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martedì 16 giugno 2015

Braga di tela: le mani di Mendes&Co. sulla Fiorentina




Che la Fiorentina stesse operando una decisa svolta nel suo percorso di crescita rimasto incompiuto durante l'era Montella era nell'aria da diverso tempo.
Che scegliesse di contornarsi di una nutritissima kermesse di personaggi esperti nella promiscuità e nel profitto individuale in sede di calciomercato, però, si poteva anche pensare non avvenisse o almeno non nei termini che si iniziano a intravedere nella selva del rimpasto dirigenziale.
Anche se alcuni, come vedremo più avanti, non se ne erano in realtà mai andati.


A partire dal nuovo Direttore Tecnico per l'area internazionale con ruoli di responsabilità per l'operato nel mercato estero del club gigliato, Pedro Pereira, che è solo la punta di un iceberg all'interno del quale albergano e bivaccano individui abili come pochi a mettere saldamente le mani sugli affari di un club.
Pedro Pereira, 34 anni, entra nello Sporting Braga che di anni ne ha 21 come addetto alla comunicazione e ne esce due settimane fa da CEO.
Per meglio inquadrare il personaggio e soprattutto la rete di cui fa parte, vera argomentazione che andremo a toccare, sarà meglio procedere con ordine per non perdere la direttrice.
Perchè Pedro Pereira forse non si giocherebbe l'opportunità di ricoprire questo ruolo se la sua carriera nel Braga non avesse incrociato quella di Antonio Salvador, che viene nominato Presidente del club minho nel Febbraio del 2003.

Salvador ha grandi ambizioni ma si scontra subito con il trittico che in Portogallo domina incontrastato da sempre: Porto, Benfica, Sporting. Ed è così che Salvador decide di chiamare un personaggio che in una storia lusitana del nuovo millennio non potrebbe mai mancare: Jorge Mendes.
Assieme a lui Salvador cerca di dare al club una dimensione nazionale ed internazionale e man mano che cresce la collaborazione crescono gli obiettivi e gli affari che Mendes garantisce al Braga, fino ad arrivare alla coppa Intertoto del 2008, all'essere vicecampione di Portogallo nel 2010 e a sfiorare l'Europa League nel 2011 in una finale made in Mendes giocata e persa contro il Porto,  oltre che a partecipare due volte alla Champions League.
Pare una storia di successo, ma come puntualmente accade in Portogallo (leggasi Porto) i successi sportivi e i successi contabili sono due elementi che diventano inversamente proporzionali con puntualità inquietante.
Perchè all'inizio del 2013, mentre il club disputa la Champions League, si inizia a capire che il Braga si è avvitato in una crisi nerissima, con Salvador che non riesce più nemmeno a pagare i fornitori, proprio in concomitanza delle nuove elezioni presidenziali in programma a fine anno.
Salvador si ripresenta e Jorge Mendes per lui sguinzaglia un esercito di giocatori, personaggi televisivi, politici, dirigenti, allenatori che sostengono la sua candidatura nonostante la logica suggerisca che la colossale crisi a cui ha portato la sua gestione potrebbe valer bene un cambiamento.
Per rendere l'idea di quanto grande sia la cosa, basti pensare che si scomoda perfino Cristiano Ronaldo. Inutile enunciare il finale della storia: Salvador stravince.
Senza però avere gli stessi poteri di prima, perchè in cambio dell'appoggio alla campagna elettorale Mendes aveva chiesto la creazione di una nuova carica dirigenziale ad hoc, che viene ufficializzata a Maggio di quell'anno e che pone in un posto di potere un uomo che nella veste di segretario tecnico è diventato un fedelissimo di Jorge il Magnifico.
Indovinatene un po' le generalità? Pedro Pereira, il nuovo direttore tecnico della Fiorentina che diventa nel Maggio 2013 il CEO (Chief Executive Officer) dello Sporting Braga.

Il debito di gratitudine a Mendes non tarderà ad essere ripagato, perchè con Pereira in un posto di potere al Braga iniziano a succedere cose ai confini del surreale.
Succede per esempio che nell'estate del 2014, con il club che non ha risolto di mezzo passo la sua crisi nerissima, come riporta il bilancio, lo Sporting Braga riesca a spendere 16 milioni di Euro per due giocatori. Impossibile? sì, impossibile.
Infatti succede che i due giocatori in questione, rispettivamente i brasiliani Danilo e Wallace , siano stati comprati preventivamente dalla Gestifute, ovvero l'agenzia di giocatori di Mendes, che poi li presta al Braga senza che il club minho sostenga costi nè abbia alcun diritto di proprietà. 
Un'agenzia di calciatori compra calciatori e li presta a un club. Esatto, avete letto bene.
Wallace addirittura al Braga non metterà piede in campo perchè andrà subito in prestito al Monaco, altro feudo all'epoca privilegiato di Mendes che ha piazzato su quella panchina il suo assistito Jardim.

