdZ1LIgqHLbdSpriK5itocy5FbKSBwE9jJxQ5odo5FLdR_VZKndiztG2N0BX44yOPlxGLFWZMXZh9-1aKmFdgONi_SxgZdQmzBcyOEKEMDHJ-Uc/s400/PIOLI.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">"La stagione è salva", avrà pensato qualcuno nell'euforia post gol di Perisic che toglieva l'Inter dall'ennesimo imbarazzo per l'ennesima sconfitta stagionale.<br />Il pensiero a caldo ci sta: hai ripreso il Milan all'ultimo respiro, gli hai tolto l'urlo liberatorio di bocca e hai una sensazione di giustizia per una partita che a conti fatti non meritavi di perdere.<br />Poi, perché nel calcio sfortunatamente devi sempre fare i conti col poi, ti si figura davanti la classifica e ti rendi conto che effettivamente sei emerso dal vortice ma non ti sei affatto tolto dalle sabbie mobili. Il derby è stato pareggiato, ma per iniziare solo a ragionare su termini di un certo peso come "svolta", "crocevia", "stagione che gira" il derby serviva vincerlo, perché il saldo punti resta deficitario e il Milan resta troppo in alto, nelle posizioni che determinano il tuo obiettivo.<br />Possiamo discutere a lungo sulla possibilità che il Milan meriti o meno la classifica che ha, che a un certo punto crollerà, che la fortuna gira eccessivamente dalla sua parte: la verità, secondo me, è che il Milan ha fatto di necessità virtù giocandosela nel solo modo utile per conseguire risultati in una partita come questa, al netto della rosa a disposizione.<br />Una partita tatticamente simile al derby l'Inter l'ha giocata e vinta contro la Roma poco più di un anno fa e quel Milan non è molto distante da quella Inter: si difende con discreto ordine, è veloce a ripartire, propone soprattutto il contropiede e i risultati al momento dicono che l'atteggiamento paga, come lo dissero a noi interisti 365 giorni fa.<br /><br />Possiamo davvero disquisire a lungo su tutto questo, ma la classifica di Serie A si basa sui risultati e non sul merito, ragion per cui siamo entrati in una fase in cui ogni partita servirà per salvare la stagione: succederà domani in Israele, succederà lunedi con la Fiorentina e venerdì con il Napoli e ci sono ottime probabilità che questa striscia di ultimi appelli ed ultime spiagge proseguirà imperterrita fin quando la classifica non ci dirà, se lo dirà, che siamo rientrati in carreggiata e che il countdown della bomba ad orologeria pronta a deflagrare su una stagione nata male e proseguita peggio si è finalmente fermato.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">L'operazione "salva-stagione", affidata a Stefano Pioli (a proposito: non male l'esultanza convinta e liberatoria nel derby, è una piccola cosa ma serviva), è appena iniziata, ma potrebbe già finire nell'arco di poco tempo giacché la stagione è visibilmente compromessa, davanti ci sono partite non propriamente morbide (una parte di voi nemmeno era stata concepita quando l'Inter vinse per l'ultima volta al San Paolo in Serie A) e soprattutto l'Inter, come era lecito attendersi, è uscita dal derby consapevole di dover lottare con gli stessi problemi di sempre.<br /><br />A partire dalla condizione atletica: non c'è altro modo di poter spiegare con una logica per quale motivo si prende un gol al 40' del primo tempo da una rimessa del portiere, con la squadra in 80 metri di campo come stesse giocando da un mese e mezzo, con il tappeto rosso ad apparecchiare il comodo coast-to-coast di Bonaventura per 40-50 metri.<br />Hai voglia poi a prendertela con Ansaldi che lascia due centimetri e mezzo di specchio a Suso, se a monte c'è un intero centrocampo che a neanche metà partita sbraca e non ha più fiato nemmeno per riposizionarsi.<br />Anche se questo è un problema irrisolvibile fino al richiamo di preparazione di fine dicembre, è impensabile che l'Inter sia efficace nel tipo di gioco propositivo visto anche domenica sera se nei fatti la sua partita dura 60 minuti, che siano consecutivi o distribuiti nel corso del match.<br /><br />Nonostante la sgambatina che è costata un gol, il centrocampo è stato apprezzabile in fase di possesso ma tale padronanza ha suo malgrado evidenziato un altro limite ormai atavico ed evidente della squadra, la difficoltà nel finalizzare: dati alla mano, all'Inter servono qualcosa come 12 tiri prima di riuscire a buttare la maledetta palla in rete. Impossibile mirare all'alta classifica se non si sistema in fretta questa anomalìa e ben venga che anche in una serata nera come la pece per Mauro Icardi siano venuti fuori i gol degli esterni offensivi di cui c'era una necessità ormai disperata: a questo proposito, segnalerei l'interessante mossa di Pioli nell'accentrare Candreva per avere maggiori possibilità di successo nella conclusione.