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lunedì 19 dicembre 2016

Non è ancora domani


L'Inter ha vinto: buona notizia.
L'Inter ha vinto in trasferta: notizia ancora migliore.
L'Inter ha vinto in trasferta grazie a Candreva: ottima notizia.

E poi, che altro? Poco, molto poco.
Non mi si fraintenda: il risultato mi sta benissimo come mi sta benissimo il fatto che, parentesi horror di Napoli a parte, dall'insediamento di Pioli l'Inter perde sicuramente con meno continuità di prima.
Il risultato è però l'oggi, l'effimero esito di una domenica che già tra poco più di 48 ore uscirà dalla memoria perché ci sarà un altro risultato su cui ragionare.
E allora, fatte le dovute rimostranze per la mia forzata assenza nel commento delle ultime prestazioni, vorrei prendermi cinque minuti con voi tutti per parlare anche un po' del domani.

Partirei dagli avversari: il Sassuolo al momento è lontanissimo parente della squadra che poco meno di un anno fa espugnò San Siro con un bel po' di fortuna, ma senza demeritare e che alla fine del campionato centrò egual obiettivo dei nerazzurri.
Vuoi per l'infermeria sold out, vuoi per la troppa inesperienza dei rincalzi in campo ieri, il Sassuolo si è dimostrato per tutta la partita un avversario assolutamente abbordabile per il tasso tecnico dell'Inter.
Nonostante questo, i nerazzurri continuano a produrre lo stesso canovaccio: non convertono abbastanza palle gol, tengono aperto un match che avrebbero potuto chiudere prima dell'ora di gioco, disperdono energie, soffrono e perdono pezzi (Joao Mario e Felipe Melo) in maniera evitabile se sapessero gestire correttamente una partita francamente gestibile.
Vecchi peccati che impediscono a Pioli di potenziare ulteriormente una squadra che mette a repentaglio la sua stessa crescita quando si accorge che sta crescendo.

La condizione fisica continua ad essere un problema che i buoni risultati stanno nascondendo: la realtà è che tra strattoni e folate, l'Inter persiste nell'esprimere a un discreto livello il potenziale per soli 60, massimo 65 minuti.
Negli altri 30 si potrebbero fare tante cose: congelare il pallone, addormentare il ritmo, far correre a vuoto l'avversario, pressare a turno sui portatori per centellinare le già esigue energie. Invece continuo a vedere fasi di partita in cui l'Inter non tiene un possesso, si schiaccia, si scompatta e non restituisce un'idea di solidità abbastanza convincente.
Come detto più volte, il problema della condizione fisica è destinato a rimanere tale fino al richiamo di preparazione di fine anno, ma vanno messe le cose ben in chiaro con i giocatori: così non va bene, nonostante la media di due punti a partita ottenuta con Pioli e la musica da questo punto di vista deve cambiare radicalmente entro la fine del mese di marzo.
Mercoledì è già tempo di Lazio che, anche se non ha la attuale velocità supersonica del Napoli, va sicuramente più forte in campo dei nerazzurri ed è in grado di far arretrare di uno se non due passi i piccoli progressi fatti fino a qua.
Considerando che la stagione è inevitabilmente compromessa, va costruita la mentalità dell'Inter che verrà e deve essere molto diversa da questa: in una squadra ambiziosa non si vivacchia sugli 1-0 sofferti a Sassuolo con una prestazione poco più che sufficiente, pensando sia il massimo da ottenere oggi come oggi.
Forse è vero che non si può ragionevolmente chiedere di più in una stagione così travagliata, ma guai a far passare l'idea che vivere alla giornata sia la chiave di volta per raddrizzare la stagione e per raggiungere gli obiettivi: è già accaduto lo scorso anno, quando il primato nascose tanti episodi girati bene e nessuno volle ammettere che il futuro prima o poi avrebbe presentato un conto molto salato.