Un metodo classico di Mendes quello di scegliere un allenatore compiacente e di cui cura gli interessi, visto che anche al Braga dal 2014 arriva la vecchia conoscenza del calcio italiano Sergio Conceiçao, E come seconda scelta, perchè la panchina del club doveva essere affidata a Nuno Espirito Santo per cui poi si è liberata quella morbida del Valencia spendaccione, sempre con Mendes in regia.
Già che ci siamo vengono annoverati in rosa cinque giocatori Gestifute che, magari solo perchè sono meglio degli altri o magari no, hanno sempre un posto da titolari.
Ce n'é abbastanza per capire che razza di contaminazione è stata messa in piedi?

Questo è quanto accaduto allo Sporting Braga nella parabola che ha visto Pedro Pereira sempre presente e che dimostra ancora una volta in maniera inequivocabile come Jorge Mendes sia in grado di guadagnarsi sempre un posto occulto e strategico nel direttivo di un club con cui entra in affari.
Ora tocca alla Fiorentina, con cui le premesse per una storia dai termini simili ci sono tutte: a cominciare dall'allenatore, Paulo Sousa, i cui interessi sono rappresentati da Fali Ramadani, stretto collaboratore di Pini Zahavi (che in questi giorni si è anche seduto a tavola con Ferrero per parlare di nuovi investimenti nella Sampdoria) e che con Mendes rappresentano il triumvirato degli agenti più potenti e speculatori d'Europa.
Come si diceva all'inizio, i primi due nella Fiorentina ci sono in realtà da tempo poichè curatori degli interessi di tutti gli slavi che sono passati dal Franchi negli ultimi 5-6 anni (Ljajic, Jovetic, Nastasic e compagnia cantante).
Tornando alla questione allenatore, é sempre il primo passo di Mendes piazzare a capo della gestione sportiva un allenatore con cui possa permettersi di ordire le proprie trame, che a volte si trasformano in storie sconcertanti come quella del Valencia raccontata ieri. E Paulo Sousa é certamente uno di questi.


Subito dopo, arrivano i giocatori. E credo possiamo a questo punto della storia escludere tutti assieme che il nome di Danilo (che è sempre quello prestato al Braga), saltato fuori oggi sui giornali, sia una mera coincidenza in accostamento al club viola.
Un giocatore del Braga su cui ci sono Fiorentina e Valencia, pensate: un giocatore di Mendes che tratta con Mendes avendo come concorrente Mendes.
Le meraviglie del mercato moderno in cui poi ci viene presentato tutto come una sfida di mercato alla pari per l'intrattenimento del tifoso.
Senza fare il minimo accenno al fatto che questo personaggio abbia svariati feudi in Portogallo (Oltre alle influenze su Porto, Benfica e Braga, parleremo un giorno soprattutto del Rio Ave), Spagna e si appresta a sbarcare in Italia comodamente seduto su una nuova poltrona.
Altro che le multiproprietà di Lotito tra Roma e Salerno.

Il calcio è finito in queste mani e non c'è modo, non c'è veramente modo di poterlo fermare o quantomeno non sembra interessare.
Soprattutto finché avremo fior di opinionisti incapaci di vedere più in là del giorno dopo che fanno le coccole a fondi e speculatori in nome del risultato che toglie tutti i mali dal mondo.

Ma tra noi, almeno tra noi, diciamocelo: il calcio è stato, é e deve essere tutta un'altra cosa, con buona pace di una Fiorentina che da oggi inizierà ad essere suo malgrado spolpata.
Indovinate alla fine di tutto ciò chi pagherà il conto?
Già, i tifosi.
Gli unici innocenti di tutta la faccenda.





8 commenti:

  1. il conto caso mai lo pagherebbe chi i soldi li caccia

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  2. detto questo qui ci si dimentica di una cosa cioè che i Della Valle sono tutto quello che volte ma non sono dei poveretti sprovveduti

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    1. Insomma....già una volta delegarono tutto ad una persona (Corvino) e per poco la Fiorentina finiva in serie B.

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    2. Piu che altro non mi sembra che siano avulsi dall'usare la società per guadagnarci (jovetic, cuadrado, nastasic ecc ecc). Ci hanno illuso i primissimi anni (vedi acquisto Bojinov), poi qualcosa è cambiato e... buonanotte.

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  3. La cosa peggiore, è che nessuno dei fatti citati è perseguibile per legge. E' tutto noto, accettato, tutelato. Il calcio in mano a procuratori e TV, sono loro i 22 in campo. Ai tifosi restano i cartoni animati, divertenti, ma fasulli..

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  4. vi chiedo, senza polemica, qual è il problema di tutto ciò?
    I vari Corvino, Marino, Galliani e compagnia cantante come hanno fatto finora il mercato se non affidandosi al loro giro di conoscenze? Ora c'è qualcuno che semplicemente ha messo su una vera e propria società a cui i club possono rivolgersi se incapaci a trovare da sè nuovi giocatori. Nessuno obbliga a rivolgersi a Mendes e se il tutto avviene liberamente senza obblighi per nessuno non vedo dove sia il problema

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  5. O boccio e tu hai tirato difori anche questa! E c'hai una media da retrocessione

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