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Se l'attacco piange, la difesa non ride: Pioli sembrava averla azzeccata con l'arretramento di Medel di cui si parlava senza seguito da tempo, ma dato che la malasorte ci vede benissimo ha lesionato il menisco del Pitbull nel momento in cui aveva finalmente messo d'accordo tutti i tifosi sul suo contributo alla causa.<br />Uscito il cileno, ha iniziato a grandinare nella trincea nerazzurra ed è fin troppo superficiale incolpare Murillo entrato a gara in corso perché, come già spiegato, il peccato originale si trova nella fase difensiva deficitaria dell'intero collettivo che non trova più un punto di riferimento in Miranda, attualmente parecchio lontano dalla sua scintillante versione di un anno fa: troppo evidente il modo in cui si pianta a terra regalando a Suso le chiavi della porta nerazzurra proprio nel momento in cui l'inerzia del derby poteva girare a nostro favore.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ultimo, ma non meno importante, è il problema dei terzini: Ansaldi ad oggi, date tutte le attenuanti possibili sul suo stato di forma, non ha spostato davvero nulla in un reparto già ai minimi termini qualitativi. Diventa davvero necessario investire su un sicuro fuoriclasse, soprattutto per questo tipo di gioco, senza continuare a tirare a campare con la buona vena di D'Ambrosio che ha giocato un derby ottimo ed ammirevole ma che è pur sempre D'Ambrosio e nulla più.<br /><br />Ma allora, Santucci, ci stai dicendo che il bicchiere è mezzo vuoto?<br />No, affatto: se pareggi un derby così non puoi non godere del prezioso liquido che ti smorza sulle papille l'amarezza che avrebbe lasciato la sconfitta.<br />Ciò che temo è che l'andamento del derby sposti scelleratamente l'asticella emotiva dall'abisso ad un'euforia che non sarebbe del tutto giustificata: tante partite difficili davanti e vecchi vizi da togliersi quando però di tempo e di occasioni ce ne sono sempre meno o non ce ne sono quasi più.<br />Non è cambiato nulla rispetto a prima, quindi: sì e non poteva essere altrimenti, non ho ancora comprato il panettone ed ho già visto transitare tre allenatori in questa stagione, l'ultimo dei quali ha lavorato senza mezza squadra per preparare il suo infuocato esordio.<br />O forse no, forse una cosa è cambiata: un episodio che è girato giusto nell'unico momento in cui serviva girasse giusto non si era mai visto in questo avvio, per ora potrebbe anche bastare che Pioli sia un cavallo fortunato senza la necessità di essere un cavallo di razza.<br /><br />Il bicchiere è mezzo pieno allora?<br />No, il bicchiere d'ora in poi non esiste perché non possiamo più pensare che possa andare bene una partita come quella di domenica, con gli stessi comuni denominatori di molte altre: buone idee e numeri promettenti da una parte ma dall'altra parte pochissima finalizzazione e gol presi da polli.</span><br />
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">No.<br />Le mezze misure devono iniziare ad andarci strette, se vogliamo uscire da questo loop in cui la coperta è sempre inesorabilmente troppo corta e sono certo che Pioli lo sappia molto bene.<br /><br />Buona fortuna, mister: ne avrà davvero tanto bisogno.<br /></span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-49837987146903567702016-11-11T10:14:00.000+01:002016-11-11T10:14:34.521+01:00Make Inter great again!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGrBsBOLqIg2Di05OF8rc38dWHvGlq4afwVWbkEBeJJcPXybJI9kygGhJMK9_ZNxZMI0mX4y9fnXZbz8oqgnEqcfT5rm9z3l10ND6iglIHyW0byv4Itv0k4DbkAdmUusRvw77LXfmPo78/s1600/PIOLI+BLOG.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGrBsBOLqIg2Di05OF8rc38dWHvGlq4afwVWbkEBeJJcPXybJI9kygGhJMK9_ZNxZMI0mX4y9fnXZbz8oqgnEqcfT5rm9z3l10ND6iglIHyW0byv4Itv0k4DbkAdmUusRvw77LXfmPo78/s400/PIOLI+BLOG.png" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br />Prendo la macchina del tempo e torno all'anno 1991, in un mondo che ha una faccia completamente diversa da quella di oggi.