Persistere nell'accettare obiettivi al ribasso rispetto a quelli di inizio stagione significa solo una cosa: assuefazione al ridimensionamento, primo spauracchio da combattere in una piazza che vuole tornare grande.

Guardando i meri numeri delle ultimissime sfide, sembrerebbe che la difesa si sia sistemata rispetto a qualche settimana fa: io dico invece che questo è un grande inganno.
La difesa e la fase difensiva sono grosso modo uguali a prima, con la sola differenza che i vari Simeone, Ocampos, Sensi, Ricci, Ragusa hanno perdonato troppi svarioni che domani un Mertens, un Higuain, un Salah non perdonerebbero mai.
I rischi presi nei primi trenta minuti contro il Genoa (tre palle gol nitidissime) e nei primi venti di Sassuolo sono inaccettabili nel momento in cui si realizza che gli errori da cui vengono generati sono sempre gli stessi (qualcuno ha detto Murillo?).
Per quanto mi riguarda è evidente che gli sforzi da effettuare nel mercato di giugno, mercato che inizia molto tempo prima (leggi più o meno ora), debbano avere un occhio di riguardo per un centrale di livello continentale.
Eviterei per stavolta il giovane di talento alla prima esperienza in una grande, come eviterei l'ex campione al tramonto della carriera che sverna in Italia per la pensione dorata: dal momento che la grana non sembra il primo dei problemi dell'attuale proprietà, indirizzerei correttamente le risorse economiche anche verso questa direzione, senza mettere a Gennaio toppe che alla fine rischiano di rivelarsi peggiori del buco.

In conclusione:
siamo più tranquilli rispetto a un paio di mesi fa? Indubbiamente, il potenziamento operato da Pioli è lento ma visibile e c'è un Candreva meritevole di essere riconosciuto come sontuoso solista di questa orchestra ancora un po' sgangherata.
Siamo però soddisfatti? Personalmente no, non sono soddisfatto di una squadra che all'avvicinarsi del giro di boa fa ancora fatica a capire chi é e fa ancora fatica a gestirsi in maniera convincente.

So che a Sassuolo le cose sono andate bene, ma so anche che non tutte le partite si possono approcciare e portare a casa in questa maniera.
Lavorare sulla mentalità significa soprattutto abbandonare la convinzione che questo tipo di vittorie in questo tipo di partite siano la base per grandi obiettivi, perché sono in realtà salvagenti che permettono di rimanere in linea di galleggiamento e non possono mai essere considerate fondamenta di un futuro radioso.

Perché dobbiamo ricordarci da che anni veniamo e quanti progressi abbiamo realmente fatto nel vivere sull'oggi, piuttosto di orientare il pensiero un po' più in là e dare vita a quella che si chiama programmazione.

La fotografia davanti ai miei occhi mi dice che non è ancora domani.
E purtroppo non lo è da molto, troppo tempo.


1 commento:

  1. Ci sono state poche partite per valutare Pioli(10 per me sono un numero molto esiguo) quindi ho ancora difficoltà a dare un giudizio completo.
    Cosa é migliorato? La fase offensiva sicuramente. Abbiamo più schemi di attacco e non siamo incatenati ai cross delle partite di De Boer.
    Cosa é rimasto eguale? Lacune difensive. Tutte. Le "infilate dietro il nostro Centrocampo" che qualcuno sbandierava da vero capiscer oggi sono misteriosamente scomparse, Vabbe. La "difesa troppo alta", altro argomento molto caro, é rimasta la stessa. C'è da capire a questo punto se la storia di Miranda é vera, visto che stiamo giocando allo stesso modo e nessuno fiata. La coesione e i movimenti di squadra poco coordinati rimangono gli stessi(il vero problema per me) ma qui nessuno c'ha voluto fare caso.
    Cosa é peggiorato? Sono rientrati vari personaggi fuori finalmente dal progetto, come i Melo, Biabiany e Kondogbia. Spero non ci tirino l'ennesimo pacco.
    Buona giornata Fu'

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