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venerdì 11 novembre 2016

Make Inter great again!



Prendo la macchina del tempo e torno all'anno 1991, in un mondo che ha una faccia completamente diversa da quella di oggi.
Compro il mio bravo spazio su un giornale sportivo, ancora molto serio ed attendibile nell'epoca in cui mi trovo, e annuncio una cosa tipo: "Io conosco il futuro e vi posso garantire che tra 25 anni lo showman del wrestling Donald Trump sarà Presidente degli Stati Uniti e il difensore della Fiorentina Stefano Pioli sarà allenatore dell'Inter. Di più: queste due cose succederanno nella stessa settimana".
Se una cosa del genere fosse stata davvero scritta nel 1991, tra le pagine che parlano della prossima fine dell'URSS e di Maradona positivo per la prima volta all'antidoping, avrebbero causato ilarità, scherno, incredulità.
Ma come, noi ci aspettiamo le macchine volanti e gli extraterrestri e tu ci vieni a dire queste cose?
Mentre torno nel 2016 penso che effettivamente le persone del 1991 non avevano tutti i torti ad avere un'altra aspettativa di progresso, ma ciò che non sapevano è che le condizioni in cui avvengono questi eventi sono decisive.
Come Trump difficilmente avrebbe potuto spuntarla senza il moto dell'antipolitica ormai consolidato nell'elettorato di tutto il mondo, così Pioli difficilmente sarebbe sulla panchina dell'Inter se la dirigenza nerazzurra avesse azzeccato con lungimiranza le scelte del recente passato.
Entrambi sono ora in un posto che nel 1991 avrebbero certamente ambito, ma che sono assolutamente convinto non si sarebbero mai potuti aspettare: entrambi, per motivi diversi, hanno raggiunto questa occasione grazie agli errori dei loro predecessori e al fallimento di modelli ritenuti sicuri che hanno invece tradito elettori e tifosi.

Senza scomodare ulteriormente il Presidente in pectore degli USA, vi dirò che Stefano Pioli non è certo l'allenatore che avrei scelto all'inizio dell'ennesima stagione che non si può(non si poteva?) sbagliare, ma devo ammettere che sembra aver capito dove si trova e quali sono i problemi principali: la necessità di cementare un gruppo che ha ancora troppe fazioncine interne per potersi comportare da squadra, l'applicazione di determinati principi di gioco su cui De Boer, risultati alla mano, è andato pur coraggiosamente anche oltre il sostenibile, la suddivisione tra giocatori intelligenti e giocatori meno intelligenti.
Quella dei principi di gioco più importanti del modulo non è una frase fatta per Pioli, che ha dimostrato sul campo di saper applicare questo concetto all'ennesima potenza nella sua avventura alla Lazio; mi aspetto da lui sicuramente delle scelte conservative per l'immediato, giacché al di fuori del risultato adesso conta veramente poco, e se queste avranno successo potrà allora iniziare a giocare col potenziale della rosa per trovare la soluzione più congeniale.
Pioli trova condizioni che molti dei suoi predecessori non hanno mai avuto tutte insieme nello stesso momento: ha il placet della proprietà, ha il sostegno della dirigenza che lo ha scelto, ha le ingenti risorse di Suning per migliorare la squadra sul mercato e ha la rosa qualitativamente migliore degli ultimi 4 anni.
Con intelligenza, tempismo e buon senso, Pioli può avvantaggiarsi in modo forse decisivo dell'impressionante serie di errori fatti dalla dirigenza negli ultimi mesi, perché con Bolingbroke messo alla porta senza appello (ah, avevate creduto alle dimissioni spontanee?) ora è piuttosto chiaro che la Cina non ha nessuna voglia di scherzare e nessuna intenzione di passare sopra agli errori commessi dai quadri dirigenziali.
Attraverso questi venti che soffiano a favore sulla barca a vela di Pioli, il tecnico parmense può almeno tentare di essere il potenziatore che auspica di poter diventare.

In ultima analisi la scelta di Samuel, di cui Pioli ha rivendicato la paternità, mi sarebbe sembrata un po' ridondante in altre condizioni, ma assolutamente sensata in questo momento in cui sono in molti a non avere idea di quanto peso specifico abbia la maglia dell'Inter.
Wally non è certamente la panacea a tutti i mali, cosa che ci dobbiamo ricordare se i risultati non arriveranno senza scadere nelle becere sentenze alla cieca, ma può diventare una figura ispirazionale per molti nella rosa attuale che potrebbero così imparare ad essere forti, continui, impeccabilmente professionisti e mai sopra le righe o fuori posto con le parole come Samuel è sempre stato.
I problemi sono possibilità che vengono offerte per fare meglio, diceva un tale, e dopo aver pagato con risultati spietati i problemi che l'Inter si è creata da sola in tutti i modi e le componenti possibili, questa potrebbe rappresentare un'opportunità per instillare almeno le basi ed i principi di un radicale cambiamento che non può davvero più aspettare.

Pioli, Samuel, dirigenti, calciatori, tifosi: la palla passa a voi.
Make Inter great again, tutti insieme.
O quantomeno facciamo vedere che ci vogliamo provare.

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