<br />Compro il mio bravo spazio su un giornale sportivo, ancora molto serio ed attendibile nell'epoca in cui mi trovo, e annuncio una cosa tipo: "Io conosco il futuro e vi posso garantire che tra 25 anni lo showman del wrestling Donald Trump sarà Presidente degli Stati Uniti e il difensore della Fiorentina Stefano Pioli sarà allenatore dell'Inter. Di più: queste due cose succederanno nella stessa settimana".<br />Se una cosa del genere fosse stata davvero scritta nel 1991, tra le pagine che parlano della prossima fine dell'URSS e di Maradona positivo per la prima volta all'antidoping, avrebbero causato ilarità, scherno, incredulità.<br />Ma come, noi ci aspettiamo le macchine volanti e gli extraterrestri e tu ci vieni a dire queste cose?<br />Mentre torno nel 2016 penso che effettivamente le persone del 1991 non avevano tutti i torti ad avere un'altra aspettativa di progresso, ma ciò che non sapevano è che le condizioni in cui avvengono questi eventi sono decisive.<br />Come Trump difficilmente avrebbe potuto spuntarla senza il moto dell'antipolitica ormai consolidato nell'elettorato di tutto il mondo, così Pioli difficilmente sarebbe sulla panchina dell'Inter se la dirigenza nerazzurra avesse azzeccato con lungimiranza le scelte del recente passato.<br />Entrambi sono ora in un posto che nel 1991 avrebbero certamente ambito, ma che sono assolutamente convinto non si sarebbero mai potuti aspettare: entrambi, per motivi diversi, hanno raggiunto questa occasione grazie agli errori dei loro predecessori e al fallimento di modelli ritenuti sicuri che hanno invece tradito elettori e tifosi.<br /><br />Senza scomodare ulteriormente il Presidente <i>in pectore</i> degli USA, vi dirò che Stefano Pioli non è certo l'allenatore che avrei scelto all'inizio dell'ennesima stagione che non si può(non si poteva?) sbagliare, ma devo ammettere che sembra aver capito dove si trova e quali sono i problemi principali: la necessità di cementare un gruppo che ha ancora troppe fazioncine interne per potersi comportare da squadra, l'applicazione di determinati principi di gioco su cui De Boer, risultati alla mano, è andato pur coraggiosamente anche oltre il sostenibile, la suddivisione tra giocatori intelligenti e giocatori meno intelligenti.<br />Quella dei principi di gioco più importanti del modulo non è una frase fatta per Pioli, che ha dimostrato sul campo di saper applicare <a href="http://www.cittaceleste.it/notizie/zoom/tattica-pioli-e-il-suo-calcio-libero-grafica/?refresh_ce-cp" target="_blank">questo concetto all'ennesima potenza nella sua avventura alla Lazio</a>; mi aspetto da lui sicuramente delle scelte conservative per l'immediato, giacché al di fuori del risultato adesso conta veramente poco, e se queste avranno successo potrà allora iniziare a giocare col potenziale della rosa per trovare la soluzione più congeniale.<br />Pioli trova condizioni che molti dei suoi predecessori non hanno mai avuto tutte insieme nello stesso momento: ha il placet della proprietà, ha il sostegno della dirigenza che lo ha scelto, ha le ingenti risorse di Suning per migliorare la squadra sul mercato e ha la rosa qualitativamente migliore degli ultimi 4 anni.<br />Con intelligenza, tempismo e buon senso, Pioli può avvantaggiarsi in modo forse decisivo dell'impressionante serie di errori fatti dalla dirigenza negli ultimi mesi, perché con Bolingbroke messo alla porta senza appello (ah, avevate creduto alle dimissioni spontanee?) ora è piuttosto chiaro che la Cina non ha nessuna voglia di scherzare e nessuna intenzione di passare sopra agli errori commessi dai quadri dirigenziali.<br />Attraverso questi venti che soffiano a favore sulla barca a vela di Pioli, il tecnico parmense può almeno tentare di essere il potenziatore che auspica di poter diventare.<br /><br />In ultima analisi la scelta di Samuel, di cui Pioli ha rivendicato la paternità, mi sarebbe sembrata un po' ridondante in altre condizioni, ma assolutamente sensata in questo momento in cui sono in molti a non avere idea di quanto peso specifico abbia la maglia dell'Inter.<br /><i>Wally</i> non è certamente la panacea a tutti i mali, cosa che ci dobbiamo ricordare se i risultati non arriveranno senza scadere nelle becere sentenze alla cieca, ma può diventare una figura ispirazionale per molti nella rosa attuale che potrebbero così imparare ad essere forti, continui, impeccabilmente professionisti e mai sopra le righe o fuori posto con le parole come Samuel è sempre stato.