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lunedì 16 ottobre 2017

Black&Blue Monday



Il Blue Monday, per i paesi anglosassoni, è comunemente noto come il peggior lunedì dell'anno, il più deprimente: cade a gennaio ed è stato calcolato sia così tremendo per il meteo nemico, la lontananza percepibile dal Natale, la situazione economica non florida e la pressione che consegue dall'inseguire gli obiettivi che tipicamente ci si pone all'inizio dell'anno nuovo. 
Il Black&Blue Monday, invece, è una cosa diversa: è il lunedì godereccio e vivace della Milano nerazzurra che occupa il suo spazio di routine con l'umore frizzantino e l'adrenalina ancora in circolo.
Il lunedì del tifoso nerazzurro che affronta il mondo esterno con una mano a cercare spesso la tasca dei pantaloni per sentire il derby messo in saccoccia e trarne da esso il beneficio di un talismano dall'energia magica.

Non fai fatica a riconoscerci, se ci guardi bene.
Siamo quelli le cui occhiaie tradiscono le ore piccole della notte prima, abbracciate andando a nutrirsi di qualsiasi cosa rimandi alla vittoria: rassegne stampa, pagelle, articoli di siti specializzati interisti e di rimando quelli specializzati milanisti per cogliere il disappunto di chi invece è atteso da un lunedì molto nero e poco rosso.
E poi ancora: tutte le sintesi possibili, di qualsiasi partito e in qualsiasi lingua, abusando di Youtube, oppure tenere la TV accesa per vedere la replica e capire se vinciamo anche in seconda visione. Sì, vinciamo sempre e la sensazione è sempre bella.
Prendi la metropolitana e nel gioco di sguardi un po' assopiti e un po' curiosi del vagone stipato nel silenzio rotto dallo strepitare del treno sulle rotaie, ti accorgi di quei piccoli particolari che ti svoltano la giornata: chi ha goduto e gode ancora espone un vessillo anche poco invasivo, ma molto incisivo e magari ha in mano la Gazzetta a cui dà la sbirciata galeotta per ricordarsi che è un lunedì dolce e che tutto ciò che vorrebbe fare in quel vagone è esporre la maglia a tutti come l'Icardi immortalato sulla prima pagina.

Pensi a che giornata avrai e ti rendi conto che dovrai prenderti quei 3-4 minuti per rivederti gli highlights: la prima volta per concentrarsi sui gol, la seconda volta per cogliere il boato di San Siro che come vento solare sembra spostare i campi magnetici del pianeta, la terza volta per ubriacarti della gioia che hai provato in quei novanta minuti cristallizzati nella tua memoria. Magari una quarta, una quinta, una sesta volta per risentire le migliori reazioni di chi sta al commento, da uno schieramento e dall'altro.
Prendiamocela mezz'oretta per rivedere il derby, che non ci capita tutti i lunedì.
Mentre cammini in mezzo alla quotidianità di chi sta intorno, cogli le conversazioni altrui e ti verrebbe voglia di inserirti nel mezzo di ogni argomento, che sia lavoro, scuola, famiglia o politica solo per il gusto di dire: "Va bene tutto, ma parliamo un attimo di quanto è forte Skriniar?" e se non vieni assecondato sogni di dare la spallata prepotente ed autoritaria che lo slovacco ha riservato ad André Silva, solo per il gusto di esaltarti emulandolo.
Nella giornata che si sviluppa nello spazio comune, hai l'irresistibile impulso ad inserirti all'interno di ogni gruppetto che accenna minimamente ad un interscambio basato su un pallone che rotola: con nonchalance, fai finta di trovarti lì per caso e al momento giusto intervieni piazzando la fulminea ed inarrestabile zampata alla Maurito che ti fa andar via trionfante.
Tutto ti parla di Inter e vuoi partecipare, instancabile come Vecino, fino a fine giornata: ritrovi qualche istinto rabbioso quando ti capita un contrattempo, una rogna sul lavoro, un malinteso con la moglie e subito la tua mente vola a quel pallone perso da Gagliardini a tempo scaduto che ti ha scatenato i peggio istinti dei predatori che cacciano nella Savana senza alcuna pietà.

Con il rischio di farne una questione di principio che ci distoglierà dalle teoriche priorità del lunedì non festivo, non disdegniamo di marcare il territorio Social con il ghigno della conquista perchè, diciamocelo pure: la speranza di uscire da quel girone dantesco dell'estate 2017 col riscatto sul campo nel derby ce l'avevamo in canna da almeno tre mesi.
La voglia di dare un potente colpo di badile alle litanìe del precampionato, all'assedio medievale dei cuginastri, al loro profilo troppo sfacciato della vigilia faceva di questo derby una rivincita morale che andava perfino oltre le già sature motivazioni emotive di un match come questo.
Vincere così, con un rigore al 90'.
Vincere così, con un Bonucci a tratti alleato.
Vincere così, con quel Rodriguez soffiato sotto il naso che cade nella fesseria più colossale da compiere a tempo scaduto.
Vincere così e sentire gli altri passare da "cose formali" a "Così fa male".
Vincere e avere tre partite di vantaggio a metà ottobre.
Non avreste desiderato nulla di meglio, a un certo punto dell'anno.

Le analisi tattiche, i difetti portati in luce dal calcio giocato (più di uno), la probabilità di schiantarsi a Napoli sabato, la rosa corta, il derby che a un certo punto si poteva anche perdere sono concetti che si potrebbero anche portare alla luce, ma non caricatemi di questa incombenza. Non oggi. Non nel mio, nel nostro Black&Blue Monday.
Oggi voglio sentirmi come un turista in un museo paralizzato davanti all'incorniciata istantanea di Icardi che trapassa quel muro di schiamazzi e risa udite per molto più tempo di quanto si poteva sopportare.
Cala il silenzio insito nell'ammirazione, si staglia un sorriso carico di emozione e tutto il resto si alleggerisce, come etereo.

Perchè domani forse è un altro giorno e si vedrà.
Ma oggi è oggi.
Ed essere interista, oggi, è qualcosa di bellissimo.


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