<br />I problemi sono possibilità che vengono offerte per fare meglio, diceva un tale, e dopo aver pagato con risultati spietati i problemi che l'Inter si è creata da sola in tutti i modi e le componenti possibili, questa potrebbe rappresentare un'opportunità per instillare almeno le basi ed i principi di un radicale cambiamento che non può davvero più aspettare.<br /><br />Pioli, Samuel, dirigenti, calciatori, tifosi: la palla passa a voi.<br />Make Inter great again, tutti insieme.<br />O quantomeno facciamo vedere che ci vogliamo provare.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3359966538328972286.post-76895844534973227532016-11-04T08:52:00.003+01:002016-11-04T08:52:48.906+01:00De Profundis<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcxCWSZKBvd5thSXzXV9HGeJQ7WJ2PZPEs7JpDLtRTCIhMmtYXisi6wwhNI3_-h_BWECGVcaGVl-GYJ9tETkDmG-SDoliJYjOpXg0OuzL3piHtP4VA9UFeSUTPy3Z8FDqxnhiG81iJANU/s1600/nagatomo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcxCWSZKBvd5thSXzXV9HGeJQ7WJ2PZPEs7JpDLtRTCIhMmtYXisi6wwhNI3_-h_BWECGVcaGVl-GYJ9tETkDmG-SDoliJYjOpXg0OuzL3piHtP4VA9UFeSUTPy3Z8FDqxnhiG81iJANU/s400/nagatomo.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><br /></span></div>
<div dir="ltr">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">C'era una volta la coppa delle grandi imprese.</span></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><div style="text-align: center;">
C'erano una volta
gli Aston Villa e gli Strasburgo.</div>
<div style="text-align: center;">
C'era una volta l'Inter delle tre Coppa
UEFA vinte più una finale persa ai rigori.</div>
<div style="text-align: center;">
C'era una volta un torneo in cui
centrare almeno i quarti era il minimo sindacale per l'Inter, c'era una volta la
vecchia Inter che usciva male col Lugano, reagiva e negli anni successivi si
faceva due finali consecutive.</div>
<div style="text-align: center;">
C'era una volta perché ora non c'è più.<br /></div>
</span><br />
<div dir="ltr">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Abbiamo accettato con molta fatica il forzato ridimensionamento alla
Coppa UEFA dopo un decennio di Champions e da quando abbiamo dovuto tenerci
liberi il giovedì non abbiamo mai visto nulla oltre gli ottavi.</span></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><div style="text-align: center;">
Oggi ci
svegliamo e dobbiamo prendere atto che la nostra dimensione già ridimensionata
non è nemmeno questa.</div>
<div style="text-align: center;">
Dobbiamo prendere atto che parlavamo di stare al passo
degli squadroni che un lustro fa mandavamo a casa per poi scoprire che
Southampton, Sparta Praga e Hapoel Beer Sheva sono troppo per noi.</div>
<div style="text-align: center;">
Dobbiamo
prendere atto che in un girone che sembrava servito sul piatto delle feste, la
matematica è rimasta l'unica sponda a darci ancora credito e giù di calcoli
desolatamente fini a loro stessi.<br /></div>
</span><br />
<div dir="ltr" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;">Inutile parlare della partita, inutile sottolineare la preparazione
penosa a quello che doveva essere un crocevia stagionale, inutile spendere
ancora energia negativa per descrivere la situazione.</span></div>
<div dir="ltr">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Rimarrà l'orgoglio sotto i tacchetti di una squadra che al 69' della
sua quarta partita ha accettato l'uscita dall'Europa tra pomodori e fischi e lo
ha fatto a testa bassa, senza ribellarsi.</span></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><div style="text-align: center;">
Lo scempio di Nagatomo rimarrà
l'istantanea di questa stagione europea, a metà tra l'orrendo e il
ridicolo.</div>
<div style="text-align: center;">
Nient'altro si riesce a dire.<br /></div>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div dir="ltr">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Andate avanti voi, che a me viene da ridere.</span></div>
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif;"><div style="text-align: center;">
O forse da
piangere.</div>
</span><br />
<br /></div>
.http://www.blogger.com/profile/07593576888862641334noreply@blogger.com0